Stracult e Stracotti …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl su Telefilm Cult!
Questa settimana (è per me un onore):
Stargirl VS Leo Damerini su TOUCH
Il rapporto è sempre lo stesso. 1 a 1,618 che si ripete all’infinito. Gli schemi sono nascosti in bella vista. Bisogna solo sapere dove guardare.
Cose che molta gente vede come caos, in realtà seguono sottili leggi comportamentali. Galassie. Piante. Conchiglie.
Gli schemi non mentono mai.
Ma solo pochi di noi riescono a vedere come ogni pezzo s’incastra con l’altro.
7.080.360.000 vivono su questo piccolo pianeta.
Questa è la storia di alcune di queste persone.
Cose che molta gente vede come caos, in realtà seguono sottili leggi comportamentali. Galassie. Piante. Conchiglie.
Gli schemi non mentono mai.
Ma solo pochi di noi riescono a vedere come ogni pezzo s’incastra con l’altro.
7.080.360.000 vivono su questo piccolo pianeta.
Questa è la storia di alcune di queste persone.
Stargirl – Touch è Stracult perché:
Decifrare i rapporti matematici che regolano il mondo significa rintracciare sul nostro cammino il filo rosso del destino, imbatterci in quegli individui che siamo inconsciamente costretti a incontrare e comprendere da chi o cosa dipenda effettivamente la sorte di ognuno di noi. Un sistema intricato ma ben delineato di intrecci attraversano in lungo e in largo tutto il mondo legandoci inconsapevolmente a persone di cui oggi, magari, non conosciamo neppure il nome.
Decifrare i rapporti matematici che regolano il mondo significa rintracciare sul nostro cammino il filo rosso del destino, imbatterci in quegli individui che siamo inconsciamente costretti a incontrare e comprendere da chi o cosa dipenda effettivamente la sorte di ognuno di noi. Un sistema intricato ma ben delineato di intrecci attraversano in lungo e in largo tutto il mondo legandoci inconsapevolmente a persone di cui oggi, magari, non conosciamo neppure il nome.
In Touch, la nuova serie che ha per protagonista lo strepitoso Kiefer Sutherland, Tim Kring riprende e approfondisce i punti forti di Heroes, insistendo ancora una volta su quei temi tanto cari al grande pubblico: il fato e l’inarrestabile scorrere degli eventi, capaci di rendere l’essere umano inerme e vulnerabile di fronte a qualcosa di più grande e potente. Kring dà vita a un puzzle in cui persone da un capo all’altro del mondo si incastrano e completano, e si fa così portavoce di un messaggio di speranza e ottimismo, in un mondo che sta letteralmente cadendo a pezzi. La serie è impeccabile dal punto di vista della regia e della sceneggiatura, e vanta come carta vincente un cast eccezionale e un plot con un potenziale incontenibile. Touch commuove e invita a riflettere su noi stessi e sul nostro rapporto col mondo, ma soprattutto accresce quel desiderio utopistico che ognuno di noi custodisce segretamente nel cuore: credere nelle seconde chances.
Leo Damerini – Touch è Stracotto perché:
A Kring manca poco per diventare King. Il problema della R di troppo è la Ripetitività. La quale può anche funzionare - la reiterazione è uno dei karma classici dei telefilm - ma dipende da come la si orchestra. In Touch il plot è intrigante, è innegabile. E' una sorta di versione unplugged di Heroes, un ritratto più intimista, a due (padre e figlio), rispetto al corale predecessore. L'avvio sembra però un pò troppo smussato, con alcuni passaggi prevedibili (soprattutto se si parla di Kring) che sembrano dettati dal rigurgito precedente (in Heroes l'affascinante stava nello scoprire passo dopo passo l'interazione con i super-poteri e i relativi anti-heroes). In Touch siamo di fronte - vuoi per la mannaia incombente degli ascolti, vuoi per un diktat comprensibile esterno - ad una semplificazione fin troppo evidente al primo impatto, tanto che già al secondo episodio sembra di essere entrati nel meccanismo. Forse troppo. Il mantra "siamo tutti collegati" (là tra super-anti-eroi per salvare il mondo, qui in due per salvare i destini di singoli individui) può risultare bifronte. Al momento siamo nel mezzo. Sicuramente Kring saprà sorprenderci, visto che sono previsti nuovi volti in arrivo tra i regulars...Attendiamo con fiducia.
A Kring manca poco per diventare King. Il problema della R di troppo è la Ripetitività. La quale può anche funzionare - la reiterazione è uno dei karma classici dei telefilm - ma dipende da come la si orchestra. In Touch il plot è intrigante, è innegabile. E' una sorta di versione unplugged di Heroes, un ritratto più intimista, a due (padre e figlio), rispetto al corale predecessore. L'avvio sembra però un pò troppo smussato, con alcuni passaggi prevedibili (soprattutto se si parla di Kring) che sembrano dettati dal rigurgito precedente (in Heroes l'affascinante stava nello scoprire passo dopo passo l'interazione con i super-poteri e i relativi anti-heroes). In Touch siamo di fronte - vuoi per la mannaia incombente degli ascolti, vuoi per un diktat comprensibile esterno - ad una semplificazione fin troppo evidente al primo impatto, tanto che già al secondo episodio sembra di essere entrati nel meccanismo. Forse troppo. Il mantra "siamo tutti collegati" (là tra super-anti-eroi per salvare il mondo, qui in due per salvare i destini di singoli individui) può risultare bifronte. Al momento siamo nel mezzo. Sicuramente Kring saprà sorprenderci, visto che sono previsti nuovi volti in arrivo tra i regulars...Attendiamo con fiducia.