There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

venerdì 28 ottobre 2011

The Vampire Diaries: uno Stefan inedito apre la stagione 3



Dimenticate il vecchio Stefan Salvatore che eravate abituati a vedere e preparatevi a tremare: nei nuovi episodi in onda in USA sulla CW nulla è più come prima e tutto può ancora succedere.

La seconda stagione di The Vampire Diaries si era conclusa con un doppio cliffhanger mozzafiato: da un lato il tanto atteso bacio tra Damon (Ian Somerhalder) ed Elena (Nina Dobrev), dall'altro il triste addio di Stefan (Paul Wesley) a Mystic Falls, in seguito all'alleanza stretta con Klaus (Joseph Morgan) per salvare la vita al fratello.
Nonostante questa separazione forzata e nonostante fossimo preparati al peggio, però, nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi di fronte allo Stefan che ci si è parato davanti in questi primi episodi della season 3, un uomo nuovo, diverso, irriconoscibile. Uno Stefan crudele, insaziabile e vendicativo, in grado di "spegnere" le emozioni umane che Elena era riuscita a tener vive dentro di lui e cancellare qualsiasi sentimento terreno dal cuore e dalla mente: sadico, affamato e assetato, questo nuovo Stefan miete vittime in lungo e in largo per il paese, senza remore, senza pentimenti, al fianco di Klaus.
"
The Ripper", questo l'epiteto affibbiatogli, ha però, inaspettatamente, origini antiche e risale a molto tempo prima, come scopriremo nel corso del flashback del terzo episodio, The End of the Affair: compagni di avventura già nel 1920 infatti, Klaus e Stefan non sono nuovi in questo sterminio di innocenti, anzi ben avvezzi a una simile strage necessaria a placare la loro sete e iniziata cento anni prima, seppur rimossa successivamente dai ricordi di Stefan, soggiogato fino a questo momento dal suo stesso compagno.
Negli anni Venti infatti, fu proprio Klaus il primo a venire in contatto con la vera natura di Stefan, assassino feroce e spietato, poco diverso da quel fratello che per anni ha provato a redimere, e dal quale ha spesso tentato di allontanarsi.
Ed è proprio a terza stagione inoltrata che scopriamo il rovescio della medaglia, quello che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato e che ci mostra uno Stefan più violento di quel che tutti pensavano, Elena in primis.
Il profondo dualismo tra bene e male che ha contraddistinto la scorsa stagione comincia a sfumare, almeno per quanto riguarda i fratelli Salvatore, più simili che mai, tanto da ribaltare la situazione: è Damon ora, per amore di Elena, a rincorrere Stefan nel disperato tentativo di ricondurlo sulla retta via.
Un excursus profondo e accurato sul passato del personaggio interpretato da Paul Wesley (soprattutto negli episodi
Disturbing Behavior e The Reckoning) ci conduce nei meandri della sua mente e del suo passato, aprendo nuove strade e ulteriori interrogativi, ribaltando più volte la situazione, scoprendo le carte in tavola per poi bluffare, svelando un mistero solo ed esclusivamente per innescarne un altro.
La pausa estiva, nel palinsesto così come nel telefilm, ha voluto quindi Elena e Stefan inevitabilmente divisi, ognuno per la sua strada, ognuno alla riscoperta di sé stesso. Una separazione necessaria anche ai fini della trama, utile a dare quella ventata di freschezza di cui c'era davvero bisogno, prerogativa imprescindibile per far sì che Damon prendesse in mano le redini della situazione.
Il Damon rancoroso e arrabbiato con il mondo, l'edonista vizioso e apparentemente egoista può finalmente e meritatamente lasciare spazio a un Damon più introspettivo e meno cinico, sempre sagace, ma più sensibile e premuroso nei confronti della donna che ama.
Il triangolo amoroso, nell'aria da due stagioni, trova finalmente spazio, s'insinua concretamente nella trama, e mantiene vivo il coinvolgimento dello spettatore. La relazione stucchevole e melensa tra Stefan ed Elena, grazie al cielo, viene momentaneamente messa da parte per concedere una chance al rapporto tra Damon e la ragazza, per far sì che lei venga effettivamente messa di fronte a una scelta.

Il personaggio interpretato da Ian Somerhalder diventa ancora una volta personaggio principale, trascinatore e leader indiscusso del gruppo degli sciagurati di Mystic Falls, impegnati nella terribile lotta contro Klaus, più agguerrito che mai dopo aver scoperto, suo malgrado, di aver fallito nella missione di doppleganger e di non essere quindi in grado di creare un esercito di ibridi per mettere in atto il suo diabolico piano di conquista del mondo. Al fianco di Klaus, la new entry Rebekah (
Claire Holt) sua sorella, se possibile ancor più diabolica e crudele di lui, e a dar loro man forte, l'antica strega Gloria (Charmin Lee), l'asso nella manica, fondamentale, all'occorrenza, nella lotta tra vampiri e regine dell'occulto.
La trama inizia a infittirsi già dal secondo episodio,
The Hybrid, a dispetto di una season première (The Birthday) inusualmente sottotono che ci aveva un po' deluso: recuperato però il ritmo veloce e frenetico a cui ci ha abituati, la terza stagione è cominciata in sordina, aprendo piùstoryline contemporaneamente, gettando moltissima carne sul fuoco e spianando la strada a una fitta rete di misteri intrecciati l'un l'altro.
Con il tipico meccanismo delle scatole cinesi, ogni nuovo dettaglio sul passato di Klaus e Stefan che viene svelato, ne implica inevitabilmente un altro, che coinvolge nella maggior parte dei casi, l'universo parallelo a quello ei vampiri, fatto di streghe e licantropi.
Passo in avanti rispetto alla seconda stagione è proprio il maggior coinvolgimento dei personaggi secondari: sempre più protagonisti e meno di contorno, ormai degli elementi imprescindibili dello schema generale. Tyler (
Michael Trevino), Caroline (Candice Accola), Matt (Zach Roerig) e Bonnie (Katerina Graham) diventano ancor di più parte integrante del plot, sviluppando storie personali che vengono approfondite e raccontate in maniera esaustiva e completa, donando loro maggior spessore e alimentando così il coinvolgimento dello spettatore.
Stessa sorte per il professor Alaric Saltzman (
Matthew Davis), figura sempre più influente nonché fedele spalla destra di Damon nella guerra contro Klaus, e per il giovane Jeremy Gilbert (Steven R. McQueen), che dopo essere stato riportato in vita da Bonnie al termine della seconda stagione, si rivela un personaggio chiave grazie alle sue capacità di entrare in contatto con i defunti. E saranno proprio due ex volti noti della serie a tornare a Mystic Falls, seppur dall'aldilà, per comunicare importanti informazioni utili a sconfiggere Klaus, la defunta sorella di Matt, Vicky (Kayla Ewell), e la succhiasangue Anna (Malese Jow).

Ad arricchire il cast, il misterioso padre di Caroline, interpretato da
Jack Coleman (famoso per il ruolo di Noah Bennet in Heroes), che sicuramente in futuro ricoprirà una funzione cardine, poiché, come dice lui, è in grado di insegnare ai vampiri ad avere il controllo totale sulla loro inestimabile voglia di cibarsi con il sangue umano.
E se pensavate che il trono del cattivo di turno sarebbe rimasto anche per questa stagione a Klaus, beh, vi sbagliate di grosso: un nuovo villain all'orizzonte rischia di spodestarlo, l'uomo che da secoli gli dà la caccia, Mikael (
Sebastian Roché). A liberare Mikael per metterlo sulle tracce di Klaus, nientemeno che Katherine, la perfida doppleganger di Elena, decisa ad avere la sua personale rivalsa.
L'altra faccia della medaglia, ancora una volta, a testimoniare semmai ce ne fosse il bisogno, che il tema del doppio, in
The Vampire Diaries, corre sul filo anche quest'anno.

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giovedì 27 ottobre 2011

Anni '80 che passione!

Nostalgia, nostalgia canaglia.
Di un momento particolare della propria vita. Di un amico. Di un amore finito. Di uno stato d’animo.
Degli
anni Ottanta.
Oggi, nel mio caso, decisamente degli anni Ottanta, e in particolare, delle serie tv di quel periodo. Forse proprio all’epoca nacque la mia passione per i telefilm, nonostante per anni, io abbia attribuito il merito a
Beverly Hills 90210.
Ricordo ancora con quanta emozione, all’età di 5 anni appena, seguivo, senza capirci poi molto, gli episodi di
Happy Days (1974-1984) poco prima di cena su Italia1,appollaita sul divano tra mia nonna e mio fratello. Il mio preferito,uno dei personaggi minori, Chachi, il nipotino di Fonzie, interpretato dal mitico Scott Baio, che anni dopo ritrovai in una serie che forse conoscono in pochi, ma che io adoravo, Baby Sitter (1984-1990). Delle family-comedy di allora, non me ne perdevo neanche una: dai Jefferson (1975-1985) ai Robinson (1984-1992), dai Bradford (1977-1981) ai Keaton 81982-1989), passando per la famiglia di Arnold (1978-1986). E poi ancora Alf (1986-1990, Mork & Mindy (1978-1982), Strega per amore (1965-1970, lo so molto più vecchio, ma adoravo Jeannie) e Supercar (1982-1986).
Non me ne perdevo
sul serio neanche una: al ritorno da scuola durante la merenda, il sabato o la domenica mattina, la sera prima o dopo cena, in tutte quelle pause dal gioco, i compiti o lo sport, già allora le serie tv mi tenevano compagnia. Erano oltretutto il pretesto ideale per riunire la famiglia, mangiare la pizza sul divano per vedere un nuovo episodio, trascorre del tempo i miei genitori o mio fratello, guardare una puntata in compagnia di qualche amichetto. Ieri come oggi, evitavo di gran lunga i telefilm a carattere fantascientifico, come Star Trek e simili, o i crime che tuttora, inspiegabilmente, vanno in onda sulla Rai e riscuotono un discreto successo, come La Signora in Giallo o gli onnipresenti Kojak e Colombo.

La mia serie preferita in assoluto, almeno all’inizio, fu senza dubbio Super Vicky (1985-1989), la bambina-robot più famosa della storia della tv, con la sua allegra famiglia e la vicina di casa irriverente e lentigginosa. Il posto di “preferito” nel mio cuore, a Vicky, sul finire degli anni Ottanta, riuscì a rubarlo solo Genitori in Blue Jeans (1985-1992), grazie all’entusiasmo della famiglia Seaver, e al mio amore fanciullesco nei confronti di Kirk Cameron, che interpretava il figlio maggiore Mike.Per anni i poster che lo ritraevano, scovati nelle pagine centrali di Cioè, hanno fatto da tappezzeria alla mia stanza.
Sul fronte italiano,
College (1990) con Federica Moro, Professione Vacanze (1987) con Jerry Calà e I Ragazzi della 3° C (1987-1989), per me non avevano rivali.

“She’s a small wonder, lovely and bright with soft curls.
She’s a small wonder,a child unlike other girls.
She’s a miracle, and I grant you, she’ll enchant you at your sight,
She’s a small wonder and she’ll make your heart beat twice.
She’s fantastic, made of plastic,microchips here and there.
She’s a small wonder, brings love and laughter everywhere”

mercoledì 26 ottobre 2011

Once Upon a Time e Grimm: quando le favole rischiano di diventare realtà


A tutti piace credere alle favole, questo è poco ma sicuro.

Ognuno di noi, da bambino, o in età adulta, almeno una volta ha desiderato che una favola diventasse realtà.
C’è chi crede al principe azzurro, chi al lieto fine, chi è convinto che aldilà dell’arcobaleno possa finalmente realizzare i suoi sogni.
Io dal canto mio ad esempio, avrei tanto voluto visitare il paese delle meraviglie da piccina. Finora non ci sono mai riuscita, ma chi lo sa che, prima o poi, non troverò davvero la strada.
Realtà e immaginazione da sempre camminano di pari passo, nei libri, al cinema, ora anche in tv. Dopo vampiri, streghe e licantropi, il 2011 ha allargato i propri orizzonti anche al mondo delle fiabe, ipotizzando un mondo alternativo dove personaggi nata dalla fantasia di scrittori e romanzieri, vivono accanto noi, al giorno d’oggi.
Cosa succederebbe se Cappuccetto Rosso, Biancaneve e tutti gli altri, fossero i nostri dirimpettai? Provate a immaginare di vivere al fianco dei protagonisti delle storie della nostra infanzia, catapultati fin qua. Non sarebbe tutto rose e fiori, questo è certo. Anche loro scoprirebbero il rovescio della medaglia, finalmente. Anche loro capirebbero, una buona volta, che l’happy ending è cosa rara.


In casa Abc, è sbarcato qualche giorno fa, Once Upon a Time, nato dalla “premiata coppia creativa” Edward Kitsis e Adam Horowitz, già collaudata negli anni con Popular, Felicity e l’insuperabile (non mi stancherò mai di dirlo, è inutile) Lost, con protagonista Jennifer Morrison, l’ex dottoressa Cameron in House MD. Qui, dimensione fantastica e realtà s’intrecciano l’un l’altra per raccontarci come, secondo una maledizione antica e misteriosa, i personaggi delle fiabe siano costretti a vivere nel nostro mondo, incatenati a un presente a cui non appartengono, vittime di una condizione da cui, loro malgrado, non possono fuggire. L’unica in grado di poterli salvare, Emma (interpretata dalla Morrison), la sola persona che potrebbe spezzare l’incantesimo e ripristinare il lieto fino di Tremotino, Geppetto, il Grillo Parlante, e allo stesso tempo liberare il presente dall’atmosfera cupa e tenebrosa in cui è precipitato. La vita parallela dei personaggi fiabeschi serve in Once Upon a Time per adoperare forti critiche al mondo contemporaneo, caduto in un baratro da cui non riesce a uscire, senza contribuire minimamente a sdoganare il concetto di “Yes, we can”. Utilizzare le favole per cambiare la realtà, questo l’obiettivo. Mascherare il pessimismo latente fingendo che tutto potrebbe risolversi se qualcuno venisse a salvarci, senza ammettere onestamente e senza peli sulla lingua che la crisi globale che investe il mondo intero avrebbe bisogno di qualcosa che andasse aldilà di un mero lieto fine. Adatta a un pubblico di tutte le età, la serie vanta un ottimo cast artistico tecnico e creativo ma nonostante l’esuberante seguito di spettatori ottenuto con il pilot (oltre 12 milioni), ritengo sia prematuro gridare ai quattro venti che possa essere lo show dell’anno. Il plot rischia di esaurirsi in poche puntate e lo stesso interesse del pubblico, potrebbe venir meno dopo qualche episodio appena, superati gli intrecci inziali. Una regia e una fotografia che farebbero gola a molti completano il pacchetto, e rendono la serie godibile, seppur a parer mio priva di un futuro longevo.

Diversa nelle atmosfere e nei toni, più dark e un pizzico horror se vogliamo, Grimm, in onda sul network Nbc, un crime fantasy che ricorda sin dai primi minuti Buffy – The Vampire Slayer e Supernatural, interpretato da David Giuntoli (Privileged, Dylan Dog), Nick discende dalla famiglia dei fratelli Grimm (autori delle celebri fiabe) e scopre all’improvviso di essere in grado di vedere il vero volto dei mostri che ci circondano nella realtà e di poterli, in qualche modo, scovare. Se la sua missione però sia quella di distruggerli, rispedirli nel loro mondo o diventare loro alleato, ancora è un mistero. Questo moderno Dylan Dog (fin troppo simile nei tratti fisionomici e nelle espressioni a Brandon Routh, l’agente Shaw in Chuck) non convince affatto e la sua interpretazione risulta piatta e priva di spessore. Il coinvolgimento c’è, ma semplicemente perché si punta il tutto per tutto al colpo di scena in grado di farci saltare sulla sedia, tutto qui. Gli effetti speciali mediocri non giovano alla serie e la stessa trama, seppur incentrata sul mondo fiabesco, ricorda fin troppo quella di altri due fratelli, i Winchester.

martedì 25 ottobre 2011

Sirens: i paramedici di Channel 4


Sirens
è una serie atipica, disarmante, a tratti quasi raccapricciante se vogliamo.
Dimenticate tutto ciò che avete visto fino a oggi su medici e ospedali.
Mettete da parte lo stereotipo sul
medical drama che vi accompagna sin dai tempi di ER, e preparatevi a restare totalmente allibiti dal linguaggio sboccato, dalle situazioni estreme e dai dialoghi paradossali cui assisterete se decidere (a vostro rischio e pericolo) di iniziare questa serie, in onda dallo scorso 27 giugno, sul network britannico Channel 4 (lo stesso di Shameless UK).
Tratta dal romanzo di
Brian Kellet, Blood, Sweat & Tea,Sirens racconta le (dis)avventure di tre paramedici della provincia inglese, Stuart (Rhys Thomas), Ashley (Richard Madden, Robb Stark in Game of Thrones) e Rachid (Kayvan Novak), tre personaggi fuori dal comune e senza le rotelle al posto giusto. Il primo, il vero leader del gruppo, è un trentenne superficiale e nichilista, vittima di un’infanzia rovinata dal pessimo rapporto col padre e oggi con serie difficoltà ad approcciarsi al gentil sesso nella maniera più adeguata e opportuna. Il secondo, interpretato dall’affascinante Madden, è gay e felice (almeno all’apparenza) di esserlo, riservato e introverso, nonché ossessionato mattina e sera dal terzo membro del gruppo, Rachid, ragazzotto volgare e poco istruito, con una nocciolina al posto del cervello.
Le corsie d’ospedale sono per lo più assenti, e non aspettatevi casi clinici da approfondire o storie empatiche con pazienti e dottori: a farla da padrone in questa serie mediocre e dissacrante ma nonostante tutto originale e totalmente diversa dalle altre, sarà una moltitudine di battute a doppio senso, gag a sfondo sessuale e aspre critiche alla società inglese. La trama, pressoché priva di un filo conduttore portante che leghi tra di loro le sei puntate della prima stagione, affronta tematiche scottanti, come la morte, l’omosessualità e lo stress post-traumatico, nel classico stile dramedy che caratterizza la maggior parte degli show inglesi.
Humour nero, demenziale, ma nonostante tutto costruttivo.
Malgrado ciò, non è una serie che consiglierei però, perché anche se lo spirito c’è, a parer mio non è quello giusto

Glossario Serie Tv – Seconda parte

Ed ecco la seconda parte: M - (Z) U:


Making of

Un insieme di riprese o un vero e proprio documentario sulle fasi di pre e post produzione, utili a mostrare come viene ideata e costruita una serie. Vengono spesso inserite nei contenuti extra di un dvd.

Mid-season
Serie trasmessa nel periodo che va da gennaio e marzo oppure nel corso dei mesi estivi, costituita dalla metà del numero abituale degli episodi (22/24).


Medical
Telefilm ambientato tra le corsie di un ospedale.
Es. Grey’s Anatomy, House MD

New Entry
L’indroduzione di un nuovo personaggio nel cast fisso di una serie.

Peak
Momento di grande tensione che il più delle volte procede lo stacco pubblicitario.


Pilot
Episodio di lancio di una serie. Spesso della durata maggiore rispetto agli standard tradizionali.


Plot (o Storyline Principale)
Intreccio, storia principale di una serie.

Preair
Episodio che precede il pilot, e serve alla produzione dello show per testare le opinioni del pubblico. Spesso il pilota differisce successivamente dal pre air perché arricchito con ulteriori approfondimenti.


Remake
Rifacimento (totale o parziale) di una serie, a distanza di tempo, conservando il plot principale e modificando particolari nei personaggi o negli avvenimenti secondari.

Sci-fi
Telefilm di carattere fantascientifico
Es. Fringe


Score (o OST)
Colonna sonora.

Screening
L’anteprima di un episodio pilota proiettata esclusivamente per testare le opinioni del pubblico.


Script
Copione, sceneggiatura di una serie.


Season Premiere e Season Finale

Puntate di apertura e chiusura di una stagione.


Slash
Un genere di fan fiction incentrata esclusivamente sulle relazioni sentimentali dei protagonisti.

Sneak Peek
Frammento (molto più ampio di un promo/trailer) in anteprima dell’episodio inedito di un telefilm.


Spin off
Serie che ha per protagonista uno o più personaggi provenienti da un telefilm precedente, migrati in quello nuovo spesso attraverso un episodio di crossover.
Es. Addison Montgomery: da Grey’s Anatomy a Private Practice.


Subplot (o Storyline Secondarie)
Storie secondarie da una serie, sviluppate parallelamente al plot.

Tag
Frammento di chiusura di un episodio (spesso una scena autoconclusiva).

Teaser
Piccola parte di episodio introdotta prima di uno stacco pubblicitario per creare curiosità e attesa nello spettatore.

Teendrama
Telefilm incentrato sulla vita di teenager
Es. Dawson’s Creek, One Tree Hill.


Trailer (o Promo)

Spot pubblicitario della durata di 30 secondi di un episodio ancora inedito.


URST (Unreleased Sexual Tension)
Attrazione sessuale irrisolta tra i protagonisti di una serie.

lunedì 24 ottobre 2011

Glossario Serie Tv – Prima parte

Vi è mai capitato, leggendo articoli, post o recensioni su serie tv, di incappare in qualche parola astrusa e misteriosa di cui non conoscete affatto il significato? Vi piacerebbe saperne di più e scoprire i termini tecnici utilizzati dagli esperti e appassionati del settore? Ecco a voi un glossario semplice e veloce per scoprire tutto, ma proprio tutto, sul mondo dei telefilm!

Iniziamo con i termini dalla (A) B alla L:

Bare Pilot Episodio pilota a basso costo, spesso girato senza effetti speciali da mostrare esclusivamente al network per convincerlo ad acquistarne i diritti e mettere a disposizione un budget maggiore per produrre un pilot vero e proprio da mostrare anche al pubblico.

Cliffangher
Colpo di scena mozzafiato al termine di un episodio, spesso posizionato nell’ultima puntata della stagione per mantenere vivo e alto l’interesse dello spettatore e tenerlo legato allo show.

Comedy - Sitcom
Telefilm di genere comico. Deriva direttamente dalla Sitcom da cui si distingue per l’assenza di Laugh Track e per la presenza di scene girate anche in esterno.
Es. Friends, How I Met Your Mother, Suburgatory.

Continuity
Coerenza nello sviluppo e nello svolgimento degli eventi. Continuità nella trama per tener legati tra loro gli episodi.

Crime
Telefilm di carattere poliziesco, abitualmente indicato come (Police) Procedural.
Es. CSI: scena del crimine.

Crossover
Quando due (o più) personaggi appartenenti a serie diversi, s’incontrano nell’episodio di uno dei due telefilm.
Es. Beverly Hills/Melrose Place (filo conduttore Kelly e Jake)

Drama
Telefilm di carattere drammatico.
Es. Mad Men
Spesso confluisce nel Family Drama, serie basata sulle vicende quotidiane di una famiglia.
Es. Brothers & Sisters o Parenthood.

Dramedy
Classico esempio di commistione di stili, in cui gli elementi del drama si mischiano a quelli della comedy.
Es. The Big C

Fan Fiction
Opere scritte dai fan, basate su storie, personaggi o ambientazioni di telefilm originali.
Es. aggiungere categorie

Fan Sub
Sottotitoli realizzati dai fan, in maniera privata e senza fini di lucro, distribuiti in rete per diffondere una serie in lingua originale prima che venga trasmessa nel paese di provenienza.

Fantasy
Telefilm con storie e personaggi ispirati al mondo magico o sovrannaturale.

Flashback
Mezzo narrativo con cui si interrompe il flusso cronologico di una storia per compiere un’incursione nel passato. Balzo indietro nella memoria, nei ricordi o in un sogno per introdurre e approfondire un evento avvenuto precedentemente al momento della narrazione.

Flash Forward
Flash in avanti nel futuro, per prevedere (spesso attraverso l’immaginazione) eventi determinanti.

Guest Star
Attore che non appartiene al cast fisso di una serie, ma ricorre in uno o più episodi della stessa.


Hiatus
Interruzione della normale programmazione di una serie, sospensione temporanea.
Es: il break natalizio o quello per la festa del Ringraziamento.

Laugh Track
Risate pre-registrate inserite di sottofondo in una Sitcom.

Linea Verticale (o Caso di Puntata)
La storia principale si evolve in una sola puntata.

Linea Orizzontale (o Running Pilot)
La storia principale si evolve nel corso di un’intera stagione.

Location
Luogo in cui vengono girati gli esterni.