There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 30 dicembre 2013

Un anno di serie Tv… in pillole!

La fine di dicembre, si sa, è tempo di bilanci e classifiche.
L’anno telefilmico che sta per volgere al termine, si è rivelato ricco di novità più o meno interessanti, finali di serie in alcuni casi epici, in altri deludenti, reboot, remake e spin off.
Sono proprio questi ultimi generi che, in voga già da alcuni anni, che continuano a invadere i network d’oltreoceano, dando l’impressione che le idee inizino a venir meno (nel 2013 abbiamo Bates Motel, Mistresses US, Ravenswood, solo per citare qualche esempio).
In certi casi, autori e produttori non sanno da dove attingere per creare nuovi prodotti e il rischio alla fine, è che alcuni show vengano scritti, girati e prodotti velocemente e, altrettanto velocemente vengano poi cancellati.
Siamo lontani dalla Golden Age dei telefilm, ed eccezion fatta per alcuni rari casi (Breaking Bad, The Walking Dead e Game of Thrones), siamo distanti anni luce da quell’anno così significativo, unico e indimenticabile che fu il 2004, l’anno di  Lost, di Desperate Housewives, di House MD.
Eppure, nonostante il calo qualitativo che in questi ultimi mesi ha investito l’universo delle serie tv, non mancano prodotti di qualità, più o meno significativi ma capaci di attirare a sé un buon seguito di pubblico, sia negli States che, di riflesso, in Italia (per il Regno Unito vi rimando a uno dei prossimi post: gli inglesi ormai sono fenomenali nello scrivere serie tv e meritano un capitolo a parte). È il caso di The Blacklist (NBC/Fox Crime), The Americans (FX/Fox), The Following (FOX/Premimum Crime/Sky Uno) o Arrow (CW/Premium Action).
Di seguito, un dettagliato e personalissimo recap dell’anno appena trascorso, con le serie tv che ho maggiormente apprezzato nel 2013, tra le migliori novità negli Usa e in Italia, le serie che anche quest’anno si sono confermate ottimi prodotti, le guilty pleasure, trash ma irrinunciabili e le series finale più significative dell’anno che stiamo per lasciarci alle spalle.



Master of Sex (Showtime/inedita in Italia)
Serie della Showtime inedita per ora in Italia, Masters Of Sex ha per protagonisti il ginecologo William Masters (Michael Sheen, Underworld, The Twilight Saga) e la ricercatrice Virginia Eshelman Johnson (Lizzy Caplan, Cloverfield, True Blood), i veri pionieri della rivoluzione sessuale americana.
La storia, ambientata nel 1956 in un comunissimo Central Medical Building di St.Louis (Missouri) racconta come i due personaggi al centro delle vicende, nell’arco di undici anni di attività, abbiano analizzato oltre diecimila atti sessuali compiuti da 700 individui (382 donne e 312 uomini) affetti dal problema definito “umana inadeguatezza sessuale”. Ispirata al romanzo di Thomas Meier, Masters Of Sex: The Life & Times Of William Masters And Virginia Johnson, The Couple Who Taught America How To Love, si è rivelata da subito una serie audace e originale, caratterizzata da una ricostruzione storica estremamente accurata e dettagliata e dai dialoghi corposi e ben strutturati, capace di analizzare una tematica seria e delicata in maniera esemplare.


Orange is the New Black (Netflix/inedita in italia)
Lo show targato Netflix, è un prodotto di altissima qualità, scritto, girato e strutturato in maniera esemplare. È la serie del 2013 con la S maiuscola.
Un piccolo gioiello sotto tutti i punti di vista, destinato (mi auguro) a durare parecchio tempo. Basato sul romanzo autobiografico di Piper Kerman, Orange Is the New Black: My Year in a Women's Prison, la serie creata da Jenji Kohan (Weeds) è una dramedy incredibilmente avvincente e accattivante.
La sensazione che si ha al termine di ogni episodio è di essere di fronte a una sceneggiatura encomiabile, e ogni volta non si vede l‘ora di scoprire cosa accadrà in futuro. Il legame tra la protagonista e lo spettatore s’instaura sin dai primi minuti, pregio che poche serie possono davvero vantare di avere: a metà strada tra il drama e la comedy, lo show di Kohan, alterna momenti di spiccata e amara ilarità ad altri molto più intensi e delicati, che indagano sulla psicologia di ogni singolo personaggio dando vita a un’incredibile storia corale dove ognuno è artefice del proprio destino.


The Michael J Fox Show (NBC/inedita in italia)
Se negli anni Ottanta avete adorato Michael J. Fox, questa è la serie che fa per voi, la comedy che ha segnato l’attesissimo ritorno in tv dell’attore di Ritorno al Futuro.
Come si può intuire dal titolo, The Michael J. Fox Show è una sorta di biografia dell’attore in cui non ci si limita a raccontare la malattia che lo ha colpito anni fa, ma descrive anche il punto di vista di chi vive questa condizione insieme a lui, ogni giorno: la sua famiglia.
Ideata da Sam Laybourne e scritta a quattro mani con lo sceneggiatore Alex Reid, la comedy si ispira alla vita di Michael per raccontare le vicissitudini di Mike Henry, ex giornalista newyorkese che decide di tornare in tv dopo aver smesso di condurre il suo show mesi prima a causa del Parkinson, incoraggiato dalla moglie Annie (Betsy Brandt di Breaking Bad), dai suoi tre figli e dalla sorella Leigh (Katie Finneran).
Attraverso un umorismo irriverente e a tratti cinico, Michael J. Fox mette in luce piccoli particolari della vita di un malato di Parkinson capaci di compromettere le più semplici azioni chiamate in gioco nella vita quotidiana, dall’aprire un barattolo di sottaceti fino a comporre il giusto numero telefonico sulla tastiera del telefono.
È una sitcom dal retrogusto amaro quella che ci troviamo di fronte, capace di farci sorridere di fronte a una malattia (The Big C docet), ma allo stesso tempo perfettamente in grado di fornirci spunti di riflessione e momenti commoventi.


Devious Maids (Lifetime/Fox Life)
Il 2013 ha rappresentato anche il ritorno di Marc Cherry, il creatore di Desperate Housewives, con una nuova serie tutta al femminile, stavolta senza casalinghe quanto piuttosto con le loro collaboratrici domestiche, e con lo stesso brio con cui anni fa era riuscito a conquistare il piccolo schermo.
Distante un bel po’ di chilometri da Wisteria Lane e dalle sue villette a schiera con i giardini perfettamente curati, lontano dalla classe medio-alta cui Gaby e compagnia bella ci avevano abituati, Cherry ci riprova, stavolta sulla rete via cavo Lifetime e qui in Italia su Fox Life, con una serie irriverente e ironica, dall’inconfondibile sapore latino. Prodotto da nostra signora Eva Longoria, Devious Maids è ispirato alla soap messicana Ellas son la Alegría del Hogar e vanta un cast di tutto rispetto, dove ritroviamo parecchi volti noti del piccolo schermo, da Ana Oriz (Ugly Betty) a Judy Reyes (Scrubs), da Roselyn Sanchez (Senza Traccia) a Dania Ramirez (Heroes). 


Nashville (Abc/Fox Life)
Rayna James (Connie Britton) e Juliette Barnes (Hayden Panettiere) sono le regine della musica country di Nashville e appartengono a due generazioni agli antipodi una dall’altra. Rayna è una cantautrice di sani principi e valori morali, ha due figlie, un marito e una carriera alle spalle che Juliette, adolescente viziata e catapultata sotto le luci della ribalta troppo in fretta, può solo sognare per ora. Sono due donne diversissime tra loro che però, volenti o nolenti, saranno costrette a intrecciare le loro strade per scelte imposte da manager, produttori ed etichette discografiche. Rayna e Juliette sono irresistibili, e come loro, lo sono tutti i personaggi che ruotano intorno a Nashville.
C’è la musica (country), c’è il romance, il bromance, ci sono intrighi, sotterfugi e tradimenti, storie d’amore, dialoghi ben scritti e curati e un regia frizzante e vagamente da soap. Nashville, seppur all’apparenza non lo direste mai, vi terrà incollati allo schermo a ogni episodio e perché no, ogni tanto riuscirà anche a farvi muovere le gambe al ritmo delle canzoni di Juliette e Rayna.


Breaking Bad (Amc/AXN)
Che dopo il finale di Breaking Bad, nulla sarebbe più stato come prima, lo sapevamo sin dall’inizio della quinta, inarrivabile stagione.
La serie di Vince Gillian è riuscita a riscrivere la storia della tv, come avvenne con Twin Peaks prima e con Lost poi.
Dopo aver assistito, il 29 settembre 2013, alla series finale dello show, molti di noi si sono subito resi conto che, almeno per il momento, nulla riuscirà più a emozionarci come prima. Né Walking Dead, né Game of Thrones o nessun’altra serie per un bel po’ di tempo forse.
Il merito di tutto ciò è senza dubbio uno script eccezionale sotto tutti gli aspetti, brillante, originale, magistrale. Ma alla sceneggiatura si sposa una regia favolosa, a tratti manieristica, lineare anche attraverso i flashback, magnetica, emozionante.
Un cast incredibile regala il valore aggiunto a uno show già di per sé perfetto: Bryan Cranston non ha più bisogno di aggettivi per essere descritto ormai, così come Aaron Paul, spalla e partner perfetto, alter ego ideale di Walt. Da Anna Gunn (Skyler) a Dean Norris (Hank), da Betsy Brandt (Marie) a RY Mitte (Walt JR), senza dimenticare Giancarlo Esposito (Gus) o Jonathan Banks (Mike) ogni personaggio ha contribuito a rendere lo show un capolavoro del piccolo schermo capace di mettere d’accordo pubblico e critica come nessuna serie fino a oggi era riuscita a fare negli ultimi anni.


Dexter (Showtime/Fox Crime/FX)
Dexter è tra quegli show che, negli ultimi anni, hanno senza dubbio segnato la storia del piccolo schermo. In netto declino dalla quinta stagione in avanti, la serie, giunta quest’anno al termine, ha tirato troppo la cinghia, e alla fine, l’ha spezzata.
Dex ha perso i suoi punti di forza, ha ceduto dal punto di vista dell’originalità e della sceneggiatura, dopo Trinity nessuno è riuscito più a imporsi come un vero e proprio “villain”. Lo stesso Dexter, cresciuto negli anni grazie anche ai suoi antagonisti, ha smesso di nutrire il suo “dark passenger”.
L’ematologo più famoso del piccolo schermo è diventato sempre più irriconoscibile agli occhi degli spettatori, sempre più debole, vulnerabile, sottotono. Si è trasformato in una persona “normale”, capace di provare emozione, passione, odio. Ciò che amavamo di lui erano la sua fermezza, la sua forza, il suo riuscire a essere sempre distaccato, disposto a tutto pur di non legarsi, disposto a tutto pur di punire “il cattivo”. Un personaggio e una serie che hanno lasciato un segno nel panorama delle serie tv degli ultimi anni e che, nonostante il deludente series finale di questo 2013, nonostante tutto, ci mancheranno per molto, molto tempo.


Shameless US (Showtime/Mya/La5)
Shameless US è uno dei prodotti più interessanti degli ultimi anni, una delle mie serie preferite in assoluto. In onda su Showtime, è il mix perfetto tra drama e comedy e racchiude tutte le caratteristiche tipiche dei due generi. Sagace, irriverente e ironica, nonché remake dell’omonima serie inglese, Shameless nasce da un’idea di Paul Abbot, autore e produttore esecutivo di entrambe le versioni, quella americana e quella del Regno Unito. Un’irresistibile dramedy, politicamente scorretta, anzi, scorrettissima, che può contare su un cast favoloso e su una sceneggiatura davvero convincente e ben scritta, contraddistinta da ottimi dialoghi e da battute sfrontate e sfacciate. 
La terza stagione trasmessa nel 2013, ha rappresentato un giro di boa nello script nella serie. Il 2013 è stato l’anno in cui Frank (William H. Macy), controverso capofamiglia della serie, ha mostrato al pubblico il suo vero io, intenso, “umano”, reale. Smessi i panni, solo per poco tempo, dell’alcolizzato scapestrato, Frank è tornato per un attimo nel ruolo di un vero padre, rivelando un lato di sé, ancora sconosciuto. La quarta stagione debutterà il prossimo 12 gennaio, e sono pronta a scommettere, ancora una volta, che riuscirà a commuoverci, a emozionarci, a farci sorridere ma soprattutto, a farci ridere delle disgrazie che spesso la vita ci mette davanti.


Girls (HBO/Mtv)
Il 2013 è stato anche l’anno che ha consacrato il talento di Lena Dunham, attrice, sceneggiatrice e regista di Girls (con il supporto di Judd Apatow), la serie in onda sulla HBO che negli ultimi due anni ha fatto incetta di premi e statuette.
Girls ha il pregio di portare, con prepotenza e fragilità, l’universo dei twenty-something newyorkesi, sul piccolo schermo. Attraverso un linguaggio a tratti crudo, a tratti irriverente, lo show si rivolge a un pubblico che ha la stessa età dei protagonisti ed è molto simile a essi più di quanto non creda: quei giovani smarriti, confusi, vulnerabili, che spesso si fermano a chiedersi “Where am I?”, “Dove sono?”.
La seconda stagione ha saputo legittimare il successo riscosso dalla prima grazie soprattutto a una sceneggiatura più realistica, introspettiva e intimista rispetto allo scorso anno. La Dunham ha superato sé stessa, è riuscita ad approfondire ogni singolo personaggio senza sacrificare la coralità della serie, senza trascurare i minimi dettagli. Nolita, Williamsburg, Brooklyn: in Girls c’è la New York che non ti aspetti, lontana da paillettes e lustrini, distante da Gossip Girl e Sex and the City, slegata dai soliti stereotipi e dai ripetitivi personaggi convenzionali.
La terza stagione verrà trasmessa, negli States, a partire dal 12 gennaio.


Siberia (NBC/inedita in Italia)
Siberia, show trasmesso a patire dal 1 luglio del 2013 sulla Nbc, è un esperimento interessante e ben scritto, a metà strada tra i reality show e le serie tv.
Sedici concorrenti sbarcano nell’incontaminata terra siberiana per partecipare a un reality inusuale, totalmente privo di regole e il loro obiettivo è sopravvivere fino alla fine dell’inverno, per aggiudicarsi il classico, ricco montepremi. 
Non ci sono televoti, giudici, o il pubblico sovrano a decidere da casa: l’importante qui è arrivare alla fine, stringere i denti, sopravvivere alle intemperie e tornare a casa con un bel bottino. Tutte le regole stilistiche dei reality show, in Siberia, vengono rispettate: la presenza dei cameramen, dei confessionali, delle prove da superare per ottenere in cambio ricompense necessarie alla sopravvivenza, e un bottone, pronto a essere schiacciato qualora si decidesse di abbandonare il gioco.
Non tutto però, andrà come teoricamente dovrebbe: strane presenze sembrano aggirarsi nella foresta circostante, una mole consistente di misteri aleggia nell’aria e una prepotente vena horror si insinua da subito nello show. Non lasciatevi distrarre dalla location, che paradossalmente in alcuni frame vi ricorderà Lost, non pensate al fallimentare The River, concentratevi semplicemente su questo telefilm, che dopo le prime puntate vi inchioderà al divano, rivoluzionando completamente le regole del reality. La prima, emozionante stagione si è conclusa a settembre e, noi fan della serie, stiamo ancora incrociando le dita affinché la NBC comunichi il rinnovo dello show che, visti gli esigui ascolti, rischia di non andare in onda per una season 2.

sabato 28 dicembre 2013

Grey's Anatomy mid-season finale: Get Up, Stand Up, episodio 10x12




Sulla scia di un colpo di scena piuttosto prevedibile, Grey’s Anatomy ci saluta e si prende una lunga pausa fino al 27 febbraio.

Il giorno del matrimonio di April è arrivato, la sposa non sta più nella pelle e tutto si svolge secondo il più classico dei cliché: imprevisti di ogni tipo, damigelle in ritardo, ex fidanzato che tenta di fermare la cerimonia a pochi minuti dalla fine. Ebbene sì, Shonda ha scelto la via più prevedibile, e ha voluto che Avery dichiarasse il suo amore alla Kepner durante il matrimonio.
In ospedale, nel frattempo, il padre di Alex è portato d’urgenza in sala operatoria a causa di complicazioni cardiache, ed è affidato alle mani di Shane che, dopo mesi, finalmente (è il caso di dirlo) cede allo stress e crolla psicologicamente tornando con la memoria al giorno della morte di Heather, morte per cui, si sente tutt’oggi responsabile
Durante il matrimonio, Derek riceve una telefonata inaspettata: il Presidente degli Stati Uniti vuole parlare con lui.
Continuano i dissapori tra Cristina e Meredith, continuano le incomprensioni, e la distanza, tra loro, si fa sempre più profonda. Difficile tornare indietro, difficile fare un passo avanti, impossibile, forse, tornare al punto di partenza.            
Vederle divise addolora i fan, ma il modo con cui la Rhimes dà vita alla loro crisi affettiva, resta una delle migliori trovate narrative di questa stagione.
Troppo prevedibile la scelta di spingere Avery verso April durante la celebre frase “parli ora o taccia per sempre”. Decisione banale, e ancor più banale risulta il cliffhanger incentrato tutto sulla risposta che deriverà dalla dichiarazione di Jackson.
L’impressione generale è che, ogni storia d’amore della serie, venga ormai affrontata con estrema superficialità, con scelte narrative più adatte a un teen drama piuttosto che a una serie matura e navigata come Grey’s Anatomy.
Grey’s Anatomy tornerà il 27 febbraio con la mid-Season premiere del 2014.
Nonostante tutto sembri ruotare intorno a April Kepner e al suo matrimonio, gli interrogativi e i dubbi lasciati aperti nel corso della mid-seaon finale sono parecchi: il padre di Alex sopravvivrà all’intervento guidato inizialmente da Shane e successivamente da Webber, tornato finalmente in sala operatoria? La telefonata ricevuta da Derek, che effetti avrà sulla sua relazione con Meredith? Ma soprattutto, cosa accadrà tar lei e Cristina?

giovedì 19 dicembre 2013

The Vampire Diaries: episodio 5x10 Fifty Shades of Grayson


Giunti a metà della quinta stagione, alcune storyline iniziano a districarsi lentamente, tra colpi di scena inaspettati a creare il giusto hype prima del lungo break natalizio.


Il plot
Per l’ennesima volta, Damon e Stefan si alleano per salvare Elena, tenuta prigioniera dal professor Wes. L’inevitabile scontro tra Damon ed Enzo arriva senza troppo pathos e, almeno per questa volta, non è il giovane Salvatore a prenderle, ma il soldato europeo che, complice anche la debolezza fisica, ci lascia le penne. Mentre Stefan porta Elena in salvo, Damon è costretto a fare nuovamente i conti con i suoi fantasmi interiori, con il suo vero “io”, spietato, feroce, insensibile, arido. Di nuovo consapevole di questa sua natura pericolosa e crudele, prende una decisione drastica, e dimostrandosi fermo e convinto della sua scelta, lascia Elena al termine dell’episodio. Parallelamente, Nadia torna per aiutare Katherine, vittima di un accelerato invecchiamento che la sta lentamente conducendo alla morte. La figlia della Petrova ha in mente un piano: reincarnarsi, grazie al pugnale custodito dai “viaggiatori” in nuovi corpi. Inizialmente Katherine rifiuta la proposta, più tardi, spronata dal rifiuto di Stefan, decide di accettare la proposta di sua figlia, ma proprio mentre le telefona per comunicarle la usa decisione, viene colpita da un attacco di cuore.
La crisi che ha colpito Damon è utile a ricontestualizzare il suo personaggio, fin troppo slegato dalla sua vera natura nel corso di questa stagione.
Vittima di un cambiamento parecchio innaturale dall’inizio della sua relazione con Elena, Damon si rivela ancora una volta privo di scrupoli e remore nell’uccidere qualcuno a sangue freddo. L’omicidio di Enzo irrompe sulla scena come un fulmine a ciel sereno, inaspettato e irruento come pochi e serve a ricordare al suo personaggio e allo spettatore l’abissale differenza tra i due fratelli Salvatore, differenza che, presto o tardi, li porterà all’ennesimo, inevitabile scontro. 
Il rifiuto di Stefan nei confronti di Katherine stona con le implicazioni nate tra i due nelle scorse puntate. Il loro lento e graduale riavvicinamento, che li aveva spinti a trascorrere la notte insieme, aveva fatto ben sperare. Il fatto che ora il vampiro neghi alla Petrova un’altra chance, sembra solo un banale espediente per spingerlo, ancora una volta, tra le braccia di Elena.
The Vampire Diaries si prende una pausa in vista delle vacanze natalizie: i ragazzi di Mystic Falls torneranno infatti il 23 gennaio con l’episodio 5x11 dal titolo 500 Years of Solitude.
Il prossimo episodio che andrà in onda sarà incentrato su Katherine, ricoverata in ospedale e con poche ore di vita davanti. I ragazzi di Mystic Falls infatti, si riuniranno per un “viaggio nei ricordi” per celebrare l’imminente dipartita della loro acerrima nemica.


mercoledì 11 dicembre 2013

The Vampire Diaries: episodio 5x09 The Cell


Finalmente la verità sulla setta Augustine inizia a trapelare, rivelandoci nuove,
sconvolgenti verità su Damon e il suo passato.

Wes Maxfield ha rinchiuso Damon ed Elena in una cella e, nonostante il timido intervento di Aaron, che scopriamo essere il nipote del fondatore del Whitmore College, i due non possono in alcun modo sfuggire alla prigionia. Damon ne approfitta per raccontare alla Gilbert tutta la verità sulla setta Augustine, nodo nevralgico della quinta stagione della serie. Attraverso il consueto susseguirsi di flashback ambientati nel 1958, il giovane Salvatore ci svela così di essere stato rinchiuso in quelle celle per ben cinque anni, sottoposto a esperimenti, sevizie e torture utili per studiare il Dna dei vampiri e l’effetto del loro sangue sugli umani. Rinchiuso insieme a lui, un soldato europeo di nome Enzo, disposto a donare per tutti quegli anni la sua dose giornaliera di sangue a Damon per permettergli di uccidere Maxfield. Nonostante il legame instaurato con Enzo però, una volta ucciso Maxfield, Damon non si curò di portare in salvo anche il suo compagno di sventure, lasciandolo marcire nelle celle in cui era prigioniero. Al termine dell’episodio, scopriamo però, grazie a Elena, che il giovane europeo è ancora vivo e, probabilmente, in cerca di vendetta.
Mentre Elena e Damon sono alle prese con Wes Maxfield e i segreti della setta Augustine, a Mystic Falls esplode nuovamente la passione tra Stefan e Katherine sotto lo sguardo sbigottito di Caroline. Una coppia che molti fan speravano si ricongiungesse e che scatenerà sicuramente una serie incontrollabile di azioni e reazioni da parte di Elena.
La Pierce continua a piacerci e, soprattutto in queste vesti “umane”, il suo personaggio non smette di rivelarsi sempre più interessante.
Il timido Aaron non riesce proprio a venire fuori. Nonostante il suo ruolo sembri uno dei più importanti di questa stagione, il figlio acquisito di Wes, nonché erede della dinastia Whitmore, è ancora nell’ombra. Il suo personaggio porta con sé un ottimo potenziale finora però sacrificato: speriamo che nel corso dei prossimi episodi trovi la strada giusta per esprimersi al meglio.
Nei panni di Enzo, l’attore Michael Malarkey, già visto nella serie Raw e in Ghost in the Machine.
Una delle notizie più sconvolgenti emerse da questo episodio, riguarda il padre di Elena, a quanto pare uno dei membri più attivi e importanti della setta Augustine.

Le scommesse sono aperte: dopo averlo visto in una foto con Megan, quando e come il personaggio si farà vivo nella serie?

SAG Awards 2014: le nomination per la tv




Ed eccoci anche con le nomination dei 20th Screen Actors Guild Awards (SAG) che si terranno il prossimo 18 gennaio allo Shrine Auditorium di Los Angeles.

Di seguito le serie tv in gara nelle categorie dedicate alla tv:

Drama Ensemble
Boardwalk Empire
Breaking Bad
Downton Abbey
Game of Thrones
Homeland

Drama Actress
Claire Danes, Homeland
Anna Gunn, Breaking Bad
Jessica Lange, American Horror Story: Coven
Maggie Smith, Downton Abbey
Kerry Washington, Scandal

Drama Actor
Steve Buscemi, Boardwalk Empire
Bryan Cranston, Breaking Bad
Jeff Daniels, The Newsroom
Peter Dinklage, Game of Thrones
Kevin Spacey, House of Cards

Comedy Ensemble
30 Rock
Arrested Development
The Big Bang Theory
Modern Family
Veep

Comedy Actress
Mayim Bialik, The Big Bang Theory
Julie Bowen, Modern Family
Edie Falco, Nurse Jackie
Tina Fey, 30 Rock
Julia Louis Dreyfuss, Veep

Comedy Actor
Alec Baldwin, 30 Rock
Jason Bateman, Arrested Development
Ty Burrell, Modern Family
Don Cheadle House of Lies
Jim Parsons, The Big Bang Theory

Stunt Team
Boardwalk Empire
Breaking Bad
Game of Thrones
Homeland
The Walking Dead