Proviamo per un attimo a immaginare un mondo senza le casalinghe disperate.
Tentiamo, non di dimenticarle, Dio me ne scampi, ma di immaginare già il futuro (ormai prossimo) senza l’appuntamento fisso con le protagoniste di Wisteria Lane. Sorvoliamo per un attimo sulle irresistibili storyline orizzontali che da anni ci accompagnano, sull’intensa caratterizzazione dei personaggi e sull’ineguagliabile componente narrativa e focalizziamo la nostra attenzione altrove.
Sulla scia del discreto successo ottenuto da Suburgatory, la Abc si tiene stretta l’atmosfera patinata e kitsch della comedy e la trasferisce in un’assolata cittadina del sud del Texas, dove a farla da padrona troviamo musica country, quarantenni siliconate nei punti giusti e strette in abiti succinti, una brillante fotografia dagli accesi colori pastello e una sceneggiatura che punta tutto su dialoghi ironici e rapidi.
La nuova serie in questione, GCB - Good Christian Bitches (modificato in seguito ad alcune aspre proteste in Good Christian Belles), creata da Robert Harling e prodotta da Darren Star (un nome, una garanzia), è partita in midseason lo scorso 4 marzo e dopo due episodi appena, si è già fatta carico di un’eredità pesante come quella delle Desperate Housewives, pur discostandosi notevolmente dal drama sia dal punto di visto del plot che da quello dei personaggi.
Amanda (la deliziosa Leslie Bibb, Popular), ex mean girl al liceo e oggi madre di due teenager e vedova di un truffatore, ritorna nella città d’origine, in quell’angolo di Texas, per ripartire da zero e ricominciare una nuova vita, e contare sull’aiuto di una madre invadente e prepotente (interpretata da una strepitosa Annie Potts).
Per Amanda però, la strada è tutt’altro che in discesa: ad accoglierla infatti, le ormai attempate ex compagne del liceo, arricchite e affermate “cougar” ora, affamate di una famelica vendetta nei suoi riguardi.
A capeggiarle, un’irresistibile Kristen Chenoweth (Pushing Daisies, Glee) la classica “bitch” dalla lingua tagliente, pronta a nascondersi dietro la religione per tirare le sue frecce avvelenate e colpire gli avversari. Tratto da un irriverente romanzo della scrittrice Kim Gatlin, GCB punta i riflettori sull’ipocrisia delle apparenze, i superficiali rapporti di vicinato e i colpi bassi tra amiche, qui edulcorati ad hoc.
Lo humour portato in scena è cinico e aspro, divertente seppur a volte prevedibile, la regia fresca e frizzante e il cast decisamente appetitoso.
Il mio suggerimento più spassionato è di partire col piede giusto quando vi troverete faccia a faccia col pilot: preparatevi a vedere la puntata di una nuova dramedy ben scritta e ben diretta e con un ottimo potenziale, senza darle subito l’appellativo di “erede” di Desperate: evitate di cadere nello stesso errore che molti di noi hanno fatto con Lost, solo così non resterete delusi.
GCB va visto con la giuste dose di leggerezza, senza eccessive aspettative, con la speranza che andando avanti non deluda ed evitando di paragoni inopportuni con Bree, Susan & Co.
Perché se è vero che nella vita le certezze non sono poi molte, di una cosa possiamo però esser sicuri: Desperate Housewives è una serie che non dimenticheremo mai, che resterà per sempre nel nostro cuore e nessun altro telefilm potrà mai eguagliarla.
Tentiamo, non di dimenticarle, Dio me ne scampi, ma di immaginare già il futuro (ormai prossimo) senza l’appuntamento fisso con le protagoniste di Wisteria Lane. Sorvoliamo per un attimo sulle irresistibili storyline orizzontali che da anni ci accompagnano, sull’intensa caratterizzazione dei personaggi e sull’ineguagliabile componente narrativa e focalizziamo la nostra attenzione altrove.
Sulla scia del discreto successo ottenuto da Suburgatory, la Abc si tiene stretta l’atmosfera patinata e kitsch della comedy e la trasferisce in un’assolata cittadina del sud del Texas, dove a farla da padrona troviamo musica country, quarantenni siliconate nei punti giusti e strette in abiti succinti, una brillante fotografia dagli accesi colori pastello e una sceneggiatura che punta tutto su dialoghi ironici e rapidi.
La nuova serie in questione, GCB - Good Christian Bitches (modificato in seguito ad alcune aspre proteste in Good Christian Belles), creata da Robert Harling e prodotta da Darren Star (un nome, una garanzia), è partita in midseason lo scorso 4 marzo e dopo due episodi appena, si è già fatta carico di un’eredità pesante come quella delle Desperate Housewives, pur discostandosi notevolmente dal drama sia dal punto di visto del plot che da quello dei personaggi.
Amanda (la deliziosa Leslie Bibb, Popular), ex mean girl al liceo e oggi madre di due teenager e vedova di un truffatore, ritorna nella città d’origine, in quell’angolo di Texas, per ripartire da zero e ricominciare una nuova vita, e contare sull’aiuto di una madre invadente e prepotente (interpretata da una strepitosa Annie Potts).
Per Amanda però, la strada è tutt’altro che in discesa: ad accoglierla infatti, le ormai attempate ex compagne del liceo, arricchite e affermate “cougar” ora, affamate di una famelica vendetta nei suoi riguardi.
A capeggiarle, un’irresistibile Kristen Chenoweth (Pushing Daisies, Glee) la classica “bitch” dalla lingua tagliente, pronta a nascondersi dietro la religione per tirare le sue frecce avvelenate e colpire gli avversari. Tratto da un irriverente romanzo della scrittrice Kim Gatlin, GCB punta i riflettori sull’ipocrisia delle apparenze, i superficiali rapporti di vicinato e i colpi bassi tra amiche, qui edulcorati ad hoc.
Lo humour portato in scena è cinico e aspro, divertente seppur a volte prevedibile, la regia fresca e frizzante e il cast decisamente appetitoso.
Il mio suggerimento più spassionato è di partire col piede giusto quando vi troverete faccia a faccia col pilot: preparatevi a vedere la puntata di una nuova dramedy ben scritta e ben diretta e con un ottimo potenziale, senza darle subito l’appellativo di “erede” di Desperate: evitate di cadere nello stesso errore che molti di noi hanno fatto con Lost, solo così non resterete delusi.
GCB va visto con la giuste dose di leggerezza, senza eccessive aspettative, con la speranza che andando avanti non deluda ed evitando di paragoni inopportuni con Bree, Susan & Co.
Perché se è vero che nella vita le certezze non sono poi molte, di una cosa possiamo però esser sicuri: Desperate Housewives è una serie che non dimenticheremo mai, che resterà per sempre nel nostro cuore e nessun altro telefilm potrà mai eguagliarla.
6 commenti:
deve essere bellissimo! ciao cara
Non è il mio genere..già le casalinghe disperate le ho mollate dopo due stagioni...
la prima puntata mi ha divertito!
speriamo prosegua bene...
@Cannibale: anche la seconda! :)
@Newmoon: un'ottima serie scacciapensieri! ;)
@Ca': lo è! ;)
@Cannibale: anche la seconda! :)
@Newmoon: un'ottima serie scacciapensieri! ;)
@Ca': lo è! ;)
@Cannibale: anche la seconda! :)
@Newmoon: un'ottima serie scacciapensieri! ;)
@Ca': lo è! ;)
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