"È inutile indagare le occasioni mancate.
Non sai mai se ti sei salvato dalla morte, o ti sei perso la vita vera"
(Margaret Mazzantini)
(Margaret Mazzantini)
Nessuno si salva da solo racconta la realtà di una generazione, quella dei
quarantenni (o quasi) di oggi, soffermandosi sull’anatomia di un amore, tra
Delia e Gaetano (Yasmine Trinca e Riccardo Scamarcio), due
personaggi sopraffatti dai dolori contemporanei, ostaggi delle proprie
difficoltà, intrappolati nelle loro mancanze.
La storia
parte da una cena tra i due, coppia ormai separata, costretta a incontrarsi per pianificare le vacanze dei figli.
Il
ristorante si trasforma nel palcoscenico in cui si svolgono le vicende
raccontate nel film (tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini e diretto da Sergio
Castellitto) e la cena diventa il pretesto ideale per analizzare,
volenti o nolenti, la storia, o meglio il fallimento di una vita, tra sfiducie e
umiliazioni, senza dimenticare però i momenti iniziali di travolgente passione.
I protagonisti si guardano, si amano, si odiano, si "vomitano" addosso insulti e accuse, ripercorrono le prime fasi del loro innamoramento in maniera del tutto spontanea a naturale per sfociare poi nella violenza, fisica e verbale, degli ultimi giorni della loro vita insieme, e raccontarci, o provarci almeno, il come e il perché non siano riusciti ad andare avanti insieme.
Un fallimento, simbolo ineluttabile del nostro tempo.
I protagonisti si guardano, si amano, si odiano, si "vomitano" addosso insulti e accuse, ripercorrono le prime fasi del loro innamoramento in maniera del tutto spontanea a naturale per sfociare poi nella violenza, fisica e verbale, degli ultimi giorni della loro vita insieme, e raccontarci, o provarci almeno, il come e il perché non siano riusciti ad andare avanti insieme.
Un fallimento, simbolo ineluttabile del nostro tempo.
Si sono
innamorati da adulti, Delia e Gae, si sono amati follemente, morbosamente, e
ancora lo fanno, ma la routine e la quotidianità hanno preso il sopravvento, soffocando
i loro sentimenti, seppellendoli sotto una coltre spessa di dolore e rancore,
tra sconfitte, desideri frantumati, perdita di fiducia in sé stessi e nel
mondo intorno.
Scene da un
matrimonio, ostacoli comuni, anche banali, in cui però tutti cadono: fotografie
ancora piuttosto nitide di una storia d’amore sicuramente poco eclatante, ma proprio
per questo “familiare”, vicina a tutti noi.
Gaetano e
Delia sono una coppia volutamente asimmetrica: della medio-borghesia lei, ex
ragazzina anoressica e con una madre alcolizzata, figlio di un sindacalista di
Ostia lui, aspirante romanziere, sceneggiatore di quart’ordine.
Una storia
d’amore urlata, in alcuni passaggi fin troppo, pronta a scivolare nel
“mucciniano”, a tratti nulla più che un semplice cliché, ma proprio per questo
estremamente vera.
Nevrosi e
fragilità ci strizzano l’occhio, perché comuni a molti di noi.
Impossibile
prendere una posizione dinanzi al film, impossibile schierarsi: ognuno a modo
suo, ha torto o ragione.
Un dramma
borghese parecchio parlato, che ricorda il cinema francese di Claude
Lelouch in Un uomo, una donna
(1966), ma anche il più moderno BlueValentine (Derek Cianfrance, 2010), arricchito da una colonna sonora (curata da Arturo
Annecchino, Venuto al mondo)
che spazia da brani di Tom Waits e quelli dei Sigur Ros, per
concludersi con La sera dei miracoli
di Lucio
Dalla
Nessuno si salva da solo, perché nessuno da solo può farcela
davvero.
Non per
forza perché ha bisogno di un’altra persona cui appoggiarsi, ma anche soltanto
perché ha bisogno di quella piccola dose di fiducia su cui fare leva, per
rimanere a galla, o anche soltanto per provarci.
Non è una
storia conciliante, né consolatoria: regala poche speranze, lascia l’amaro in
bocca.
Proprio
come succede nella vita di tutti i giorni.
“A due a due gli innamorati
sciolgono le vele come i pirati
e in mezzo a questo mare cercherò di
scoprire quale stella sei
perché mi perderei se dovessi capire
che stanotte non ci sei.
È la notte dei miracoli fai
attenzione
qualcuno nei vicoli di Roma
ha scritto una canzone”.
2 commenti:
Ciao!
Sono contento che finalmente torni a scrivere di cinema... purtroppo non seguo molto le serie tv e avevo un po' perso di vista il tuo blog: mi sei mancata, cara Stargirl! :) Non ho ancora visto questo film, ma è un gran piacere rivederti nella mia bacheca: un abbraccio!
Sauro
Carissimo! Ciao e grazie come sempre! Ammetto di essere stata un po' latitante ultimamente su questo blog, soprattutto se parliamo di cinema... recupererò ;)
Un abbraccio!
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