Nel 1998 Nick Hornby pubblicò About a Boy, romanzo
che nel giro di poco tempo diventò un best seller indiscusso, campione di vendite nel
Regno Unito e non solo.
Quattro anni dopo, Paul e Chris Weitz adattarono il romanzo nel celebre
film con Hugh Grant, Toni Collette e Nicholas Hoult come protagonisti.
Il concetto chiave del film, che racconta la
bizzarra amicizia tra il single incallito Will, e Marcus, adolescente con una
madre iperprotettiva e costantemente depressa, è che “nessun uomo è un’isola” e
che per vivere sereni e felici, è necessario instaurare relazioni interpersonali
salde, durature e ben radicate.
Inevitabile
che, dopo romanzo e film, a distanza di parecchi anni, arrivasse anche la serie tv di About A Boy, in onda
sulla NBC e creata da Jason Katims, creatore di prodotti di innegabile
successo e qualità quali Roswell, Parenthood e Friday Night Lights.
La sitcom, ha debuttato il 22 febbraio negli States e vede nel
ruolo di Will il bel David Walton (New Girl, Happy Endings) e in quello
di Marcus l’adorabile Benjamin
Stockham.
Nel ruolo di Fiona, la madre del protagonista,
Minnie Driver, interprete di alcune celebri pellicole come Will Hunting e La versione di Barney, mentre in quello
del padre del bambino, personaggio presente nel romanzo ma non nel film dei
fratelli Weitz, Tony Hale, famoso per il ruolo di Gary in
Veep (HBO).
Il
pilot della comedy parte in quarta e nell’arco di poco più di venti minuti,
riesce a toccare tutti i punti salienti del romanzo, attraverso una sceneggiatura intelligente ed esaustiva e una regia briosa e fresca.
La
principale differenza con l’opera di Hornby, risiede principalmente nel cambio
di location: la serie è ambientata infatti nella soleggiata San Francisco, tra
salite, discese e villette a schiera.
L’alchimia
tra i due protagonisti c’è e si nota subito, sin dalle prime gag: Walton e
Stockham insieme funzionano, convincono e divertono lo spettatore.
Poco
importa se la trama differirà in futuro con quella originale: la storia di
Hornby è talmente famosa e celebre, che qualche piccolo cambiamento non può che
giovarle.
A
distanza di più di quindici anni dall’uscita del romanzo, e a più di dieci da
quella del film, è interessante vedere la nuova versione di una vicenda già
nota e molto amata dal grande pubblico.
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