Il fenomeno delle web series spopola in rete da un bel po’
ormai, e soprattutto nell’ultimo anno, Freaks!
e Other solo per citare i due esempi
più eclatanti, hanno riscosso un successo incredibile collezionando ascolti da
record.
La maggior parte di questi prodotti sono frutto di produzioni indipendenti di ottima qualità, girati con un low budget e indirizzati al pubblico prettamente legato al web.
L’ultima web serie in ordine cronologico, è Stuck - The Chronicles of David Rea, nata dalla collaborazione tra Riccardo Sardonè (attore e modello) e Ivan Silvestrini (regista di cortometraggi) della piccola cada di produzione ThereYouGo.
Il primo episodio, online dal 15 marzo, ha totalizzato in poche settimane oltre 25 mila visualizzazioni, mentre il secondo, sul web da pochi giorni, viaggia già sulle 15mila visite.
Punto di forza di Stuck, il fatto di essere realizzata completamente in inglese, intuizione fortunatissima che ha permesso alla serie di ampliare il suo raggio d’azione e rivolgersi anche a un pubblico anglofono, senza precludersi la possibilità di spopolare anche fuori dall’Italia.
Non è un caso quindi, che il 70% dei contatti di Stuck, arrivi dagli USA.
Nel cast attori più o meno conosciuti, volti per lo più noti nel piccolo e grande schermo come Stefano Masciolini (R.I.S. e Don Matteo), Ivana Lotito (Terra Ribelle) e Gaia Scodellaro (Cugino e cugino).
Per venire incontro al pubblico italiano, ogni episodio è corredato di sottotitoli, e dura pressappoco 10 minuti. Al centro delle vicende, il David Rea del titolo, un “emotional trainer” che aiuta le persone a superare i proprio blocchi (stuck, appunto) interiori.
Una tematica attuale, interessante, coinvolgente e a tutti molto vicina: “where do you get stuck?”, “dove ti sei bloccato?” con questa domanda, una sorta di mantra, David si rivolge ai suoi pazienti, cercando a volte di manipolarli, altre di persuaderli e indurli così a superare ostacoli e paure.
Ciò che più affascina è proprio il modo in cui Rea cerca di aiutare i suoi pazienti: politicamente scorretto, cinico, ironico e spesso aggressivo.
Un po’ House, un po’ Hank Moody, decisamente più sexy e senza dubbio altrettanto antipatico: ha un fascino magnetico il nostro Sardonè e a differenza degli altri protagonisti, la sua recitazione in inglese è l’unica in grado di convincere. Perché se Stuck può contare su numerosi punti di forza, ha anche il suo tallone d’Achille che sta proprio nel fatto di risultare abbastanza carente dal punto di vista recitativo del cast.
Un ottimo esperimento comunque, ben riuscito e perfettamente godibile, con una solida idea alla base.
La maggior parte di questi prodotti sono frutto di produzioni indipendenti di ottima qualità, girati con un low budget e indirizzati al pubblico prettamente legato al web.
L’ultima web serie in ordine cronologico, è Stuck - The Chronicles of David Rea, nata dalla collaborazione tra Riccardo Sardonè (attore e modello) e Ivan Silvestrini (regista di cortometraggi) della piccola cada di produzione ThereYouGo.
Il primo episodio, online dal 15 marzo, ha totalizzato in poche settimane oltre 25 mila visualizzazioni, mentre il secondo, sul web da pochi giorni, viaggia già sulle 15mila visite.
Punto di forza di Stuck, il fatto di essere realizzata completamente in inglese, intuizione fortunatissima che ha permesso alla serie di ampliare il suo raggio d’azione e rivolgersi anche a un pubblico anglofono, senza precludersi la possibilità di spopolare anche fuori dall’Italia.
Non è un caso quindi, che il 70% dei contatti di Stuck, arrivi dagli USA.
Nel cast attori più o meno conosciuti, volti per lo più noti nel piccolo e grande schermo come Stefano Masciolini (R.I.S. e Don Matteo), Ivana Lotito (Terra Ribelle) e Gaia Scodellaro (Cugino e cugino).
Per venire incontro al pubblico italiano, ogni episodio è corredato di sottotitoli, e dura pressappoco 10 minuti. Al centro delle vicende, il David Rea del titolo, un “emotional trainer” che aiuta le persone a superare i proprio blocchi (stuck, appunto) interiori.
Una tematica attuale, interessante, coinvolgente e a tutti molto vicina: “where do you get stuck?”, “dove ti sei bloccato?” con questa domanda, una sorta di mantra, David si rivolge ai suoi pazienti, cercando a volte di manipolarli, altre di persuaderli e indurli così a superare ostacoli e paure.
Ciò che più affascina è proprio il modo in cui Rea cerca di aiutare i suoi pazienti: politicamente scorretto, cinico, ironico e spesso aggressivo.
Un po’ House, un po’ Hank Moody, decisamente più sexy e senza dubbio altrettanto antipatico: ha un fascino magnetico il nostro Sardonè e a differenza degli altri protagonisti, la sua recitazione in inglese è l’unica in grado di convincere. Perché se Stuck può contare su numerosi punti di forza, ha anche il suo tallone d’Achille che sta proprio nel fatto di risultare abbastanza carente dal punto di vista recitativo del cast.
Un ottimo esperimento comunque, ben riuscito e perfettamente godibile, con una solida idea alla base.
E non sorprendetevi se vi sembrerà che
a ogni episodio, a ogni “blocco”, David si rivolga proprio a voi: l’impressione
è proprio quella, poiché Stuck, in pochi minuti, riesce a descrivere e
analizzare le paure che tutti noi nascondono in fondo al cuore…
3 commenti:
ciao tesoro! come stai?!
Pare interessante, devo andare a cercarlo.
@Valerie: ciao bella! super busy ma tutto ok! tu? :-*
@LaFirma: cerca cerca, merita!
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