La finale di Amici andata in onda lo scorso lunedì 29 marzo si è prolungata oltre la mezzanotte e mezza, sullo stile del Festival di Sanremo, sottraendo a molti la possibilità, dopo mesi e ore di attesa, di conoscere in tempo reale il nome del vincitore, ripiegando l’indomani sul quella fonte inesauribile che è il web.
Tra canzonette del repertorio nostrano e brani di musica lirica, tra canzoni inedite confezionate ad hoc per i concorrenti e hit da super classifica, la gara si è consumata in maniera lenta e ripetitiva nell’arco di tutta la prima serata di Canale5.
A sfidarsi nel primi minuti, il Pierdavide Carone autore del brano sanremese cantato dall’altro ex “defilippiano” Valerio Scanu (presente tra il pubblico con Alessandra Amoroso e Marco Carta), e la novità di questa edizione, il tenore in erba Matteo Macchioni.
A dispetto del grande successo riscosso dal cantante veneto nel corso dell’anno (sempre primo in classifica, superato solo in un paio di occasioni dalla compagna di squadra nei blu, Loredana Errore), il primo scontro si conclude “inaspettatamente” con il trionfo del primo, molto amato dai critici e dai discografici presenti in studio, e lo sconfitto viene velocemente congedato dalla conduttrice che ne approfitta per promuovere il suo disco in uscita il prossimo 9 aprile.
Pierdavide prosegue indicando chi sfidare nel suo tortuoso cammino verso la vittoria e la scelta ricade su Loredana, partita in netto vantaggio su di lui grazie al supporto morale di buona parte dei deejay e dei giornalisti, ospiti d’onore della serata, come la Pina, Marco Baldini e il Nongiovane (a cui non sapremmo onestamente quale ruolo affibbiare).
I due si scontrano sulle note dei loro inediti (che ormai tanto inediti non sono visto che tutti vengono inquadrati a canticchiare insieme in loro) e di un paio di brani in comune: il verdetto del televoto si mostra da subito altalenante e raggiunge in più di un’occasione il pari merito.
Alla fine ha la meglio la giovane artista calabrese, che riesce a stregare i telespettatori grazie alla sua inesauribile grinta e al singolo scritto per lei da Biagio Antonacci, Ragazza Occhi Cielo (disponibile su iTunes da circa tre mesi…).
Carone saluta, la De Filippi ne approfitta per ricordare al pubblico dei consumatori il romanzo appena pubblicato dal cantante multitasking, I sogni fanno rima, e per sottolineare che il suo singolo Di Notte domina il primo posto della classifica di iTunes da più di una settimana.
Altro giro, altra corsa, altra trovata pubblicitaria.
Stavolta tocca a Platinette cimentarsi in un messaggio promozionale, e lo fa con un tempismo perfetto, nel presentare la quarta e ultima cantante in gara, l’esplosiva Emma Marrone (che ricorda forse fin troppo Alessandra Amoroso sia nello stile che nel carisma), nei negozi da due settimane con il suo primo album, Oltre, già disco di platino, e annunciata come vincitrice due mesi or sono.
La sfida tra le due ragazze, in auge sin dalle prime puntate di questa edizione, affonda le basi in un’antica (in termini di mesi) antipatia: le due si scontrano ormai dallo scorso settembre, dividendo in due professori e discografici, e dando spunto a due opposte fazioni.
Entrambe riescono a emozionare gli ascoltatori grazie a una potenza vocale incredibile e a un’ottima padronanza della scena: a loro agio sul palco, affiancate dall’orchestra di Beppe Vessicchio, emozionano il pubblico e la critica durante le loro esibizioni , scatenando una tempesta di voti.
Ad aggiudicarsi il premio finale di ben duecentomila euro, alla fine è Emma Marrone, come da pronostico, e sono in pochi a rimanerne sorpresi.
Sei milioni di telespettatori hanno seguito la nona finale del talent show più famoso e amato della tv, che ormai però, ha perso i pregi che poteva vantare nelle prime edizioni: diventato una fabbrica di artisti pre-costruiti e studiati a tavolino, ha smarrito la sua spontaneità iniziale, degenerando nella mercificazione del talento.
La sfida ha perso il sapore agonistico vantato all’inizio, ed è diventata ormai una vetrina per i produttori e le case discografiche che attingono senza remore a una carrellata di giovani vocalmente dotati per trasformarli, nell’arco di pochi mesi, in prodotti artefatti destinati a esaurirsi in breve tempo.
L’ultima serata ha sacrificato i ballerini, relegando in un angolo danza e recitazione, accantonando nelle ultime file professori e tutor per lasciare spazio ai protagonisti dello show biz e produttori, tendendo a pubblicizzare semplicemente l’operato di Sony, Sugar, Universal ed Emi, piuttosto che il talento, e contribuendo così a snaturare completamente l’identità del programma.
Una fabbrica di artisti meteore, che non ha più motivo di esistere.
There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.
mercoledì 31 marzo 2010
domenica 28 marzo 2010
Gossip Girl - Stagione 3, episodio 15: The Sixteen Year Old Virgin
Tra pugni sferrati, segreti svelati e amori interrotti, un grande ritorno a sconvolgere ogni equilibrio: quello del perfido Jack Bass, pronto a vendicarsi del nipote Chuck.
Sulle note di Rockstar 101 di Rihanna si apre questo quindicesimo episodio di Gossip Girl, dal titolo The Sixteen Year Old Virgin, ispirato alla controversa Jenny Humphrey e al suo ennesimo capriccio, che in questa circostanza ha il nome di Damien Dalgaard (Kevin Zegers).
Diretta dall'ormai collaudato Malchus Janocko, confermato alla regia anche per i prossimi due episodi, la puntata percorre parallelamente due strade: quella su little J appunto, e quella sulla famiglia Bass, in seguito al ritrovato rapporto tra Chuck e la madre Elizabeth.
In virtù di ciò, alla sceneggiatura troviamo ancora una volta Stephanie Savage, una delle migliori autrici della serie, che da un po'di tempo a questa parte sta focalizzando la sua attenzione sui complicati rapporti tra genitori e figli, prestando particolare attenzione al personaggio interpretato da Blake Lively prima, e a quelli di Ed Westwick e Taylor Momsen ora.
L'episodio affronta anche una questione lasciata in sospeso prima della pausa natalizia e inizia a fare finalmente luce sul segreto custodito da Lily, protagonista molto amata dai fan, tenuta ultimamente in ombra e apparentemente in procinto di tornare a galla.
A differenza di The Lady Vanished questo capitolo, salvo alcuni difetti di base ormai inevitabili, mostra dei piccoli miglioramenti che si riflettono immediatamente sugli ascolti: risale leggermente il numero degli spettatori, che sfiora i 2 milioni, cifra senza dubbio incoraggiante dopo l'ultimo brusco calo.
Il ritorno di uno dei personaggi più "cattivi" della serie, quello di Jack Bass, interpretato dal bravissimo Desmond Harrington (il detective Joey Quinn in Dexter), movimenta il ritmo generale, imprigionato ormai nella monotonia delle varie storie d'amore sviluppate e degli psicodrammi interiori di Chuck.
Nonostante affermi di essere cambiato e migliorato in positivo e di aver messo da parte vizi e difetti, sin dal suo arrivo Jack riesce a creare dei problemi al nipote, facendolo sprofondare in uno scandalo di molestie sessuali e costringendolo a cedere l'hotel, per non compromettere ulteriormente la sua credibilità come PR.
Pur di non consegnare le proprietà Bass nelle mani dello zio traditore, però, Chuck decide di ricorrere al test del DNA per verificare l'effettivo legame di parentela che lo lega a Elizabeth, l'unica della quale ora potrebbe fidarsi; la veridicità delle sue affermazioni è confermata dall'incrocio dei campioni portati in laboratorio, e la situazione sembra quindi salva: Elizabeth firma i documenti per la cessione dell'azienda e da questo momento in poi farà le veci del figlio, portando avanti il suo operato e sfruttando i suoi consigli e le sue idee, per salvaguardare il lavoro svolto egregiamente da Chuck sino a ora.
Il colpo di scena arriva inaspettatamente al termine dell'episodio: dopo aver millantato un odio fittizio nei confronti di Jack, Elizabeth si rivela l'ennesima traditrice interessata solo al denaro del rampollo figlio di Bart Bass e a dispetto di ogni aspettativa infatti, subito dopo aver ottenuto i documenti da Chuck, la donna riceve la visita di Jack che festeggia con lei l'amara vittoria ai danni dell'ingenuo ragazzo.... continua su movieplayer.it !
lunedì 22 marzo 2010
Gossip Girl - stagione 3, episodio 14: The Lady Vanished
La Cw ha rinnovato Gossip Girl per una quarta stagione, ma visto il calo netto negli ascolti e le forti incongruenze nella trama, forse è il caso che Josh Schwartz si metta seriamente al lavoro per risollevare una serie ormai quasi irriconoscibile.
The Lady Vanished (da The Lady Vanishes, pellicola del 1938 di Alfred Hitchcock) ruota intorno a tre vicende fondamentali: il travagliato rapporto tra Chuck e la madre ritrovata dopo anni, Jenny e Damien nei guai dopo essere stati scoperti in possesso di droga da Lily, e l'interminabile riavvicinamento tra Dan (o quel che rimane del suo personaggio) e l' insopportabile Vanessa.
La puntata non spicca in quanto a divertimento e originalità, questo è certo, ma riesce comunque in parte a coinvolgere grazie al capitolo inerente la famiglia Bass. Giunti a un punto ormai critico in questa terza stagione di Gossip Girl, basterebbe semplicemente elencare, in totale sincerità, quali elementi convincono e quali invece no, e apportare adeguate migliorie narrative laddove necessarie, per risollevare le sorti della serie.
La regia affidata all'attore Andrew McCarthy (il Joe Bennet di Lipstick Jungle ma anche, tra i tanti, il protagonista di Weekend con il morto, famosa commedia degli anni Novanta), non eccede particolarmente né presenta notevoli peculiarità e scorre discretamente per tutti i quaranta minuti.
Stephanie Savage, alla sceneggiatura, sembra voler chiudere brevemente la vicenda di Elizabeth Bass e suo figlio, giungendo almeno in apparenza a una conclusione: grazie all'intervento di Serena, infatti, che insistente fino all'esasperazione induce la donna ad avere un confronto con Chuck dopo vent'anni, i due finalmente si ritrovano e attraverso una chiacchierata risolutrice, si convincono a ricominciare daccapo.
L'augurio è che, la ritrovata serenità di Chuck elimini finalmente quel velo di malinconia posatosi su di lui e che rischiava di minare la sua storia con Blair. La parentesi dedicata a Serena e il parallelismo tra il suo rapporto col padre e quello di Chuck con la madre, probabilmente si esaurirà con altrettanta velocità, e la sua estenuante ricerca di Mister Van Der Woodsen a breve avrà finalmente un epilogo.
L'amara sconfitta della CW, che questa settimana totalizza durante la messa in onda della serie solo l'1,72 milioni di spettatori contro, solo per citarne uno, gli oltre 8 della Fox con 24, segna veramente un brutto colpo per il network, in rapida discesa con parecchi degli show trasmessi.
Il fatto che i fan si siano annoiati durante la parte riguardante Dan e Vanessa (che occupa buona parte delle scene dell'episodio), non ci sembra poi così strano: la loro relazione, oltre a essere prevedibile e scontata, dimostra di non avere nulla da raccontare e il continuo e inspiegabile tira e molla tra i due, non fa altro che contribuire a rendere la vicenda ancora meno appetibile per chi segue il telefilm.
Del Dan Humphrey che conoscevamo, e che vantava un'ottima schiera di fan, non c'è più l'ombra: ciò che resta di lui è solo un personaggio anonimo e piatto, privo di personalità e incapace di suscitare interesse o curiosità, totalmente in balìa di un'odiosa Vanessa, ostile e incoerente in ogni atteggiamento.
Il loro legame, che vorrebbe eguagliare quello tra Dawson e Joy in Dawson's Creek, probabilmente potrebbe anche esaurirsi tra le quattro mura dell'università e nessuno ne sentirebbe la mancanza: la storia annoia e non dà alcun segno di un futuro miglioramento.
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mercoledì 17 marzo 2010
Melrose Place: il ritorno di Amanda e nuovi amori per dare una scossa
Tempo di rinnovi per la CW: dopo aver confermato nuove stagioni per 90210, Gossip Girl e The Vampire Diaries, la rivelazione dell'anno, conserva ancora numerose riserve sugli stoici Smallville e One Tree Hill e sull'esordiente Melrose Place. Mentre però i primi due partono con un buon vantaggio grazie a una lunga tradizione sul network, diversa è la situazione per la serie ambientata a Los Angeles.
A dispetto dei numerosi detrattori che danno Melrose Place per sconfitta già da alcuni mesi a questa parte, noi non ci sentiamo di condannarla così aspramente, e ci auguriamo invece che le venga concessa un'altra possibilità prima che vengano chiusi i battenti.
Già prima della pausa natalizia, infatti, ci eravamo sentiti in dovere di prendere le difese di una serie, sicuramente non eccellente, ma con potenzialità di sviluppo e, nonostante i cospicui difetti, perlopiù temporali, riscontrati nell'intrecciarsi del telefilm con quello degli anni Novanta, vi avevamo riscontrato all'interno buone qualità, che ne favorirebbero una maggiore longevità.
Non tutto ancora è perduto, certo, ma le possibilità che venga rinnovata per una seconda stagione sono parecchio remote, considerando anche gli scarsi risultati ottenuti negli ascolti: dopo una partenza già di per sé poco convincente (poco più di due milioni), il numero degli spettatori è andando via via scemando sotto il milione e mezzo, rasentando il minimo storico proprio con la puntata trasmessa la scorsa settimana alla ripresa dopo una pausa di due mesi, che ha ottenuto l'1.19.
Neanche il ritorno tanto atteso di Heather Locklear (il 17 novembre scorso) è riuscito a sortire l'effetto sperato e la serie pare ormai destinata a concludersi con l'ultimo episodio previsto il 13 aprile prossimo, salvo improvvisi cambiamenti.
La Cw, da parte sua, sta tentando tutte le strade per assicurare un futuro, seppur instabile, alla serie e dopo la Locklear, ha già iniziato a far girare on line alcuni promo sul finale di stagione in cui sarà protagonista una reunion con le vecchie glorie del cast originale: accanto a Michael Mancini (Thomas Calabro) e Amanda, ritroveremo infatti anche Jo Beth Reynolds e Jane Mancini, rispettivamente Daphne Zuniga e Josie Bisset, già apparse come camei negli episodi iniziali.
L'idea di stuzzicare l'interesse del pubblico per accrescere gli ascolti, non sembra del tutto sbagliata, considerando che allo stato attuale tutto può risultare utile ai fini dell'audience, e chissà che questa non sia proprio la carta vincente.
Ciò che più stupisce è che alcuni dei protagonisti di questo remake, seppur molto interessanti e arricchiti da parecchie sfaccettature psicologiche, non siano riusciti a catturare l'attenzione dello spettatore come avrebbero dovuto: Ella, Jonah, David e Lauren, sembravano infatti destinati sin da subito a diventare i beniamini dei fan, grazie alla loro bellezza e alla spudoratezza ostentata dai loro personaggi. Nonostante l'innato charme dei quattro attori (Katie Cassidy, Michael Rady, Shaun Sipos e Stephanie Jacobsen) e la sfrontatezza portata in scena, hanno fallito laddove nessuno se lo sarebbe aspettato e non sono riusciti a far decollare lo show come avrebbero dovuto.
I produttori Todd Slavkin e Darren Swimmer (gli stessi di Smallville), continuano ad avvalersi di collaboratori seri e ben noti nel panorama telefilmico, sia alla sceneggiatura che alla regia: se da un lato troviamo autori come Caprice Crane (90210), David Babcock (Privileged) e Daniel Thomsen (Smallville), dall'altro, dietro la macchina da presa, si lascia carta bianca a registi cinematografici e non, come Liz Friedlander (Ti va di ballare?), David Barret (aiuto regista in Orphan) o David Paymer (Make It or Break It, October Road).
Per sapere cosa è accaduto ai ragazzi del civico 4616 dall'episodio Gower a quello appena andato in onda, Oriole, correte su movieplayer.it
lunedì 15 marzo 2010
90210: la stagione 2 prosegue tra riconciliazioni, tradimenti e novità
Al ritorno dopo la pausa invernale, la serie, nonostante il calo negli ascolti, annovera numerosi miglioramenti che hanno spinto la CW a rinnovarla per una terza stagione, con la speranza che non deluda, ancora una volta, le aspettative di pubblico e critica.
Bisogna ammetterlo senza negare l'evidenza: eravamo tra i primi a criticare 90210 mesi fa, sia per le numerose carenze a livello di sceneggiatura, sia per il paragone, forzato ma mancato, con la serie madre da cui prende ispirazione.
Eppure, giunti al tredicesimo episodio, siamo costretti a ricrederci e a dare un'altra possibilità alla serie, come ha fatto il network su cui viene trasmessa: nonostante il forte calo negli ascolti (l'episodio in onda la scorsa settimana ha contato meno di 1,80 milioni di spettatori), visti i miglioramenti apportati a partire dalla settima puntata, la CW ha deciso di rinnovare 90210 per una terza stagione, promettendo alcuni cambiamenti inerenti soprattutto al cast.
Nonostante avessimo in più di un'occasione bistrattato la serie, siamo costretti a ricrederci, almeno in parte, grazie al cambio di rotta adottato dagli autori che hanno finalmente voltato verso una strada più chiara e lineare conferendo maggior senso logico alle storie raccontate, e migliorando progressivamente il telefilm dopo il burrascoso inizio.
Restano delle carenze, questo è fuori discussione, ma non sono più legate alla storia in generale, che invece inizia a prendere finalmente una piega interessante, quanto soprattutto ai singoli personaggi, in particolar modo ai fratelli Wilson, Dixon e Annie, che proprio non convincono nel ruolo dei moderni Brenda e Brandon.
La serie, che inizialmente verteva più verso il drama che verso il teen, ha finalmente cominciato a virare verso la giusta direzione, assumendo quei tratti distintivi delle serie per adolescenti su cui la CW ha fatto la sua fortuna: dal ballo studentesco, agli evidenti richiami alla moda contemporanea (soprattutto quando si parla di Naomi), dalle incomprensioni con i genitori, allo spirito di gruppo ora più evidente, grazie soprattutto ai due nuovi personaggi entrati nel cast, Teddy (Trevor Donovan) ed Ivy (Gillian Zinser), finendo poi con le lovestory, seppur deboli, che infarciscono il tutto con un po' di romanticismo.
Ciò che indubbiamente manca però, è la storia d'amore con la A maiuscola, quella che siamo abituati a vedere e vivere in ogni telefilm per adolescenti e non che si rispetti. Tra i tanti rapporti sentimentali che intrecciano l'un l'altro i protagonisti, ne manca uno vero e proprio che faccia battere il cuore allo spettatore: siamo ancora parecchio lontani da Brenda e Dylan o Brandon e Emily, e da quel punto di vista non sembra proprio che 90210 offra un degno sostituto per i suoi predecessori.
Aldilà di questo però, la serie ormai diverte e il più delle volte riesce a coinvolgere il pubblico, a differenza della prima stagione; uno dei meriti va sicuramente riconosciuto anche allo scenario della Los Angeles dorata e patinata che continua ad attrarre e affascinare e a tenere i fan incollati allo schermo anche quando la serie tende a degenerare nel trash.
Filo conduttore è la buona sceneggiatura, nelle mani la maggior parte degli episodi, di Jenny Snyder, che riesce laddove molti hanno fallito fino a oggi conferendo la giusta continuità narrativa, anello di congiunzione tra il pubblico e il telefilm. Al suo fianco, in più di un'occasione, la Rebecca Rand Kirshner sceneggiatrice di Una mamma per amica, e Rob Thomas di Veronica Mars.
Per sapere cosa è accaduto ai ragazzi del West Beverly dall'episodio 8, Women's Intuition fino all'episodio 13, Rats and Heroes, correte su movieplayer.it !
Start Over
Reinventarsi dal nulla, senza sapere esattamente come.
Ripartire da zero, senza sapere verso quale direzione.
Ricominciare daccapo, dopo aver smarrito la strada.
Imboccare un bivio, senza capire dove condurrà.
Scovare da qualche parte quel coraggio che sembra volato via.
Combattere le proprie paure
Ripartire da zero, senza sapere verso quale direzione.
Ricominciare daccapo, dopo aver smarrito la strada.
Imboccare un bivio, senza capire dove condurrà.
Scovare da qualche parte quel coraggio che sembra volato via.
Combattere le proprie paure
mercoledì 10 marzo 2010
Gossip Girl - stagione 3, episodio 13: The Hurt Locket
Una pausa per rinsavire, ritrovare un filo logico e tornare frizzante e spumeggiante come una volta: questo l'obiettivo con cui Gossip Girl ci aveva salutato tre mesi or sono. Le prerogative sembrano buone, ora non ci resta altro da fare che aspettare e vedere se centrerà la meta.
Un lungo pit-stop di tre mesi ci ha tenuto lontani dalla nostra blogger preferita e dagli scandali che coinvolgono i ragazzi dell'Upper East Side, che sono finalmente tornati con l'obiettivo di coinvolgerci sempre più nelle loro scabrose (dis)avventure in quel di Manhattan.
La preoccupante crisi negli ascolti con cui avevamo lasciato la serie sul finire del nuovo anno persiste, precipitando sotto l'1,80 milioni di spettatori purtroppo anche in questo tredicesimo episodio, che in realtà meriterebbe un po' di fiducia in più.
Le lunghe pause possono sempre rappresentare un pericolo a metà stagione, col rischio che gli spettatori perdano il filo della trama o vengano attratti da nuove serie mettendo in discussione telefilm più "anziani" relegandoli nel dimenticatoio, ma è altresì vero che uno stop a volte può anche giovare.
La CW adotta spesso questa scelta, basti guardare anche gli altri teendrama del network come 90210 e Melrose Place (che tanto teendrama poi non è) anch'essi in ripresa in questi giorni dopo lo stop di dicembre, e il più delle volte questa soluzione si rivela molto utile ai fini della storia: fermarsi qualche mese per fare il punto della situazione e adottare nuove scelte stilistiche e narrative può giovare allo show, soprattutto se in caduta libera e sottotono, come nel caso di Gossip Girl, dove il break appare come l'unica alternativa possibile per evitare un appiattimento nella sceneggiatura e nell'evolvere degli eventi.
La situazione a dir poco caotica e confusa che avevamo lasciato nell'Upper East Side, in seguito al Giorno del Ringraziamento, ci aveva lasciato l'amaro in bocca visti gli standard molto alti cui eravamo abituati: soprattutto il personaggio di Serena, da sempre ribelle e sopra le righe, aveva raggiunto dei livelli a dir poco eccessivi e privi di senso logico, eguagliabile solo da un'altra protagonista, Jenny, non più credibile nel suo ruolo da sedicenne, gettando lo spettatore nel caos più totale.
Leighton Meester ed Ed Westwick nell'episodio The Hurt Locket di Gossip Girl Le liason tra la Van Der Woodsen e il politicante Tripp, e quella di Little J con lo spacciatore gentiluomo Damian Daalgard (Kevin Zegers), ci avevano lasciato sbigottiti per l'assurdità degli intrecci da lì scaturiti, e a volte increduli di fronte a situazioni surreali, su tutte la giovane Humphrey nei panni di un corriere per la droga.
Questo nuovo episodio, The Hurt Locket (da The Hurt Locker, film di Kathryn Bigelow che ha trionfato agli Academy Awards 2010 aggiudicandosi ben 6 statuette, tra cui quella di miglior film e miglior regia), riassume lo stato attuale dei protagonisti, aprendo nuovi spunti per il futuro e tentando di chiudere inutili porte aperte in passato.
L'episodio, diretto da Malchus Janocko, risulta divertente e spregiudicato al punto giusto, e non è un caso che alla sceneggiatura ci sia, oltre a Josh Schwartz (il creatore della serie), anche Stephanie Savage, autrice di alcuni tra gli episodi maggiormente riusciti di Gossip Girl.
Tra la precoce crisi matrimoniale scoppiata tra i novelli sposi Lily e Rufus, e le surreali peripezie di Jenny che si ritrova a confezionare una giacca d'alta moda in cui nascondere pasticche di ecstasy, spicca l'ironia sagace e cinica di Blair, più in forma che mai.
La brunetta torna a splendere come una volta dando ulteriore riprova di un graduale cambiamento, da noi auspicato mesi fa, e in atto ormai da un paio di episodi a questa parte. La Waldorf, sempre impegnata a inserirsi con fatica alla NYU e in particolar modo nel circuito delle società segrete universitarie, mette da parte il suo ego per offrire aiuto a Chuck, impegnato su altri fronti: sulle tracce di una misteriosa donna avvistata nei pressi della tomba del padre, il giovane Bass si convince che altri non potrebbe essere che sua madre, la cui morte lo ossessiona da diciannove lunghi anni, senza dargli mai tregua.
Spalleggiato da Blair, Chuck affronta l'emblematica Elizabeth, in una scena molto intensa e commovente, dove Blair riesce ad aver la meglio e a far breccia nella sensibilità della donna, che sebbene all'inizio menta al ragazzo, sul finire dell'episodio lo chiama per un chiarimento: chiamata che ovviamente Chuck non riceve, ma a cui siamo certi che prima o poi risponderà.
Ed Westwick interpreta con grande profondità il delicato momento che sta attraversando il suo personaggio, conferendo intensità e spessore al protagonista indiscusso di questa terza stagione: Chuck è in continua crescita, psicologica e professionale, e affronta ormai con una maturità eccellente le difficoltà che incontra sul suo percorso. Il perenne conflitto che interiormente vive col padre sta lentamente sfumando, e nonostante ne riesca a seguire le orme, si discosta egregiamente dagli errori commessi da Bart in passato. In virtù di tutto questo, siamo certi che il faccia a faccia con la madre servirà sicuramente ad accrescere la sua sensibilità e gli fornirà nuovi spunti di crescita.
Di pari passo con il progredire di Westwick, anche la collega Leighton Meester, ormai imprescindibile dal personaggio di Blair, a cui riesce a conferire in maniera equilibrata la giusta dose di ironia, e la saggezza di una giovane donna che riesce a infondere coraggio e supporto morale al compagno in crisi.
Degna di nota e ricca di humour la scena in cui, con indosso della lingerie sexy e un cappello da colbacco, imitando Anna Karenina, invita Chuck a trascorrere un pomeriggio di passione insieme: l'atteggiamento infantile da bambina un po' capricciosa si sposa a meraviglia con quello della femme fatale (che un tempo apparteneva a Serena), e l'ottimo risultato ottenuto è l'ulteriore conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che è lei la regina indiscussa della serie.
Parallelamente, è ancora in bilico il personaggio della Van Der Woodsen [...]
per saperne di più, correte su movieplayer.it
martedì 9 marzo 2010
Un panda a colori
[Messaggio promozionale :)]
Ecco in anteprima, un libro e uno scrittore che mi stanno particolarmente a cuore.
Piccolo Panda è triste: vorrebbe essere a colori e non in bianco e nero. Osserva gli altri animali e ognuno gli sembra più bello e fortunato di lui: il pappagallo ha le ali color arcobaleno, il camaleonte diventa verde brillante per confondersi tra le foglie, i pesci hanno delle splendide pinne lucenti... Ma proprio parlando con tutti questi nuovi amici scoprirà il segreto della felicità!
Autore: Tommaso Valsecchi
Serie Serie ARCOBALENO
Data di pubblicazione: Marzo 2010
ISBN: 978-88-566-0225-8
Formato: 12x19 cm
Prezzo: 7.5 euro
In tutte le librerie!
E lo trovate anche qui!
Ecco in anteprima, un libro e uno scrittore che mi stanno particolarmente a cuore.
Piccolo Panda è triste: vorrebbe essere a colori e non in bianco e nero. Osserva gli altri animali e ognuno gli sembra più bello e fortunato di lui: il pappagallo ha le ali color arcobaleno, il camaleonte diventa verde brillante per confondersi tra le foglie, i pesci hanno delle splendide pinne lucenti... Ma proprio parlando con tutti questi nuovi amici scoprirà il segreto della felicità!
Autore: Tommaso Valsecchi
Serie Serie ARCOBALENO
Data di pubblicazione: Marzo 2010
ISBN: 978-88-566-0225-8
Formato: 12x19 cm
Prezzo: 7.5 euro
In tutte le librerie!
E lo trovate anche qui!
domenica 7 marzo 2010
One Tree Hill, stagione 7: la fine si avvicina
Tempi duri per i fan di One Tree Hill: la serie, in caduta libera già all'inizio del 2010, non sembra accennare ad alcun miglioramento e le evidenti carenze a livello di trama e sceneggiatura inducono a sperare che la CW decida di non rinnovarla per un'ottava stagione.
Nonostante gli oltre due milioni di fan, che restano fedeli settimana dopo settimana, One Tree Hill non riesce più a convincere e inizia lentamente ad annoiare.
Il campanello d'allarme era già scattato all'inizio del nuovo anno, e a dispetto delle rassicurazioni rilasciate dal creatore Mark Schwahn, che aveva promesso nuovi colpi di scena e grandi novità, giunti al diciottesimo episodio, la situazione resta invariata e al posto delle grandi emozioni cui ci aveva abituati nel corso degli anni, ormai la serie si lascia andare alle noia e ai luoghi comuni.
Non risulta più in grado di appassionare lo spettatore, e laddove vi riesce è solo grazie alle storyline minori, considerando che quelle di maggior rilievo vengono portate avanti senza motivi apparenti, al solo fine di indurre lo spettatore a commuoversi gratuitamente.
I personaggi principali si stanno gradualmente facendo da parte, senza logica alcuna, lasciando sì spazio alle new entry della stagione, ma relegando in un angolo spunti narrativi aperti inizialmente, senza sottoporli a naturali sviluppi.
Nonostante Schwahn continui a circondarsi, sia alla regia che alla sceneggiatura, dei suoi abituali collaboratori che lo accompagnano ormai da anni (come David Strauss, Mike Herro, Joe Davola, solo per citarne alcuni), non riesce più ad apportare brio e originalità alla serie, almeno non come una volta, e il pericolo che One Tree Hill imbocchi una strada senza uscita, sembra ormai inevitabile.
In Family Affair dietro la macchina da presa c'è un regista d'eccezione, Paul Johansson, il perfido Dan Scott, che ci invita ad accogliere il ritorno di Taylor (Lindsey McKeon), l'antipatica sorella di Haley e Quinn, giunta a Tree Hill per portare un po' di scompiglio.
In questo quattordicesimo episodio l'attenzione è focalizzata sul rapporto burrascoso tra Taylor e le sue due sorelle maggiori, dalle quali si tengono alla larga anche Nathan e Clayton imbarazzati per il clima teso e glaciale che regna in casa Scott.
Nel frattempo, il gradito ritorno di Mouth, allontanatosi dalla città poco tempo prima per seguire Skills a Los Angeles, arriva al momento giusto per aiutare Millie nella difficile risalita dopo i suoi problemi con la droga. Questo capitolo, affrontato a nostro parere con troppa superficialità in alcuni punti, è però uno dei più interessanti della stagione: la rapida trasformazione di Millicent da brava ragazza a top model maledetta, brucia indubbiamente le tappe rispetto a come accadrebbe nella realtà, ma le sue disavventure sono senza ombra di dubbio quelle che catturano maggiormente l'attenzione dello spettatore, per la prima volta di fronte a tematiche nuove nel contesto della serie.
Stesso sorte tocca ad Alex Dupre, la bella Jana Kramer, accolta nel cast a inizio anno ma entrata già dopo pochi episodi nella cerchia dei personaggi più amati dai fan. Nata come antagonista per eccellenza di Brooke Davis nella storia d'amore con Julian, nel corso delle puntate andate in onda finora, Alex ha smesso i panni dell'attrice viziata e disinibita per indossare quelli dell'artista fragile e sensibile, innamorata sì di Julian, ma disposta a mettere da parte il suo sentimento per lasciarlo vivere felice al fianco di Brooke.
In Don't You Forget About Me, è proprio la Dupre a convincere la talentuosa stilista ad accettare l'incarico di costumista per il film che lei e Julian stanno per girare a Tree Hill. L'episodio, incentrato sugli anni Ottanta grazie al pretesto di un party a tema per il compleanno di Haley al Tric, è dedicato all'indimenticabile regista John Hughes (The Breakfast Club, Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare), scomparso l'agosto scorso, punto di riferimento, nel telefilm, per Julian, giunto finalmente alla sua prima regia.
Una puntata a tema indubbiamente divertente (seppur pressoché inutile ai fini della trama), arricchita da una guest star musicale d'altri tempi come i Cheap Trick, e imbevuta di citazioni cinematografiche, su tutte è forte il richiamo a Mamma ho perso l'aereo, nel parallelismo che vede il piccolo Jamie solo a casa a imitare in tutto e per tutto Macaulay Culkin, mentre i genitori sono alla festa.
A gettare un velo di malinconia alla storia, in My Attendance Is Bad But My Intentions Are Good, è l'arrivo di Lydia (Bess Armstrong), mamma delle tre sorelle Scott, in visita alle ragazze per comunicare loro una triste e inaspettata notizia. La donna, malata di cancro, è a Tree Hill per trascorrere il tempo che le rimane con le persone che ama.
Prevedibilmente però, non tutti reagiscono nel modo più appropriato, e se Haley e Quinn dal canto loro si disperano e cercano supporto morale nei loro compagni, Taylor si dà alla fuga comportandosi ancora una volta da codarda egoista, e deludendo nuovamente la sua famiglia.
Nel frattempo, sul set del film, Brooke cerca di riavvicinarsi a Julian, mettendo da parte rancori e rimorsi per provare a ricominciare, ma le ripetute interferenze involontarie di Alex sembrano volerle ostruire la strada, e il continuo tira e molla tra i due sembra destinato a non avere mai fine. Le disavventure amorose della Davis sfiorano ormai la monotonia, ripetendosi ciclicamente di stagione in stagione, sempre con la medesima cadenza e lo stesso identico epilogo.
At The Boom Of Everything (episodio che registra il minor numero di spettatori in questa stagione, circa 1,80 milioni) è diretto per l'occasione da Bethany Joy Galeotti, l'attrice che interpreta Haley, e proprio su questo personaggio e sul dramma che sta attraversando la sua famiglia, verte questo diciassettesimo capitolo. Senza darsi per vinta, la giovane James decide di consultare altri medici per verificare se esistano o meno cure in grado di salvare sua madre, ma lo stato della donna è ormai irreversibile.
Nonostante l'argomento toccante, la storia, che pur di commuovere è portata all'eccesso, finisce per risultare eccessiva, a tratti patetica e alla continua ricerca di un'esasperazione del dramma, costruita solo per far commuovere lo spettatore a tutti i costi, e che finisce per assumere una prevedibilità ovvia, a discapito dell'ottima l'interpretazione della Armstrong. Intanto per Quinn, già visibilmente provata, aumentano i guai: fuori città per un torneo di tennis, Clay incontra la giovane tennista Katie, che vorrebbe che lui diventasse il suo agente, incredibilmente simile a Sarah, la moglie defunta (l'attrice è la stessa, Amanda Schull, con un diverso colore di capelli), una celta indubbiamente poco originale e scontata.
Nel frattempo si riaffaccia sulla scena il buon Owen Morello (Joe Manganiello), ex di Brooke e di Millie, che lei ritrova nel gruppo di sostegno per i tossicodipendenti di cui fanno parte.
E mentre Millie cerca conforto nell'amicizia con Owen, Mouth non ci pensa due volte e compie una scelta inaspettata e lontana dal suo modo di fare da bravo ragazzo: tenta di sedurre Lauren (Allison Munn), fidanzata di Skills. La scelta di trasformare l'angelico Mouth in un amico infedele, non sembra particolarmente azzeccata e questo imprevedibile giro di boa compiuto dal suo personaggio risulta fuori luogo e inappropriata.
La straziante storia della famiglia James-Scott, trova il triste epilogo in The Last Day of Our Acquaintance, [continua su www.movieplayer.it]
martedì 2 marzo 2010
V
Quando un giorno, anche se lontano, giustizia sarà finalmente fatta,
danzerò senza tregua sui tuoi resti,
orgogliosa e fiera,
inebriata da un'insaziabile sete di vendetta.
Impara a mettere da parte i tuoi sogni per andare avanti.
danzerò senza tregua sui tuoi resti,
orgogliosa e fiera,
inebriata da un'insaziabile sete di vendetta.
Impara a mettere da parte i tuoi sogni per andare avanti.
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