La finale di Amici andata in onda lo scorso lunedì 29 marzo si è prolungata oltre la mezzanotte e mezza, sullo stile del Festival di Sanremo, sottraendo a molti la possibilità, dopo mesi e ore di attesa, di conoscere in tempo reale il nome del vincitore, ripiegando l’indomani sul quella fonte inesauribile che è il web.
Tra canzonette del repertorio nostrano e brani di musica lirica, tra canzoni inedite confezionate ad hoc per i concorrenti e hit da super classifica, la gara si è consumata in maniera lenta e ripetitiva nell’arco di tutta la prima serata di Canale5.
A sfidarsi nel primi minuti, il Pierdavide Carone autore del brano sanremese cantato dall’altro ex “defilippiano” Valerio Scanu (presente tra il pubblico con Alessandra Amoroso e Marco Carta), e la novità di questa edizione, il tenore in erba Matteo Macchioni.
A dispetto del grande successo riscosso dal cantante veneto nel corso dell’anno (sempre primo in classifica, superato solo in un paio di occasioni dalla compagna di squadra nei blu, Loredana Errore), il primo scontro si conclude “inaspettatamente” con il trionfo del primo, molto amato dai critici e dai discografici presenti in studio, e lo sconfitto viene velocemente congedato dalla conduttrice che ne approfitta per promuovere il suo disco in uscita il prossimo 9 aprile.
Pierdavide prosegue indicando chi sfidare nel suo tortuoso cammino verso la vittoria e la scelta ricade su Loredana, partita in netto vantaggio su di lui grazie al supporto morale di buona parte dei deejay e dei giornalisti, ospiti d’onore della serata, come la Pina, Marco Baldini e il Nongiovane (a cui non sapremmo onestamente quale ruolo affibbiare).
I due si scontrano sulle note dei loro inediti (che ormai tanto inediti non sono visto che tutti vengono inquadrati a canticchiare insieme in loro) e di un paio di brani in comune: il verdetto del televoto si mostra da subito altalenante e raggiunge in più di un’occasione il pari merito.
Alla fine ha la meglio la giovane artista calabrese, che riesce a stregare i telespettatori grazie alla sua inesauribile grinta e al singolo scritto per lei da Biagio Antonacci, Ragazza Occhi Cielo (disponibile su iTunes da circa tre mesi…).
Carone saluta, la De Filippi ne approfitta per ricordare al pubblico dei consumatori il romanzo appena pubblicato dal cantante multitasking, I sogni fanno rima, e per sottolineare che il suo singolo Di Notte domina il primo posto della classifica di iTunes da più di una settimana.
Altro giro, altra corsa, altra trovata pubblicitaria.
Stavolta tocca a Platinette cimentarsi in un messaggio promozionale, e lo fa con un tempismo perfetto, nel presentare la quarta e ultima cantante in gara, l’esplosiva Emma Marrone (che ricorda forse fin troppo Alessandra Amoroso sia nello stile che nel carisma), nei negozi da due settimane con il suo primo album, Oltre, già disco di platino, e annunciata come vincitrice due mesi or sono.
La sfida tra le due ragazze, in auge sin dalle prime puntate di questa edizione, affonda le basi in un’antica (in termini di mesi) antipatia: le due si scontrano ormai dallo scorso settembre, dividendo in due professori e discografici, e dando spunto a due opposte fazioni.
Entrambe riescono a emozionare gli ascoltatori grazie a una potenza vocale incredibile e a un’ottima padronanza della scena: a loro agio sul palco, affiancate dall’orchestra di Beppe Vessicchio, emozionano il pubblico e la critica durante le loro esibizioni , scatenando una tempesta di voti.
Ad aggiudicarsi il premio finale di ben duecentomila euro, alla fine è Emma Marrone, come da pronostico, e sono in pochi a rimanerne sorpresi.
Sei milioni di telespettatori hanno seguito la nona finale del talent show più famoso e amato della tv, che ormai però, ha perso i pregi che poteva vantare nelle prime edizioni: diventato una fabbrica di artisti pre-costruiti e studiati a tavolino, ha smarrito la sua spontaneità iniziale, degenerando nella mercificazione del talento.
La sfida ha perso il sapore agonistico vantato all’inizio, ed è diventata ormai una vetrina per i produttori e le case discografiche che attingono senza remore a una carrellata di giovani vocalmente dotati per trasformarli, nell’arco di pochi mesi, in prodotti artefatti destinati a esaurirsi in breve tempo.
L’ultima serata ha sacrificato i ballerini, relegando in un angolo danza e recitazione, accantonando nelle ultime file professori e tutor per lasciare spazio ai protagonisti dello show biz e produttori, tendendo a pubblicizzare semplicemente l’operato di Sony, Sugar, Universal ed Emi, piuttosto che il talento, e contribuendo così a snaturare completamente l’identità del programma.
Una fabbrica di artisti meteore, che non ha più motivo di esistere.
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