There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 5 marzo 2012

Posti in piedi in paradiso: il ritorno della sana commedia all'italiana



Con Posti in Piedi in Paradiso, Carlo Verdone guarda con estrema sincerità e coerenza alla realtà di oggi, dipingendo un affresco semplice e autentico della società odierna, quella dei “nuovi poveri”, dei precari, dei divorziati e dei “paraculi”, con la crisi economica a fare da leitmotiv.
Al centro del film, oltre al regista, le due valorose spalle,
Marco Giallini e Pierfrancesco Favino, tre uomini umili in cerca di riscatto e di quella seconda chance che non gli viene concessa neanche col contagocce. Tre comuni scapestrati di mezza età che si ritrovano improvvisamente a dividere un appartamento malmesso, accomunati oltre che da una sana dose di sfortuna, di scelte azzardate e di rimpianti, anche dalla disperata ricerca di avere un giorno quel posto in paradiso a loro disposizione, seppur in piedi, come suggerisce titolo.
Una pellicola decisamente ben riuscita, che racconta sì una sconfitta generazionale, ma che guarda con speranza al futuro, tra disperazioni esistenziali ed economiche, senza scivolare nel buonismo o nella retorica. Il regista, guarda con bontà alle peripezie dei tre uomini, senza lasciarsi trasportare in giudizi o consigli scontati, e saluta lo spettatore strizzando l’occhio alle nuove generazioni, suggerendo di sottecchi, ai genitori di oggi, di dare una possibilità ai loro ragazzi, perché proprio loro, in futuro, potranno riscattarli forse da una vita di fallimenti.
“Ci salveranno i nostri figli – ha afferma lo stesso Carlo in un’intervista – sono intelligenti e maturi, più di quanto possiamo credere. Ce la faranno, e saranno loro finalmente a cambiare questo mondo”.
La commedia all’italiana fa eco da lontano, gli autoriferimenti anche: eccolo lì, quel Verdone che da trent’anni ci fa sbellicare, a seminare qua e là battute che con la memoria (e tanta nostalgia) ci riportano a Romeo Spera (
Sono pazzo di Iris Blond), Bernardo Arbusti (Maledetto il giorno che t’ho incontrato), Piero Ruffolo (Compagni di scuola), senza tuttavia ripetersi, o risultare monotono.
La comicità di Marco Giallini, più casereccia e diretta, ricorda quella salace di Walter Finocchiaro (
Angelo Bernabucci) in Compagni di Scuola, o quella di un altro celebre personaggio verdoniano, l’Armando Feroci di Gallo Cedrone, a ulteriore riprova che la battuta “romanaccia” verace, spesso tanto criticata, riesce invece a esprimere al meglio il senso di amarezza e rassegnazione di molti personaggi. Strepitoso Favino, in un ruolo atipico rispetto alla norma, che fa da contraltare agli altri due, sorprendentemente credibile nei panni di un quarantenne senza arte né parte.
A completare il quadretto e ad aggiungere quel tocco di femminilità in un film che altrimenti sarebbe totalmente “al maschile”, una splendida
Micaela Ramazzotti nell’ennesimo ruolo da svampita, che dopo Tutta la Vita Davanti e La Prima Cosa Bella, le sembra ormai cucito addosso.
È un umorismo sempre educato e pacato quello del buon Carlo, mai volgare o infarcito di doppi sensi esplicitamente sessuali, e anche quando la telecamera finisce “tra le lenzuola”, in un momento di intimità tra lui e la Ramazzotti, riesce a farlo con ironia e leggerezza, senza mai scadere nella macchietta.
A dispetto dei cine-panettoni ridicoli e scadenti degli ultimi anni, del fiorire di comici toscani di bassa lega o di pseudo umoristi della tv che tentano di far ridere con sarcasmo spinto, con Verdone si ritorna finalmente alla realtà, alla genuinità di Monicelli, e sporadicamente anche alla teatralità del maestro De Filippo.
Conti salati da pagare, assegni di mantenimento per i figli, prestiti e spiccioli chiesti qua e là, danno vita a un film che insiste però più sulla crisi dei sentimenti che non su quella del portafogli, in cui si evince l’ormai totale maturità stilistica del regista romano, sempre più propenso a metter da parte i finali melodrammatici alla
Perdiamoci di vista o Al Lupo al Lupo a lui tanto cari, e chiudere invece con un happy end che accontenta tutti. alla stregua dei più recenti Il mio Miglior Nemico e Io, Loro e Lara.
Verdone sa come fotografare le gioie e le sventure di tutti i giorni, sa come farci divertire e come indurci alla riflessione, e nonostante oggi abbia perso l’audacia di una volta, quando non si ostinava ad apparire politicamente corretto a tutti i costi, in questi anni ha guadagnato l’esperienza e la maturità giusta per approfondire tematiche più introspettive e raccontare storie di tutti i giorni.
E lo fa senza esagerare, dribblando i cliché e rispecchiando fedelmente la realtà di oggi.
Posti in piedi in paradiso fa sì ridere, ma lascia anche un po’ di amaro in bocca, perché in più di un’occasione la sensazione è quella di specchiarci nel nostro riflesso, e ahimè, di ridere anche e soprattutto di noi stessi.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai che non lo avrei mai detto? Verdone mi pare faccia sempre lo stesso film da anni invece sei già la seconda che mi dice che vale. Ci darò un'occhiata appena possibile. Sabato ho visto "Paradiso amaro" e ti dirò che mi è piaciuto. Bella l'intervista...

Anonimo ha detto...

Cara Stargirl,
Sono una grande fan di Verdone, e anche se alcuni suoi ultimi lavori non mi hanno convinto del tutto, lo amo comunque perchè anche nel suo "poco" ci comunica e ci diverte! Andro' appena possibile a vedere questo suo ultimo lavoro, anche perchè dopo aver letto la tua recensione, mi sono convinta ancor di più della validita' del lavoro. Una buona sana e.... pulita comicità di questi tempi non può che far bene. Riflettere sulle odierne disgrazie sorridendo è una ottima occasione per sopravvivere:
COmplimenti , se fossi in te la manderei al sito di Carlo, non può che fargli piacere!
Orny

chiara ha detto...

Visto ieri!
Concordo in pieno con la tua recensione, mi è piaciuto molto...
ciao, chiara

Artemio Antinori writin' ha detto...

Fortunatamente CARLO VERDONE non ha mai fatto lo stesso film. Ha avuto momenti più o meno lucidi, noi ne contiamo molti di più quelli lucidi, ma è sempre stato nel bene e nel male originale. Gli interpreti scelti per questo film sono esperti, misurati e perfettamente in sintonia con gli sceneggiatori ed il regista; MARCO GIALLINI più che a quel grande personaggio che fu FINOCCHIARO in "COMPAGNI DI SCUOLA" mi ha fatto ricordare molto di più alcuni interpreti della commedia anni '60 tipo il FRANCO FABRIZI di "RACCONTI ROMANI" piuttosto che il grande SORDI de I VITELLONI" oppure ancora il GASSMAN de "IL GAUCHO"; eccessivo dove avrebbe dovuto esserlo, incisivo nei momenti cruciali del film insomma, un professionista a tutto tondo forse sottovalutato dai nostri autori odierni. PF FAVINO misurato e credibilmente frustrato dalla sorte toccatagli, complementare a CARLO VERDONE in molte scene preciso nella tonalità delle battute da intellettualoide medioborghese. CARLO VERDONE splendidamente e crudamente realistico schietto sincero e cinico come forse la sua età gli permette di essere con il plauso di aver adattato una MICAELA RAMAZZOTTI perennemente "zeppata" nell'abbigliamento calzaturiero da farla sembrare (o forse lo è già ?) la nostra nuova MONICA VITTI del nuovo cinema italiano; rauca, sexy, belle e biascicosa al punto giusto.
Un gioiellino che, pur se con episodi comunque positivi come "IO,LOROE LARA",dai tempi de "L'AMORE E' ETERNO FINCHE' DURA" aspettavamo come prova di CARLO.
La mia speranza è che il suo processo di "WOODYALLENANIZZAZIONE" proceda in maniera veloce così da potersi sedere dietro la macchina da presa e girare in modo più preciso vizi, virtù e fobie del Paese in cui viviamo. O forse sta cercando un degno alter ego.
"Abbiamo dormito otto ore appiccicati vorrà di' qualcosa?"
"Certo che vorrà di' qualcosa come no?"
Grazie CARLO !

Anonimo ha detto...

Dopo aver letto il tuo commento,fatto con tutti i presupposti di un bravo e competente critico cinematografico, mi hai convinto ad andare al cinema a vedere il film in modo che io possa o meno, condividere le tue opinioni.
Come direbbe Carlo mi auguro che sia veramente "UN SACCO BELLO"
Jef 45

Stargirl ha detto...

@NewMoon: Paradiso Amaro ancora mi manca, mi ispira poco, ma lo vedrò.. Guarda Verdone mi raccomando!!!! Merita!

@Anonima: grazie dei complimenti e buona visione! :)

@Chiara: vero?! proprio un bel film! a presto!

@Anonimo: èun sacco bello davvero, :) fidati!

@Artemio: gran bel commento, ottima coda alla mia recensione. Concordo pienamente sul paragone Ramazzotti-Vitti. Credo fermamente anche io nel suo processo di WOODYALLENANIZZAZIONE e spero si compia pienamente!

Valerie ha detto...

mi unisco all'anonima! forza su che diventi famosa!! baci bravissima!

Anonimo ha detto...

Bè, lo ammetto, mi hai incuriosita.

Non amo Verdone ma... non escludo mai nulla a priori.

Buona serata, Stargirl

Alessandra ha detto...

Lancio la sfida! :-)

http://quellochemimanca.blogspot.com/2012/03/i-10-piaceri-dellanima.html

Francesca ha detto...

mi ispirava già moltissimo, lo vedrò sicuramente

Stargirl ha detto...

@MissValerie: sempre troppo buona, cara! ^^

@Assi@: vedrai che non resterai delusa! a presto!

@Alessandra: sfida accettata! appena ho 5 minuti, preparo la lista!

@Francesca: fammi sapere che ne pensi poi!

CyberLuke ha detto...

Visto domenica scorsa.
Non è il miglior Verdone degli ultimi anni, ma mille volte meglio del dimenticabilissimo (e, difatti, già dimenticato) Lei, loro e Lara.
Ti parla uno che è innamorato dei primissimi suoi film (Un Sacco Bello e Bianco, Rosso e Verdone su tutti), ma che comunque apprezza il suo modo di fotografare il mondo e certe sue realtà, anche (e forse soprattutto) le più squallide e meschine, riuscendo a far sorridere e riflettere allo stesso tempo, cosa assai meno banale di quanto possa apparire.
Cosa non mi è piaciuto?
Lo strausato stratagemma della vincita alla lotteria come deus ex machina, e la Ramazzotti, un pelo sopra le righe che ne fa il solo personaggio poco credibile.
Per il resto, Carlo si dimostra il solito grande orchestratore di talenti. ;)

Scarlett ha detto...

che bella recensione...lo vedrò sicuramente! :-)
ps grazie per essere passata da me!