There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

martedì 6 marzo 2012

The Walking Dead: questioni di leadership

(attenti agli spolier se non avete ancora visto la 2x11)



Facile immaginare che lo zombie punzecchiato da Carl  non sarebbe rimasto a lungo sulla riva del fiumiciattolo ad aspettare. Difficile prevedere però, che l’irresponsabile gesto del bambino avrebbe avuto ripercussione proprio su Dale, l’unico protagonista rimasto moralmente integro dall’inizio della serie a oggi.
Punto di riferimento per buona parte del gruppo, uomo saggio e comprensivo, personaggio chiave dalle mille sfaccettature psicologiche, leader di cui difficilmente riusciremo a fare a meno. Un episodio mozzafiato,  l'ultimo andato in onda, che spiana la strada alla season finale che ormai: il 18 marzo infatti, la seconda stagione di
The Walking Dead, chiuderà i battenti.
A due puntate dalla fine
Frank Darabont ci costringe ancora una volta a rimanere senza fiato, inermi e impotenti di fronte a una morte monumentale, inaspettata, memorabile.
In un intenso e inevitabile crescendo di pathos e inquietudine, siamo spinti nuovamente a interrogarci su come ci comporteremo noi in una situazione simile: a quali scelte daremo man forte e da quali invece vorremo a tutti i costi dissociarci? Quali gesti saremo capaci di compiere una volta oltrepassato il limite?
Questo il dubbio amletico al centro di
Judge, Jury, Executioner, che indaga a fondo sui sentimenti umani, sulla purezza di spirito, sul libero arbitrio, e che riesce a metterci spalle al muro innescando in noi stessi una serie di interrogativi dai quali difficilmente è possibile sottrarsi senza prima aver trovato una risposta.
Al centro dell’episodio, Dale rappresenta l’ago della bilancia: l’unico in grado di riportare il disordine sulla retta via e di mettere a tacere la follia esplosa in ogni dove. È lui l’uomo di fede in grado di dissipare, seppur lievemente e con fatica, quel tarlo che consuma i protagonisti e contamina la bontà d’animo di Rick.
Solo contro tutti Dale, capace di mettersi in gioco fino alla fine per preservare l’unione e l’integrità del gruppo, per dar voce ai suoi principi, sgolandosi a più non posso per riportare i suoi compagni di viaggio sulla strada giusta.
Lui, così impegnato a salvare la vita di uno sconosciuto da prendere sottogamba il pericolo nascosto dietro l’angolo, da sottovalutare il nemico vero.
Dale implora pietà col il ventre dilaniato.
Dale guarda negli occhi Daryl e lo supplica di metter fine alle sue sofferenze, proprio lui, che di fronte a una scelta del genere, avrebbe predicato tutt’altro.
Uomo prudente e riflessivo, protettivo con i più deboli, impavido di fronte ai più temibili, anche quando hanno il volto e i muscoli di Shane.
Lui, così temerario e testardo, disposto a qualsiasi cosa pur di far prevalere la ragione e la giustizia.
Dale è morto ingiustamente, senza rendersi davvero conto di quanto fosse servita la sua lezione all’intero gruppo. Se n’è andato convinto che fosse troppo tardi, senza sapere che invece avrebbe avuto ancora la possibilità di cambiare le cose e di modificare il corso degli eventi.
Mentre il duello tra Rick e Shane, più psicologico che fisico questa settimana, continua in sottofondo, un vero leader ci abbandona per sempre, lasciando un vuoto incolmabile, ingiustificato, ingiusto. Qualcuno dovrà raccogliere le redini e farsi portavoce del suo insegnamento, ristabilendo un ordine quantomeno apparente, per venir meno alle previsioni di Daryl, che in un futuro ormai prossimo vede la totale disgregazione del gruppo. Ed è lui stavolta a ergersi su tutti, approfittando del fatto che Rick e Shane siano troppo impegnati a colpevolizzarsi a vicenda.
Daryl si fa spazio tra gli ignavi, dribbla la vigliaccheria di Shane, la debolezza di Rick, e impugna la pistola per metter fine al dolore di Dale.
Uno sparo.
Il silenzio.
il dramma trova un epilogo grazie a un personaggio favoloso, sul quale in pochi fino a oggi erano disposti a scommettere davvero, ma su cui, personalmente, ho sempre creduto.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti confesso che, ieri sera, sono rimasta letteralmente sbalordita. Non mi aspettavo un epilogo di questa portata emotiva.Daryl si sta rivelando un personaggio fantastico, mentre sia Rick (ebbene si) che Shane in questa puntata non ne sono usciti per niente bene. Attendo ulteriori clamorosi colpi di scena per il finale di stagione.

Valerie ha detto...

passo di qui per lasciarti un bacino! ciao gioia

Stargirl ha detto...

@NewMoon: in tempi non sospetti, se non sbaglio proprio a te avevo detto che Daryl avrebbe rivestito un ruolo fondamentale! :)

@MissValerie: :-* ^^

Loki ha detto...

Condivido. Daryl si è rivelato proprio un bel personaggio.

Con la morte di Dale sembra però sparito l'ultimo barlume di civiltà.

Chissà se qualcuno saprà ereditarmene la coscienza, l'etica, il senso di giustizia...in una parola l'umanità?

Stargirl ha detto...

@canGiando: purtroppo temo che nessuno lo farà.. staremo a vedere cosa succederà. con grande trepidazione!