Charlie (Logan Lerman) è un
adolescente timido, impacciato ed estremamente intelligente.
È un ragazzo che cammina in
equilibrio sul mondo, in punta di piedi su un filo e ha costantemente paura di
cadere.
Charlie cerca disperatamente
un “suo” posto nel mondo, e fatica ad affrontare e a tener testa alle gioie e ai dolori
che spesso il diventare adulti comporta.
La sua vita, per nulla
semplice nonostante la giovane età, cambia all’improvviso quando incontra l’esuberante
Sam (Emma Watson) studentessa dell’ultimo anno, e suo fratello Patrick (Ezra
Miller).
Nel tentativo di superare con
estremo dolore, il suicidio del suo migliore amico Michael, Charlie si ritrova
così in un mondo tutto nuovo, dove gli viene finalmente concessa la possibilità
di lasciare il segno e non essere più un “ragazzo da parete”.
Ed è proprio nelle lunghe,
seppur sporadiche, lettere che Charlie scrive a un amico immaginario, forse inventato per colmare il vuoto lasciato da Michael, che iniziamo a
conoscere un po’ meglio il nostro protagonista: tra feste, primi baci e
problemi di cuore, comincia via via a lasciarsi andare, raccontandoci
qualcosa in più su di lui.
Il sogno di diventare scrittore,
le piccole incomprensioni con la maggior parte dei ragazzi della sua età,
quella tremenda sensazione di sentirsi sempre fuori posto, sempre un pesce fuor
d’acqua.
Dear Friend, I'm sorry I haven't written in awhile,
but I've been trying hard to not be a loser.
Charlie ci rammenta che essere adolescenti non è affatto facile, anche se forse ce lo dimentichiamo troppe volte.
Capita spesso che i problemi
quotidiani, interpersonali o professionali che siano, riescano in qualche modo
a farci scordare quanto in realtà fosse dura “a quell’età”, quell’età che lì
per lì sembra non passare mai e che inevitabilmente, anni dopo, ti ritrovi a
rimpiangere.
Charlie non è un ragazzo come
tutti gli altri, la sua infanzia è stata segnata da un evento tragico
legato anni dopo alla morte inaspettata della zia, donna alla quale era molto affezionato, donna che in qualche modo
segnò i primi, confusi anni della sua vita.
Charlie percepisce
profondamente il dolore delle persone che lo circondano: lo assorbe, lo
somatizza, lo fa suo, senza quasi rendersene conto.
Soffre per qualcosa che non
ha fatto. Soffre il più delle volte, per colpe che in realtà non ha,
Soffre più di molti altri,
fino all’esasperazione, fino all’esaurimento: non è in grado di mettere un filtro
tra la sua empatia e il mondo esterno.
“A quell’età” non desideri
altro che sentirti accettato, giusto, inserito in quel gruppetto di amici che
per te, in quel momento, rappresentano davvero tutto.
Basta un errore e sei fuori,
perché quello dei teenager è un mondo duro, difficile, anche se
oggi, distratti dalla frenesia della vita quotidiana, quasi non ce lo ricordiamo più.
Dopo un piccolo passo falso, a Charlie basta poco per capire che, quegli amici che ha faticosamente ritrovato dopo aver ricominciato a respirare, " dopo Michael", potrebbe perderli all’improvviso qualora venisse a mancare la fiducia. Ma la
fiducia è dura da conquistare.
Per la prima volta dopo
Michael, Charlie sente di appartenere a qualcuno, e l’idea di perdere tutto, lo
atterrisce. Ed è qui, che Charlie inizia a dare il massimo, per guadagnarsi un piccola, quasi invisibile, ma terapeutica, fetta di felicità
I know who you are, Sam. I know I'm quiet... and, and
I should speak more. But if you knew the things that were in my head most of
the time, you'd know what I really meant. How, how much we're alike and, and
how we've been through things... and you're not small. You're beautiful.
Con Sam e Patrick, il ragazzo
timido e impacciato conosciuto all'inizio, lascia finalmente spazio a un adolescente che non ha paura
di mostrarsi così com’è, e con loro ritrova la fiducia in sé stesso, la voglia di vivere che aveva smarrito per strada.
Accanto a Sam e Patrick,
Charlie si sente vivo, si sente “infinito”.
Ogni tanto, per far sì che questo accada, basta
davvero poco, peccato che spesso lo dimentichiamo.
Questa è la lezione che Charlie desidera insegnarci, quella di un ragazzo che, in un determinato momento della propria vita, è inciampato, è caduto sì, ma è anche riuscito a rialzarsi, prendendo di petto la vita nonostante paure e fragilità e riponendo la fiducia in un paio di amici.
Forse le amicizie vissute “a
quell’età”, sono le uniche che ci segnano veramente, e probabilmente gli amici
persi durante il cammino, li rimpiangeremo per sempre.
E un giorno ci ritroveremo
lì, a versare infinite lacrime sul tempo andato, imprigionati nel passato, circondati dai
ricordi, come dentro una vecchia fotografia.
And there are people who forget what it's like to be
16 when they turn 17. I know these will all be stories someday. And our
pictures will become old photographs.
Charlie ha solo 15 anni, e
nonostante le difficoltà, davanti a sé ha una vita intera, da vivere qui e ora.
Tentennando,
soffrendo forse, ma con gli occhi rivolti all’orizzonte, perché tempo per
guardarsi indietro ne avrà, ma non è questo il momento giusto per farlo.
Perché alla sua età, “a quell’età”,
è giusto sentirsi “infiniti”
But right now these moments are not stories. This is
happening, I am here and I am looking at her. And she is so beautiful. I can
see it. This one moment when you know you're not a sad story. You are alive,
and you stand up and see the lights on the buildings and everything that makes
you wonder. And you're listening to that song and that drive with the people
you love most in this world. And in this moment I swear, we are infinite.
The Perks of Being a Wallflower, tratto
dall’omonimo romanzo cult di Stephen Chbosky, regista del film, uscirà nelle sale
italiane il 14 febbraio 2013 col titolo “Noi siamo infinito”.