There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 21 gennaio 2013

Wilfred: stasera su Fox Life in onda la seson finale

Si conclude stasera, in prima visione su Fox Life, la prima esilarante stagione di Wilfred, mentre negli Stati Uniti lo scorso settembre è andata in onda la season 2.

Qualora vi foste persi questa piccola, irresistibile perla di FX, ecco la recensione della prima stagione che sono certa vi invoglierà inevitabilmente a recuperare tutti gli episodi del nostro irresistibile beniamino!




Jason Gann è un attore, comico, sceneggiatore e cantante di origini australiane che nel 2002 ha co-diretto e interpretato il cortometraggio Wilfred, vincitore dei premi Best Comedy e Best Actor al Tropfest e che l'anno successivo è stato persino presentato al Sundance Film Festival dove ha riscosso un discreto successo.
Dal cortometraggio è nata l'omonima serie in Australia e nel 2011 la casa produttrice FX ha compiuto un ulteriore passo avanti esportando Wilfred negli USA per un remake che ha per protagonista l'ex hobbit Elijah Wood e lo stesso Gann nel ruolo di Wilfred, mentre alla sceneggiatura troviamo David Zuckerman, già autore di numerose puntate dei I Griffin.
Quante volte, a passeggio con il vostro Fido/Briciola/Fuffy, vi siete chiesti cosa stesse pensando in quel momento? E quando abbaia contro qualcuno (apparentemente) senza motivo o anche solo quando vi guarda con quell'aria strana, come se volesse dirvi qualcosa di importante?


Wilfred, la prima serie che piace sia ai cinefili che ai cinofili, risponderà a queste e a molte altre domande partendo da un semplice eppure efficace presupposto: il cane è il migliore amico dell'uomo, ma perché allora non rendere ancora più esplicita quest'amicizia?
Questo è quello che succederà al giovane avvocato Ryan Newman, Wood appunto, che senza più uno scopo per cui vivere, tenta il suicidio imbottendosi di pillole: il tentativo fallisce miseramente e dopo una notte insonne, la sua vicina di casa Jenna (Fiona Gubelmann, CSI, Californication e My Name is Earl) gli chiede se può tenerle il cane mentre lei è al lavoro. Ma se Jenna e il resto del mondo vedono in Wilfred un cane, Ryan, e con lui lo spettatore, ci vede un uomo con un costume grigio da cane e un accento australiano.
Ryan scoprirà presto che Wilfred è un "cucciolo" sboccato, che fuma sigarette (solo quando è a corto di erba), beve birra, mangia qualsiasi tipo di cibo spazzatura e come se non bastasse ha degli impulsi sessuali irrefrenabili che spesso riversa su Orso, un vecchio e malandato peluche, oltre a essere molto protettivo nei confronti di Jenna, la sua padrona.
Il quadrupede assume presto il ruolo di migliore amico di Ryan, ma dato che l'uomo è il solo a vederlo e a sentirlo, ne diventa in qualche modo, inevitabilmente, anche la sua coscienza.
Nel corso di questa serie che possiamo definire più come una dark comedy che una vera e propria sit-com, Wilfred servirà da innesco per risvegliare la coscienza e il carattere di Ryan, da anni succube della sorella e del padre, della sua professione di avvocato-squalo, e della società stessa che in qualche modo gli (e ci) impone di comportarsi nella maniera più idonea.

Wilfred è come una pallina impazzita all'interno di quello schema predefinito che è la vita di Ryan, e con le buone, ma soprattutto con le cattive maniere, riesce a sgretolare sotto i suoi occhi tutte le sue certezze, calpestandole senza troppe remore.
Ma forse è proprio questa la metafora attraverso cui possiamo cogliere il significato della serie: l'idea di Gann quando ha creato Wilfred, era che quando tutto il mondo attorno a noi crolla e anziché risalire ci troviamo a scavare, c'è solo una cosa da fare: stravolgere la nostra vita cambiando le prospettiva delle cose e osservarle da tutt'altra angolazione.
E quindi non è certo un caso che i titoli delle puntate siano quelli dei valori della vita, come "happiness", "trust", ma anche "compassion" o "pride".
Nel corso dei tredici episodi che compongono la prima stagione si passa da episodi guidati da un umorismo dissacrante e gretto, come in Fear e in Acceptance, ad altri come Anger che, malgrado conservi tutta la sua carica di cinismo, riesce perfino a far commuovere nei quaranta secondi conclusivi. E attenti al finale di stagione, Identity, con un cliffhanger degno del miglior Lost.

Come ciliegina sulla torta, la caratterizzazione dei personaggi "secondari", a partire da Jenna, forti quel tanto che basta da divertire senza rubare il palcoscenico alla coppia comica Wilfred/Ryan che trova in Elijah Wood una vena comica davvero inaspettata. Ma soprattutto in un Wilfred/Gann che si rivela essere un'artista poliedrico e brillante, dotato di un'ironia spietata e convincente: i due attori sono i primi a divertirsi in scena e questo traspare in qualche modo anche allo spettatore.
Per questa originale serie in Italia c'è ancora da aspettare qualche mese, quello che è certo è che per godersela al massimo andrà vista in compagnia del proprio "cucciolo": forse a voi Wilfred potrà non piacere, ma se noterete una strana espressione, come una specie di sorriso sul muso del vostro "migliore amico", allora capirete che sarà meglio non cambiare canale.

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