There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 1 ottobre 2012

Going, going, gone: al via la nona stagione di Grey's Anatomy


ATTENZIONE CONTIENE SPOILER SULL'EPISODIO 9X01 "Going, going, gone"


Si riparte, esattamente un mese dopo l’ennesima tragedia al Seattle Grace.
Grey’s Anatomy inaugura la nona (e si spera ultima) stagione con un episodio doloroso e difficile, lasciandoci alla fine con il solito sapore amaro in bocca e i consueti fiumi di lacrime da asciugare.
Stavolta però, la season premiere convince meno del solito sia pubblico che critica,  e le scelte di Shonda Rhimes in questo caso sembrano a dir poco azzardate.
Troppo dolore, troppa sofferenza, in alcuni passaggi troppa banalità.
Meredith nei panni del nuovo capo degli specializzandi ribattezzata “Medusa” per il suo comportamento ostile e severo non convince, così come non convince la dottoressa Bailey, totalmente in balia della sua tresca nelle stanzette dell’ospedale e apparentemente per nulla sconvolta dalle recenti sventure che hanno colpito il gruppo di medici.
Prevedibile lo shock di Cristina, volata lontano da Seattle e già in difficoltà con i nuovi colleghi, scontata la decisione di Alex di non lasciare invece pediatria, vista l’assenza di Arizona dai corridoi dell’ospedale.
Shonda ha deciso di dedicare l’episodio al buon dottor Sloan e alla sua inaspettata dipartita, una scelta piuttosto discutibile, che poteva essere evitata con un semplice (e soprattutto meno doloroso) addio del bel chirurgo al Seattle Grace dopo la morte di Lexie.
I disastri non vengono mai soli, si sa, e questa regola vale soprattutto in Grey’s Anatomy e la morte di Mark non è l’unico motivo per piangere e disperarsi nel corso degli interminabili 40 minuti dell’episodio.
Come un fulmine a ciel sereno, Arizona irrompe sullo schermo al termine della puntata per lasciarci a bocca aperta (nonostante si intuisca dalla prima inquadratura cosa le sia accaduto) nell’attimo esatto in cui, distesa a letto, solleva le lenzuola per mostrare al pubblico che le è stata amputata una gamba.
Cosa accadrà ora?
L’inimmaginabile probabilmente.
Nessun personaggio può dirsi “salvo”, nessuno può essere considerato “integro”.
Ognuno di loro ha una cicatrice, più o meno profonda, da rimarginare, ognuno una tragedia da superare, l’ennesima tragedia.
Il ritorno della Kepner e nuovi personaggi all’orizzonte sembrano la scelta più azzardata dell’autrice, e ci si domanda “perché”.
Perché investire in altri personaggi a una o due stagioni dalla fine, quando siamo tutti certi che nessuno di noi potrà mai affezionarsi a un insignificante nuovo specializzando quando Shonda ci ha portato via tutti i personaggi che amavamo.
Ridacci George, Lexie e Mark. O se proprio vuoi il colpo di scena, cara Shonda, in questo marasma generale, restituiscici almeno Izzie,  
Perché a questo punto, viste le tue decisioni opinabili e anche un bel po’ sconclusionate, cerca di restare un minimo coerente con la storyline, perché al pubblico, le “disavventure” di un anonimo gruppetto di specializzandi, non interessano per niente.
E poi per favore, basta lacrime, basta piagnistei, è pur sempre una serie tv, e noi fan non ce la facciamo più.

1 commento:

Misciu ha detto...

è tutto una tragedia.. questo è stato per anni il mio telefilm preferito, ma a questo punto non vedo l'ora che chiuda perchè lo stanno distruggendo!