E poi ti
ritrovi a respirare l’aria del mare, dopo averlo desiderato per tanto,
tantissimo tempo, e pensi che sì, forse in fondo in fondo tutto andrà bene.
Perché se
la vita è ancora capace di farti venire la pelle d’oca con certe piccole cose, se
la vita riesce nonostante tutto a lasciarti a bocca aperta grazie a un
dettaglio apparentemente insignificante, allora forse anche tu sei ancora in
grado di sorprendere te stesso.
Il calore
della sabbia sotto i piedi fa sì che un briciolo di energia riesca a riaffiorare
nel tuo corpo per convincerti che prima o poi, anche tu ritroverai la forza per
rialzarti, per vincere le tue paure, e perché no, per ricominciare a credere nei
sogni.
Perché
nonostante la fatica, la debolezza e lo sconforto, forse è vero ciò che dicono
gli altri a volte per provare a tirarti su, forse basta davvero poco per
ritrovare un sorriso, seppur fugace, seppur velato.
E finisce che ti ritrovi inaspettatamente a lasciarti andare sommersa dall’acqua del mare, fin sopra i capelli e ti chiedi come sarebbe diventare un pesce e non aver più nulla a cui pensare.
Ma poi ti ricordi che in fondo, anche i pesci i loro problemi li hanno, anche loro devono mettersi in marcia per trovare da mangiare, diventare furbi e scaltri per non farsi abbattere dai pesci più grandi.
E finisce che ti ritrovi inaspettatamente a lasciarti andare sommersa dall’acqua del mare, fin sopra i capelli e ti chiedi come sarebbe diventare un pesce e non aver più nulla a cui pensare.
Ma poi ti ricordi che in fondo, anche i pesci i loro problemi li hanno, anche loro devono mettersi in marcia per trovare da mangiare, diventare furbi e scaltri per non farsi abbattere dai pesci più grandi.
E allora
basta pensare, basta riflettere e rincorrere disperatamente il bandolo della
matassa, lasciamo solo che il mare ci culli un po'.
Allarghi le braccia e le gambe, impaurita lasci che il corpo si inarchi, e ti abbandoni alla forza di gravità, quella del mare, quella che ti tiene a galla, anche se tu, a galla, pensi di non saperci più stare.
Allarghi le braccia e le gambe, impaurita lasci che il corpo si inarchi, e ti abbandoni alla forza di gravità, quella del mare, quella che ti tiene a galla, anche se tu, a galla, pensi di non saperci più stare.
E resti lì,
a fissare il cielo, coi capelli che fluttuano come fossero alghe, il respiro
che lentamente trova riposo, la pancia che va e su giù a un ritmo finalmente
lento e costante, e cerchi la sua mano, perché hai paura di affondare, ma lui è
lì, a giurarti che ti terrà a galla se da sola non ce la farai.
E in quel
momento, in quel fragile momento, pensi che sì, forse in fin dei conti tutto andrà
bene.
4 commenti:
Bellissimo post, credo in molti ci si ritroveranno. Credo tu debba scriverne più spesso di riflessioni così personali e universali insieme <3
Francesca Ireland
Grazie Fra, di cuore. A volte non è facile raccontarsi così, spiattellando ai quattro venti debolezze e fragilità, ma è utile perché ti fa trovare amore e affetto in persone a volte inaspettate, e in altre su cui invece, sai di poter contare seppur anche solo "virtualmente".
É incredibile, è vero, il mare porta sempre influssi positivi...
ma certo che tutto andrà bene, per noi ragazze troppo complicate.
ne sono certa.
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