Luciana Littizzetto non mi è mai stata simpatica, lo
ammetto senza mezzi termini. Il suo sarcasmo, la sua velata vena femminista, la
sua cinica ironia, non mi hanno mai divertita.
Al contrario, posso dirmi una fan sfegata di uno dei migliori scrittori contemporanei di questo secolo, Nick Hornby.
Ora, vi starete sicuramente chiedendo cosa c’entrino l’attrice (?), comica (?), artista, ecco definiamola “artista” italiana va, con il brillante romanziere anglosassone.
Semplice: Not a Star, breve racconto del 2006 firmato da Hornby, trasformato in una commedia per il cinema italiano lo scorso anno dal regista Lucio Pellegrini.
Sulla scia del discreto successo riscontrato dal riadattamento di format stranieri in Italia, Benvenuti al Sud è un esempio lampante, e visto soprattutto l’eccellente risultato ottenuto a ogni libro di Hornby trasformato in una commedia inglese (Febbre a 90°, Alta Fedeltà, About a Boy), stavolta il nostro Paese ha scelto di giocare d’anticipo.
Il caso di È Nata una Star, è più unico che raro infatti: difficile infatti che un romanzo venga riadattato prima in Italia e solo dopo nel suo paese d’origine, e Pellegrini può dirsi per questo un precursore.
Nel cast, a fare da spalla alla Littizzetto, madre sconvolta alla notizia che il figlio appena maggiorenne ha recitato in un film porno, l’irresistibile Rocco Papaleo, nel ruolo del capofamiglia.
Il fulmineo e irriverente racconto breve di Hornby, è interpretato dal regista secondo i canoni tipici della commedia italiana in tre atti ed è sviluppato con un ritmo sì veloce e ritmato, ma non abbastanza estemporaneo come la scrittura dell’autore in realtà necessiterebbe.
Il film fa sorridere, ridere in alcuni punti, e risulta del tutto godibile per tutti i 90 minuti: non ci aspettavamo un capolavoro da Pellegrini, perciò possiamo dirci soddisfatti.
Ottima la scelta della colonna sonora, affidata a Brunori Sas, Dario Brunori, talentuoso cantautore di Cosenza ancora, purtroppo, poco conosciuto.
La pecca più grande resta senza dubbio la
sceneggiatura, troppo timida e “dentro gli schemi” rispetto a quella del
romanzo dello scrittore inglese. Al regista è mancato un pizzico di coraggio in
più, quell’audacia che il cinema italiano di oggi fatica a trovare. Al contrario, posso dirmi una fan sfegata di uno dei migliori scrittori contemporanei di questo secolo, Nick Hornby.
Ora, vi starete sicuramente chiedendo cosa c’entrino l’attrice (?), comica (?), artista, ecco definiamola “artista” italiana va, con il brillante romanziere anglosassone.
Semplice: Not a Star, breve racconto del 2006 firmato da Hornby, trasformato in una commedia per il cinema italiano lo scorso anno dal regista Lucio Pellegrini.
Sulla scia del discreto successo riscontrato dal riadattamento di format stranieri in Italia, Benvenuti al Sud è un esempio lampante, e visto soprattutto l’eccellente risultato ottenuto a ogni libro di Hornby trasformato in una commedia inglese (Febbre a 90°, Alta Fedeltà, About a Boy), stavolta il nostro Paese ha scelto di giocare d’anticipo.
Il caso di È Nata una Star, è più unico che raro infatti: difficile infatti che un romanzo venga riadattato prima in Italia e solo dopo nel suo paese d’origine, e Pellegrini può dirsi per questo un precursore.
Nel cast, a fare da spalla alla Littizzetto, madre sconvolta alla notizia che il figlio appena maggiorenne ha recitato in un film porno, l’irresistibile Rocco Papaleo, nel ruolo del capofamiglia.
Il fulmineo e irriverente racconto breve di Hornby, è interpretato dal regista secondo i canoni tipici della commedia italiana in tre atti ed è sviluppato con un ritmo sì veloce e ritmato, ma non abbastanza estemporaneo come la scrittura dell’autore in realtà necessiterebbe.
Il film fa sorridere, ridere in alcuni punti, e risulta del tutto godibile per tutti i 90 minuti: non ci aspettavamo un capolavoro da Pellegrini, perciò possiamo dirci soddisfatti.
Ottima la scelta della colonna sonora, affidata a Brunori Sas, Dario Brunori, talentuoso cantautore di Cosenza ancora, purtroppo, poco conosciuto.
Chiaro il messaggio ottimista che si vuol lanciare nel finale: nella vita tutto ha un senso, basta solo prenderlo nel verso giusto. Disgrazie, imprevisti, nulla accade per caso, ma per insegnarci qualcosa, per spingerci a intraprendere una strada diversa da quella scelta in precedenza. Un messaggio sì positivo, ma altrettanto superficiale, poiché il difficile, nella maggior parte dei casi, sta proprio nel trovarlo il giusto verso di cui si parla.
6 commenti:
No dai...lo hai visto???Giuro, manco un euro, anzi, un centesimo bucato li avrei dato....no, dai...???
hornby all'italiana?
nonostante il tuo parere positivo o quasi, ho comunque paura! :)
Lo voglio assolutamente vedere!
@Cannibale e @Newmoon: leggero, godibile in una di queste afose serate estive. nulla di trascendentale, meglio di molti altri film spazzatura
@Francesca: :-) bene!
l'unico motivo per cui sono andata a vederlo al cinema era per il piacere di ascoltare Brunori Sas....e a fine ripresa mi sono resa conto che effettivamente era l'unica cosa da prendere di tutto il film :-)
http://lilimarlene0988.blogspot.it/
@Madame: Anche io!!!!! Grande Brunori!!
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