Cathy is back. Per fortuna, verrebbe da dire. La mancanza di
un’ottima serie come The Big C, stracult
di oggi, si sentiva parecchio sul piccolo schermo, ancor di più quella nei confronti
della magnifica Laura
Linney. Non è un caso che lo show sia trasmesso da Showtime, network
che negli anni ci ha regalato perle come Dexter, Nurse Jackie e Shameless. Dosando perfettamente la
giusta quantità di humour e lacrime, la serie alterna momenti di forte
intensità ad altri più leggeri, esorcizzando una malattia devastante come il
cancro e infrangendo la maggior parte dei luoghi comuni per permettere al
pubblico di riderci su.
Con i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi Cathy fa sorridere, altre volte commuovere,
spronando a riflettere, senza mai esagerare o rischiare di cadere nel melenso.A metà strada tra il drama e la comedy, la serie rispecchia perfettamente lo stato d’animo della protagonista, guardando al cancro sotto una luce nuova, senza reagire in modo remissivo o arrendevole, ma prendendo invece il toro (in questo caso la vita) per le corna, cercando di cogliere al volo tutte le seconde chance che altrimenti andrebbero perse. Affrontando con una leggerezza solo apparente un tema scottante come quello del cancro, Cathy, donna dalle mille sfaccettature, riesce a far scorta di forza e coraggio per non di gettarsi nel vuoto, ma tentare invece il tutto per tutto pur di poter vivere il più a lungo possibile.
Nella serie australiana Miss Fisher’s Murder Mysteries,
Essie Davis
interpreta Phryne, una detective privata seducente e conturbante, con fare da
diva e atteggiamenti provocanti.
Ambientata nella terra dei canguri negli anni Venti, la serie prende spunto dai
romanzi di Kerry
Greenwood e aldilà della magnifica scenografia, non può vantare
nulla di più, e non esce dal rigido schema di un crime di bassa lega.Gli intrighi che vedono coinvolta Phryne affliggono lo spettatore sin dal pilot, e affogano in un ritmo stagnante e incredibilmente lento. Le avventure sessuali/sentimentali della protagonista sono oltremodo stucchevoli e nulla lascia presagire che la situazione, in futuro, riesca a migliorare. La nostalgia per una detective vera come la mitica Angela Lansbury cresce di episodio in episodio, tanto che, alla fine della fiera, al centro di qualche omicidio, vorremmo ci finisse la stessa Phryne.
Almeno si risparmierebbe il titolo di stracotta della settimana.
1 commento:
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