There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.
lunedì 12 settembre 2011
..mi sai che hai visto Venere..
Non aveva mai sentito un profumo così intenso e delicato.
Fitto e ovattato, impregnava tutta l’aria intorno a loro.
Era fresco. Forte ma non invadente.
Vagamente dolciastro, e incredibilmente piacevole.
“Cos’è quest’odore” chiese meravigliata.
“È la rugiada che si posa sull’erba” rispose lui, col suo modo dolce e allo stesso tempo deciso.
Aveva sempre una risposta per tutto, e lei adorava questa sua peculiarità. “Non l’avevi mai sentito prima?”
“No, mai..” rispose, sporgendo il naso all’in su, per lasciarsi inebriare ancora di più da quel nuovo, delizioso profumo.
Erano sdraiati in mezzo al prato, su una coperta azzurra come il mare.
Sotto le stelle, circondati dai boschi e immersi in un silenzio profondo e affascinante.
A fargli compagnia, soltanto la luna, che quella sera splendeva più di altre volte. E poco distante, un puntino luminoso e brillante che attirò la sua attenzione.
“Non ho mai visto una stella così! È incredibilmente luminosa… guarda!”
“Ma quella non è una stella..”
“Come no?”
“No!” rise, scosse dolcemente la testa, poi proseguì
“Mi sa che hai visto Venere..”
“Davvero?!” e spalancò gli occhi sbigottita, cercando di mettere a fuoco meglio.
Venere, il pianeta della bellezza e dell’amore, quello più vicino al sole.
Da sempre il suo pianeta preferito, anche se lui questo, non lo sapeva. Troppe cose ancora non sapeva di lei del resto.
Eppure glielo aveva appena nominato. In un secondo, il cuore in gola. Come sempre.
Un’altra piccola coincidenza, un altro inevitabile e insignificante segno del destino. Voleva pur dire qualcosa, no?
Restò in silenzio, a guardare la sua stella luminosa, spostando ogni tanto lo sguardo su di lui, che nel frattempo le accarezzava la mano.
Avrebbe voluto fermare il tempo in quel momento, per proteggere per sempre quell’attimo, incatenandolo nei ricordi.
L’umidità prese il sopravvento, in un secondo iniziò a fare freddo, e lei si strinse a lui, lasciandosi scaldare dal suo abbraccio.
La luce di Venere intanto, cominciò ad affievolirsi lentamente.
Poi un bacio, a smuovere quell’attimo di tranquillità, e ad accelerare i battiti del cuore.
Riusciva a farla sentire viva, come nessuno prima.
A farla volare in alto, fino al cielo, su su, oltre Venere, seppur soltanto per qualche secondo appena.
“Voglio restare qui, così. Non voglio tornare a casa.”
Un lacrima le solcò il viso.
“Lo so, piccola, lo so..” le rispose stringendole la mano ancor più forte, nel vano tentativo di proteggerla con quel semplice gesto. Lui sapeva sempre tutto.
“Mi manchi già…”
“Tu mi manchi da sempre”
“Perché non possiamo fermare il tempo?”
Ma a questa domanda, neanche lui poteva dare una risposta.
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