Gli esperti del settore mi concederanno la licenza poetica e studenti e professionisti saranno indulgenti sul titolo di questo post, ne sono certa.
Dal 13 al 19 aprile, Milano cambia volto e indossa l’abito di gala per aprire le porte al Salone del Mobile 2010, l’evento più cool dell’anno, che supera di gran lunga anche la fashion week.
La maggior parte del popolo milanese, quella formata da studenti trapiantati, artist(oid)i, fotografi e profani, si riversa così in Zona Tortona e nelle vie limitrofe, per curiosare qua e là, indugiare in qualche open space, guardare attoniti una qualsivoglia video-installazione o accaparrarsi un aperitivo gratis e di bassa qualità.
Qualcuno studia attentamente le nuove creazioni e le ultime novità in fatto di arredo e design, qualcun altro scatta foto a casa da postare successivamente sul social network di turno, altri ancora riempiono zaini e trolley di volantini e brochure, facendo incetta di biglietti da visita, adesivi e shopping bag, da riciclare per uso domestico (per pulire i vetri o fare la spesa, ad esempio…)
Orde di cittadini e turisti curiosi, intasano il traffico milanese gettando lavoratori e pendolari nel panico e tutto per aggiudicarsi un posto in prima fila all’evento/kermesse del giorno, per fare bella mostra di sé ede ssere immortalati sul luogo del delitto.
Armati di pazienza e costanza, cercano faticosamente di raggiungere l’ultimo bicchiere di drink analcolico offerto nei diversi stand, o l’ultima tartina stantia.
Nel corso di una lunga ed estenuante settimana la febbre del Salone investe l’80% della popolazione, ormai assuefatta dal prestigio e dallo status sociale che la manifestazione incarna da anni: si ammassano nei luoghi più cool e si spintonano l’un l’altro fino all’esaurimento, ammaliati dal desiderio di acquisire il più possibile lo charme racchiuso in questo contenitore di moda e tendenza.
Agli antipodi di questa alta percentuale di pseudo esperti di arte e design, il restante 20%, che maledice il caos circostante dall’interno delle proprie abitazioni, comodamente seduto sul divano griffato, illuminato da una lampada, ultimo esemplare di interior design, che fa luce su una parete dove la fa da padrona una locandina del Salone del Mobile 2009.
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