There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 4 novembre 2013

666 Park Avenue: e se il Diavolo avesse il volto di John Locke?



In molti pensavano che 666 Park Avenue, horror drama targato Abc, lo scorso anno sarebbe stata eletta come “la serie evento”, bastarono invece poche puntate per capire subito che quella che avevamo di fronte altro non era che un clamoroso flop.
Peccato: il cast prometteva bene, l’idea alla base del plot anche, ma sia il network che la produzione non sono riusciti a gestire l’enorme potenziale che avevano tra le mani.
La Abc la cancellò dopo nove episodi appena, costringendo i pochi fedelissimi fan, ad aspettare fino all’estate per assistere alle ultime quattro puntate per completarne la visione.
Tratto dai romanzi di Gabriella Pierce, creato e prodotto da David Wilcox (tra gli autori di Fringe fino alla fine della terza stagione), il telefilm, nonostante le numerose pecche soprattutto a livello di dialoghi e sceneggiatura, vantava due attori di grande impatto sul pubblico come Terry O’Quinn, l’indimenticabile John Locke di Lost, e Vanessa Williams, Wilhelmina Slater in Ugly Betty nonché Renee Perry in Desperate Housewives.
La serie ha per protagonista una giovane coppia di sposini, Jane Van Veen (Rachael Taylor) e Henry Martin (Dave Annable) che si trasferisce nell’Upper East Side newyorkese in uno storico appartamento di lusso, il Drake.
Qui, Jane si trova faccia a faccia con il suo passato più recondito, fatto di misteriose presenze, oscuri segreti, sussurri nella notte e fantasmi nascosti in cantina. 
Il peggior difetto di 666 Park Avenue è proprio il fatto di essere incredibilmente prevedibile: tutti i luoghi comuni racchiusi in una serie dall’alto potenziale totalmente sprecato da una regia mediocre e da storie campate per aria. Pochi sussulti, tanta banalità, ma, come per molti fenomeni simili, c’è sempre un “ma” perché tutto sommato, andando avanti con gli episodi, la serie, anche se solo per i 13 episodi prodotti, riesce a tenerci inchiodati lì, legati allo schermo, per scoprire qualcosa in più sulla vera identità dell’affascinante personaggio interpretato da O’Quinn. Molto probabilmente se un qualsiasi altro attore avesse interpretato il ruolo a lui assegnato, l’effetto sarebbe stato totalmente diverso: averlo nel cast, è una sicurezza a tutti gli effetti, è innegabile. Come affermato da Brian Lowry su "Variety": "risulta apprezzabile, in questa sorta di 'Rosemary's baby' televisivo, il fatto di far scorgere il Diavolo dai dettagli, piano piano, senza l'irruenza cinematografica, con una serie di spunti anche fashion e attuali".

E se già di suo, nell’immaginario collettivo, il diavolo ha un certo fascino, figuriamoci l’effetto che può sortire sul pubblico se ha il volto dell’indimenticabile John Locke.
666 Park Avenue, da stasera alle 21.15 su Premium Action di Mediaset Premium.

1 commento:

Queen ha detto...

Visto tutto e non mi è dispiaciuto ;)