Sulla scia
del notevole successo di Once Upon a Time, la cui terza stagione ha debuttato poche settimane fa, la premiata
coppia formata da Adam Horowitz ed Edward Kitsis (tra gli sceneggiatori
di Lost), ha deciso di osare più del
dovuto, dando vita a uno spin off di
dubbio gusto, Once Upon a Time in
Wonderland, ispirato a Alice’s
Adventures in Wonderland, Le
avventure di Alice nel paese delle meraviglie, romanzo di Lewis
Carrol del 1865.
Partiamo dal presupposto che sì, con Alice nel Paese delle Meraviglie (come viene comunemente abbreviato il titolo dell’opera) sono piuttosto intransigente: non ammetto che se ne modifichi, in alcun modo, alcuna caratteristica, perché se è vero che fa parte di quelle storie che si prestano perfettamente a trasposizioni televisive (o cinematografiche), è vero anche che è tra quelle che non andrebbero però mai e poi mai alterate in alcun modo.
Partiamo dal presupposto che sì, con Alice nel Paese delle Meraviglie (come viene comunemente abbreviato il titolo dell’opera) sono piuttosto intransigente: non ammetto che se ne modifichi, in alcun modo, alcuna caratteristica, perché se è vero che fa parte di quelle storie che si prestano perfettamente a trasposizioni televisive (o cinematografiche), è vero anche che è tra quelle che non andrebbero però mai e poi mai alterate in alcun modo.
Il primo
evidente errore che si nota in OUATIW
risiede proprio nel voler intenzionalmente introdurre nel plot originale la
variabile “amorosa” per rendere il prodotto più commerciale: Alice (Sophie
Lowe) e l’intreccio amoroso con Cyrus (Peter Gadiot) il genio
della lampada, sono al centro delle vicende narrate e rappresentano la base per
i successivi sviluppi delle storyline.
Una scelta
inconcepibile, in totale disaccordo con la tradizionale storia cui siamo
abituati e affezionati, che penalizza il pilot e che indubbiamente condizionerà
il resto della stagione.
La storia
d’amore tra i due protagonisti è raccontata in maniera frettolosa e alquanto
superficiale attraverso una serie di flashback utili più che altro a motivare
la decisione di Alice, in età adulta, di far ritorno a Wonderland.
A penalizzare ulteriormente la serie, scenografie ed effetti speciali di bassa lega, esageratamente posticci e a tratti imbarazzanti.
A penalizzare ulteriormente la serie, scenografie ed effetti speciali di bassa lega, esageratamente posticci e a tratti imbarazzanti.
La qualità
estetica dello show è davvero scadente ed è evidente in parecchie inquadrature:
il castello della regina, l’effetto “vintage” cercato nei vari flashback, l’arrivo
a Wonderland, nulla sembra all’altezza di una serie in onda sulla Abc e prodotta
dalla casa di produzione di proprietà della stessa.
Poco
convincente anche il cast a partire dalla Lowe che nel ruolo di Alice sembra un
pesce fuor d’acqua, a un Fante di Cuori (Michael Socha) prevedibile e scontato, passando per Cyrus interpretato da Gadiot, per nulla
accattivante, fino ad arrivare a un’inspiegabile Regina di Cuori, Emma
Rigby completamente agli antipodi rispetto all’originale: sexy, con le
labbra all’apparenza rifatte e l’aria fin troppo conturbante, più che la
“cattiva” di Wonderland sembra una uscita da Casa Kardashian. Ancor meno
credibile rispetto alla Regina (ebbene sì, non è finita qui), lo pseudo villain della situazione: Naveen
Andrews (RIP Said) nei panni di Jafar che dovrebbe rappresentare il nemico
giurato di Cyrus e Alice, ma che conciato com’è, fa talmente ridere da non
risultare per nulla infimo e pericoloso come invece gli autori vorrebbero che
apparisse.
L’atmosfera vagamente dark che si vuol conferire alla serie si rivela un fallimento totale e se dopo qualche minuto con il Bianconiglio crederete che lo show possa aver toccato il fondo, proseguite nella visione del pilot e preparatevi a incontrare uno Stregatto irriconoscibile e piazzato a caso nella storia.
Gli ascolti deludenti (solo 4.5 milioni di spettatori per il secondo episodio, dopo un debutto poco dignitoso) fanno ben sperare: se la fortuna sarà dalla nostra parte, nel giro di qualche settimana, la Abc capirà, almeno stavolta, di aver fatto un gran bel buco nell’acqua.
L’atmosfera vagamente dark che si vuol conferire alla serie si rivela un fallimento totale e se dopo qualche minuto con il Bianconiglio crederete che lo show possa aver toccato il fondo, proseguite nella visione del pilot e preparatevi a incontrare uno Stregatto irriconoscibile e piazzato a caso nella storia.
Gli ascolti deludenti (solo 4.5 milioni di spettatori per il secondo episodio, dopo un debutto poco dignitoso) fanno ben sperare: se la fortuna sarà dalla nostra parte, nel giro di qualche settimana, la Abc capirà, almeno stavolta, di aver fatto un gran bel buco nell’acqua.
Perché se
anche un maestro del calibro di Tim
Burton con un capolavoro della letteratura aveva toppato, figuriamoci come
potrebbe proseguire questo show di
serie B.
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