Tanto
tempo fa, Dean e Cindy si amavano alla follia.
Tra
loro bastò un istante, un solo unico sguardo per far scoccare la scintilla.
L’amore
esplose violento, una notte, tra le vie della città, tra un tip tap
improvvisato e una canzone strimpellata con l’ukulele.
Blue
Valentine racconta senza mezzi termini l’apice e il declino di una comune
storia d’amore, nel grigiore della routine quotidiana, capace molte volte di
indurire e rovinare qualsiasi rapporto umano.
È
un film brutale, che non lascia spazio al lieto fine, tanto meno a situazioni
melense o stucchevoli.
È
un film che racconta in maniera essenziale e incredibilmente realistica, come
nasce e muore un amore, senza soffermarsi sul “durante”, dando per scontato che
spesso, seppur senza una ragione valida, una causa scatenante o un motivo
preciso, ci pensa la vita stessa a rovinare tutto e a distruggere ciò che è
stato costruito con impegno e fatica fino all’attimo prima.
Blue
Valentine è un incubo malinconico e realista, crudo laddove necessario,
appassionato e a tratti disperato.
È
una storia comune, forse una delle più classiche, raccontata sul grande schermo
con un’intensità tale da trasformarla in un film unico nel suo genere,
caratterizzato da momenti estremamente vivi e veri, ad altri magnetici, dove la
disperazione è talmente toccante da generare un dolore condivisibile e
incessante.
L’arma
vincente risiede senza dubbio nel montaggio, elementare ma sottilmente
sopraffino, che si sviluppa su due binari temporali differenti: il passato e il
presente di Dean e Cindy, due facce della stessa medaglia che hanno il compito
di mettere in luce non solo pregi e difetti dei protagonisti, ma anche e
soprattutto le fragilità e le crepe nel loro rapporto, covate nel corso di sei
anni difficili ed estenuanti.
La
dolcezza e la sensibilità del passato sono intense e disarmanti tanto quanto la
rabbia e la disperazione che popolano il presente, due mondi totalmente agli
antipodi insomma, che disegnano il corso della parabola d’amore tra Dean e
Cindy.
A
separare in maniera netta e precisa (seppur fluida nell’ingranaggio generale
della narrazione) la linea tra ieri e oggi, la tecnica registica, a ulteriore
riprova del talento da documentarista del regista, Derek Cianfrance, che
sceglie il digitale con la Red One per il presente, e il Super 16mm per il
passato.
Valore
aggiunto della pellicola, l’angelica Michelle Williams accanto a un Ryan
Gosling più rude che mai, i due attori scelti per interpretare Dean e Cindy: coppia
vincente, coinvolgente, credibile e collaudata sotto tutti i punti di vista.
La
Williams, candidata al premio Oscar per questo ruolo (nel 2010, la pellicola è
arrivata infatti in Italia solo quest’anno) veste perfettamente i panni di
Cindy, giovane donna stanca di lottare contro la vita, rassegnata, affranta,
demotivata e senza più la voglia e il coraggio di fare il benché minimo sforzo
per far sì che i suoi sogni e le sue aspettative si realizzino. La disperazione
radicata nel suo cuore viene fuori lentamente, con fatica, a tratti sembra
addirittura sopita nel profondo. Cindy si lascia trascinare dagli eventi,
finchéil campanello d’allarme non scatta nella sua testa, spingendola a reagire
in qualche modo, dando libero sfogo alla sua rabbia, scagliandosi senza freni
contro un marito fallito e alcolizzato. Ma Dean è molto più di questo, Dean,
nonostante tutto, è un uomo che ha accettato di buon grado ciò che gli ostacoli
della vita gli hanno scagliato contro, senza arrendersi in un certo senso.
Nonostante un lavoro poco gratificante, nonostante le birre alle otto di
mattina, nonostante un matrimonio e un figlio forse neanche mai voluti o
desiderati, Dean è l’unico che alla fine dei conti, cerchi in qualche modo di
lottare per salvare il salvabile, anche dove non c’è davvero più nulla da
salvare.
Nonostante lui sappia perfettamente che “You always hurt the one
you love. The one you shouldn't hurt at all” , come cantava a Cindy sei anni prima,
nonostante si renda conto di ciò che avevano, di ciò che hanno distrutto, e di
ciò che hanno lasciato che la vita trascinasse via con sé.
Ryan Gosling e Michelle Williams si
dimostrano ancora una volta due attori incredibili, capaci di esternare con
un’intensa emotività e una gestualità innata, uno stato d’animo difficile da
raccontare dietro una cinepresa, una sofferenza psicologica a fisica radicata e
capace di venire fuori grazie soprattutto al loro spiccato talento recitativo.
Blue Valentine è un film lancinante e
crudo, è struggente proprio perché reale, capace di alternare momenti innocenti
e ingenui legati a un passato a cui fa da sfondo un arcobaleno in lontananza,
ad altri radicati nel presente, privi di lucentezza, nonostante i buoni
propositi, nonostante l’ottimismo, nonostante i fuochi d’artificio che
esplodono nel cielo grigio nella sequenza finale del film.
5 commenti:
Un film drammaticamente reale... astenersi romantici incalliti perchè è una mazzata ai sentimenti.
Film molto reale ecco.
Non so dirti se mi sia piaciuto o meno, sicuramente non è un filmetto di serie B, anzi...
Gosling/Williams sono meravigliosi insieme ;)
Io l'ho adorato proprio perchè è tremendamente realistico, la scena nel motel è quella che mi ha scosso di più.
Io quando uscì in madre patria c'ho perso il sonno (quasi). Credo di averlo visto moltissime volte e ancora non mi sono stufata. E' reale. Semplicemente di una realtà sconvolgente. Uno dei più bei film degli ultimi anni e per questo, non per tutti.
Un film che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Una pellicola che ha saputo dipingere la realtà dell'amore, con le sue fasi e le sue mille sfaccettature. Sinceramente non mi è piaciuto, o meglio amando i film con il lieto fine, non sono riuscita ad accettarne il finale.
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