There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 4 febbraio 2013

Non ci sono più i tramonti di una volta


I social network hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. 
Chi più, chi meno, non si salva più nessuno ormai. Siamo caduti tutti nella fitta rete di voyeurismo, perbenismo e qualunquismo che questi mezzi di comunicazione implicano.
Da Facebook a Twitter, da Instagram a Pinterest, passando per Foursquare, Google+, thumblr o social media minori, e quasi sconosciuti, come aNobii, Miso, GetGlue, Soundtracking.
La nostra vita, privata e non, è lì, spiattellata in prima pagina sotto gli occhi di tutti (o quasi), senza veli, alle volte, addirittura senza limiti, perfettamente confezionata come meglio crediamo.
Una realtà artificiale costruita a dovere, fittizia sotto innumerevoli punti di vista, "photoshoppata" fin nei minimi particolari.
Siamo noi, dietro a un filtro. 
A volte colorato, altre in bianco e nero, spesso arricchito da frasi retoriche, politicamente corrette, ironiche, sagaci e, soprattutto, sfornate sempre al momento giusto. 
Sui social network siamo tutti bidimensionali, precisi, senza la minima imperfezione; abbiamo tutti la battuta pronta, siamo sempre "sul pezzo", ci convinciamo di non scadere mai nel banale, nel volgare, nel ripetitivo, ma no, non è così. 
Anzi.
In questo mondo "virtuale" troviamo terreno fertile per ogni piccola perversione, e spesso non ci rendiamo conto di superare il limite, non solo del buon gusto, ma soprattutto, della credibilità.
E incappare nell'errore, nel mondo dei social media, è davvero facile: basta un niente per rendersi poco credibili agli occhi degli altri. 
I passi falsi, compiuti da ognuno di noi, sono all'ordine del giorno, perché arriva quel momento in cui, non ci basta più chi siamo e come siamo, vogliamo andare oltre, vogliamo costruire un'immagine di noi stessi che possa far invidia agli altri, e quello che inizialmente era nato come un hobby, diventa così una triste vetrina della vita quotidiana, un po' come ad Amsterdam. 
In un attimo, il nostro animale domestico invade prepotentemente Instagram, le foto di nostro figlio Facebook, piatti ordinati al ristorante finisco diretti su una board di Pinterest, e il check in nel posto esclusivo diventa il nostro unico obiettivo in una serata tra amici, o presunti tali. 
Tutto si trasforma in un circolo vizioso di ostentazione e futile diletto. 
I viaggi, gli oggetti del nostro shopping, le foto delle persone a noi care: tutto viene buttato lì, sotto i riflettori, per colmare un ego ferito, un cuore spezzato, un'autostima finita sotto la suola delle scarpe.
Ed è così che le piccole cose, i piccoli dettagli, si trasformano in merce esposta in bellavista, e anche il tramonto, così come altri piaceri della vita, finisce che ce lo godiamo solo su Instagram. 

2 commenti:

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

Ciao,

NEL FUTURO OGNUNO SARA' SU UN SOCIAL NETWORK PER 5 MINUTI..

credo lo disse Andy Warhol ....

tutto è di tutto, peccato che sia un TUTTO IMPALPABILE

io lo chiamo semplicemente

L'inizio della fine

Unknown ha detto...

ciao :) sono da poco su blogger,e devo ammettere che hai ragione..
a me piace " il mondo virtuale " a patto che non si perda la cognizione della realtà. Godiamoci le cose vere e sfruttiamo il mondo virtuale per i suoi pregi . carino il tuo blog :)