There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

martedì 19 febbraio 2013

The Walking Dead: il coraggio di un leader - Episodio 3x10, 'Home'


ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SULL'EPISODIO 3x10


Un leader si riconosce nel momento del bisogno. 
E ancora una volta, Walking Dead lo dimostra alla grande.
Avevamo lasciato i nostri alle prese, ognuno con le proprie fragilità e debolezze. 
Glenn e Maggie inermi e vulnerabili dopo il terribile scontro con il Governatore; Andrea a un bivio, incapace di scegliere come agire, condizionata dal cuore e annebbiata dalla passione.
Daryl alle prese con Merle, nel disperato tentativo di recuperare il loro rapporto che ancor prima della catastrofe che ha investito il mondo, li aveva messi alle strette a causa di violenze familiari e domestiche alle quali non riescono ancora a venire a capo.
Rick, il nostro adorato Rick, totalmente disintegrato dalle visioni di Lori e Shane, completamente incapace di reagire seppur ancora aggrappato a un filo di razionalità.
Il gruppo è apparentemente sciolto, si è disgregato, ha perso il fulcro, il filo conduttore della disperazione che per un po’, era riuscito a tenere l’uno legato all’altra. 
Il collante, Rick, ha ceduto e non ci sono più regole, né schemi, né ancore di salvezza cui aggrapparsi.
Glenn perde la testa e si allontana da tutti, Daryl sceglie di seguire Merle, Maggie si chiude in sé stessa e Michonne preferisce restare nell’ombra.
Solo Hershel, impavido, cerca con fatica e impegno, di far tornare a galla  quel trait d'union che fino a oggi ha tenuto tutti uniti: la voglia di sopravvivere.
Ma Hershel da solo non ci riesce, non può farcela se il resto del gruppo è ormai incontrollabile e alla deriva, come un cane sciolto.
In un momento che sembra lungo un’eternità, in quell’attimo in cui tutto sembra essere sopito e il silenzio regna sovrano, in cui ognuno si ritrova a fare i conti con passato, presente e futuro, la quiete si trasforma violentemente nella tempesta.
Il Governatore, assetato di vendetta, irrompe ai margini della prigione e inizia a fare fuoco, spietato e impassibile come il peggiore degli assassini.
La violenza irrompe nella prigione, ora che i nostri hanno perso il loro unico punto di forza: l’unione del gruppo.
Ma in Walking Dead, come nella vita, è la disperazione a farci tirare avanti, è la paura a darci l’adrenalina necessaria per sopravvivere. Il terrore ci trascina avanti, ci fa inevitabilmente rinsavire.
E proprio in quel momento, proprio quando il Governatore cessa il fuoco e lascia che una camionetta piena di zombie affamati sfondi le fragili “mura” della prigione, proprio quando spinge i nostri sul ciglio della morte sicura, proprio in quel momento, il gruppo reagisce e trova la forza di ricompattarsi.
Maggie si precipita in cortile armata fino ai denti, Hershel impugna la pistola, Rick stringe i denti e Glenn trova il coraggio di tornare indietro.
Tutti per uno,ancora una volta, in silenzio.
Michonne sfodera la sua spada e tutto il coraggio che ha dentro e si rivela così fondamentale per il resto del gruppo, Rick affronta faccia a faccia gli Erranti, sfiorando la morte, fino al provvidenziale intervento di Daryl, che con Merle, ha deciso di far ritorno alla prigione.
E mentre il Governatore, fa ritorno a Woodbury da “leader” o presunto tale, ignaro di come i nostri stiano riuscendo a sopravvivere anche nella disperazione più totale, i veri leader vengono fuori, ancora una volta.
Rick e Daryl si scambiano uno sguardo, che vale più di mille parole. 
Lo sguardo che solo due leader possono condividere. 
Perché leader si nasce, e loro lo sanno bene ormai.

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