ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SULL'EPISODIO 3x10
Un leader si riconosce nel momento del
bisogno.
E ancora una volta, Walking Dead lo
dimostra alla grande.
Avevamo lasciato i nostri alle prese, ognuno
con le proprie fragilità e debolezze.
Glenn e Maggie inermi e vulnerabili dopo il
terribile scontro con il Governatore; Andrea a un bivio, incapace di scegliere
come agire, condizionata dal cuore e annebbiata dalla passione.
Daryl alle prese con Merle, nel disperato
tentativo di recuperare il loro rapporto che ancor prima della catastrofe che
ha investito il mondo, li aveva messi alle strette a causa di violenze
familiari e domestiche alle quali non riescono ancora a venire a capo.
Rick, il nostro adorato Rick, totalmente
disintegrato dalle visioni di Lori e Shane, completamente incapace di reagire
seppur ancora aggrappato a un filo di razionalità.
Il gruppo è apparentemente sciolto, si è
disgregato, ha perso il fulcro, il filo conduttore della disperazione che per
un po’, era riuscito a tenere l’uno legato all’altra.
Il collante, Rick, ha ceduto e non ci sono più
regole, né schemi, né ancore di salvezza cui aggrapparsi.
Glenn perde la testa e si allontana da tutti,
Daryl sceglie di seguire Merle, Maggie si chiude in sé stessa e Michonne
preferisce restare nell’ombra.
Solo Hershel, impavido, cerca con fatica e
impegno, di far tornare a galla quel trait d'union
che fino a oggi ha tenuto tutti uniti: la voglia di sopravvivere.
Ma Hershel da solo non ci riesce, non può farcela
se il resto del gruppo è ormai incontrollabile e alla deriva, come un cane
sciolto.
In un momento che sembra lungo un’eternità, in
quell’attimo in cui tutto sembra essere sopito e il silenzio regna sovrano, in
cui ognuno si ritrova a fare i conti con passato, presente e futuro, la quiete
si trasforma violentemente nella tempesta.
Il Governatore, assetato di vendetta, irrompe ai
margini della prigione e inizia a fare fuoco, spietato e impassibile come il
peggiore degli assassini.
La violenza irrompe nella prigione, ora che i nostri
hanno perso il loro unico punto di forza: l’unione del gruppo.
Ma in Walking Dead, come nella vita, è la
disperazione a farci tirare avanti, è la paura a darci l’adrenalina necessaria
per sopravvivere. Il terrore ci trascina avanti, ci fa inevitabilmente
rinsavire.
E proprio in quel momento, proprio quando il
Governatore cessa il fuoco e lascia che una camionetta piena di zombie affamati
sfondi le fragili “mura” della prigione, proprio quando spinge i nostri sul
ciglio della morte sicura, proprio in quel momento, il gruppo reagisce e trova
la forza di ricompattarsi.
Maggie si precipita in cortile armata fino ai denti,
Hershel impugna la pistola, Rick stringe i denti e Glenn trova il coraggio di
tornare indietro.
Tutti per uno,ancora una volta, in silenzio.
Michonne sfodera la sua spada e tutto il coraggio che
ha dentro e si rivela così fondamentale per il resto del gruppo, Rick affronta
faccia a faccia gli Erranti, sfiorando la morte, fino al provvidenziale intervento
di Daryl, che con Merle, ha deciso di far ritorno alla prigione.
E mentre il Governatore, fa ritorno a Woodbury da
“leader” o presunto tale, ignaro di come i nostri stiano riuscendo a
sopravvivere anche nella disperazione più totale, i veri leader vengono fuori,
ancora una volta.
Rick e Daryl si scambiano uno sguardo, che vale più
di mille parole.
Lo sguardo che solo due leader possono
condividere.
Perché leader si nasce, e loro lo sanno bene
ormai.
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