CONTIENE SPOILER SULL'EPISODIO 3x08
Fight the dead, fear the living.
Questo il claim della terza
stagione di The Walking Dead, un
concetto a cui, molti di noi, non hanno prestato particolare attenzione. Fino
allo scorso episodio, quando durante When the Dead Come Knocking, il Governatore ha
dato il peggio di sé, torturando psicologicamente e con una freddezza inimmaginabile,
la povera Maggie.
È
proprio lei, nella midseason appena
trasmessa, ad aprirci gli occhi su quel claim, spiegandoci con un distacco e
una lucidità inattesi, il messaggio
della prima parte di stagione: “A forza di scappare dagli zombie, ci scordiamo di cosa fanno
i vivi. Di cosa hanno sempre fatto”.
Con queste parole, Maggie ci
trafigge il cuore, e apre le porte a una puntata sì mozzafiato, ma non all’altezza
di una midseason che si rispetti forse, e nello specifico, non all’altezza di quella dello
scorso anno, che si concluse con lo sparo di Rick allo zombie di Sophia.
10,2 milioni di spettatori
sintonizzati, 15 milioni totali se consideriamo anche le repliche, un record
assoluto per la AMC: The Walking Dead
è la serie via cavo più seguita disempre, l’unica che per numeri e ratings, è
riuscita a battere una pietra miliare come The
Sopranos.
Combatti i morti e guardati dai
vivi, Michonne.
Tu che dei morti ti sei fatta scudo, non abbassare la guardia, e stai attenta al Governatore.
Tu che dei morti ti sei fatta scudo, non abbassare la guardia, e stai attenta al Governatore.
Lo scontro finale tra i due è il
momento più intenso dell’intera puntata, che raggiunge il culmine con l’arrivo
di Andrea, irriconoscibile nel ruolo della “donna innamorata”, e trova riposo
solo nei lunghi e silenziosi secondi in cui le due donne si sfidano senza
proferire parola.
Guardati dai vivi Daryl, non
prendere il pericolo sottogamba.
Lui, uno dei personaggi migliori dell’intera serie, cade inaspettatamente proprio sotto gli occhi di Merle e si ritrova col sangue del suo sangue, al centro di un’arena, con una folla inferocita che grida all’esecuzione, senza pietà.
Lui, uno dei personaggi migliori dell’intera serie, cade inaspettatamente proprio sotto gli occhi di Merle e si ritrova col sangue del suo sangue, al centro di un’arena, con una folla inferocita che grida all’esecuzione, senza pietà.
Merle ha combattuto i morti, si è
guardato dai vivi, ma tutti i suoi sforzi, non sono bastati. Tradito, senza
remore o pudore, dallo stesso Governatore che lo aveva salvato.
Lui, al centro di quell’arena dove fino a poche ore prima, rivestiva invece il ruolo del gladiatore.
Lui, al centro di quell’arena dove fino a poche ore prima, rivestiva invece il ruolo del gladiatore.
Tutto è ribaltato in Made to Suffer, nulla, nuovamente, è
come sembra, ma questa volta, un lieve calo di concentrazione, ha penalizzato l’intero
episodio.
Prevedibile l’epilogo finale con i fratelli Dixon come protagonisti, ingiustificabile il silenzio e l’omertà di Michonne, che sceglie di non rivelare tutta la verità a Rick, nonostante questo potrebbe garantirle la sua piena fiducia.
Prevedibile l’epilogo finale con i fratelli Dixon come protagonisti, ingiustificabile il silenzio e l’omertà di Michonne, che sceglie di non rivelare tutta la verità a Rick, nonostante questo potrebbe garantirle la sua piena fiducia.
Un nuovo gruppo di sopravvissuti intanto,
irrompe nelle prigione, dove Carl, cresciuto troppo in fretta, si ritrova a vestire
i panni dell’eroe.
Poco credibile forse, ma senza
dubbio scaltro e impavido per la sua età, pronto a fronteggiare una famiglia,
che per certi versi, ricorda inevitabilmente la sua.
E mentre i nostri, con un
arsenale da guerra mettono sottosopra Woodsbury per liberare Glenn e Maggie, il
povero Mike ci lascia le penne, passando quasi inosservato, e noi ci ritroviamo
a tirare un sospiro di sollievo perché sì, stavolta almeno non ci hanno portato
via nessuno dei “nostri”.
Più che della morte di Mike in
sé, a interessarci è invece il motivo che ha portato Rick, a non coprire le
spalle al suo compagno.
Shane.
Il suo fantasma, torna all’improvviso
per incendiare i suoi sensi di colpa, proprio nel momento in cui, la minima
distrazione, può costare la vita a uno del gruppo.
È stanco Rick, esausto, ma non si
rassegna, e con tutte le forze che ha, prova a tirar fuori Glenn e Maggie da
quell’inferno.
“Fatti per soffrire” i nostri
eroi, ma anche noi in un certo senso, considerando che per scoprire che fine
faranno, dovremmo aspettare fino al 10 febbraio 2013.
Che l’attesa estenuante abbia inizio.
Sarà lenta e interminabile, proprio come accadde per Lost.
Preparatevi psicologicamente.
Che l’attesa estenuante abbia inizio.
Sarà lenta e interminabile, proprio come accadde per Lost.
Preparatevi psicologicamente.
3 commenti:
non perfetto, ma un midseason finale bello tosto!
lo scontro tra michonne e il governatore è stato davvero impressionante... :)
Le cose che mi hanno lasciata perplessa :
I fumogeni/lacrimogeni sono nocivi solo ai nemici, il gruppo non si disperde e non c'è rischio di fuoco amico.
Michonne perde troppo tempo col governor e fosse stato un altro l'avrebbe segato in due in un attimo.
Al governor viene cavato un occhio con un pezzo di vetro e non solo non sviene dal dolore,non solo non viene imbottito di morfina per procedere alla medicazione ma si alza, senza il benché minimo capogiro, per chiudere i conti con Merle nella pubblica piazza.
Eddai,manco Batman!
Voto 6 e mezzo.
Francesca Ireland
mi sono messa in pari, non mi hanno deluso, queste puntate, anzi: anzi!
come farò ad aspettare fino a febbraio?
tipo per michonne al fianco di rick, come ti dicevo in passato.
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