Proseguendo sul filone delle serie stracult e stracotte al
tempo stesso, questa settimana non potevo esimermi dal parlare di Dexter, anche
e soprattutto in vista della season finale (mentre scrivo questo articolo, la
puntata sta per essere trasmessa negli States).
Sarebbe stato troppo facile tirare le somme dello show al termine della settima stagione, ho scelto perciò di scriverne volutamente prima della fine per non lasciarmi condizionare da eventuali cliffhanger a effetto e colpi di scena inaspettati.
Mettendo da parte la stagione attualmente in onda, sulla quale mi esprimerò qualche riga più avanti, la serie che ha per protagonista il fenomenale Michael C. Hall merita innanzitutto una premessa fondamentale: è senza dubbio uno dei migliori telefilm prodotti negli ultimi anni.
Ideata nel 2006 da James Manos Jr. e basata sui personaggi creati da Jeff Lindsay, l’epopea dell’ematologo, vendicatore e killer seriale, si è insinuata nel panorama telefilmico internazionale, imponendosi a testa alta nell’Olimpo dei migliori drama del decennio.
Sarebbe stato troppo facile tirare le somme dello show al termine della settima stagione, ho scelto perciò di scriverne volutamente prima della fine per non lasciarmi condizionare da eventuali cliffhanger a effetto e colpi di scena inaspettati.
Mettendo da parte la stagione attualmente in onda, sulla quale mi esprimerò qualche riga più avanti, la serie che ha per protagonista il fenomenale Michael C. Hall merita innanzitutto una premessa fondamentale: è senza dubbio uno dei migliori telefilm prodotti negli ultimi anni.
Ideata nel 2006 da James Manos Jr. e basata sui personaggi creati da Jeff Lindsay, l’epopea dell’ematologo, vendicatore e killer seriale, si è insinuata nel panorama telefilmico internazionale, imponendosi a testa alta nell’Olimpo dei migliori drama del decennio.
Intensa e imprevedibile, negli ultimi sei anni, la serie ha
lasciato il segno in più di un’occasione, dando risalto e importanza non solo
al protagonista principale, ma anche ai suoi antagonisti, su tutti gli indimenticabili
Miguel Prado (Jimmy Smits, stagione 3) e Trinity (John Lithgow, stagione 4),
coi quali stringe un rapporto complesso e intricato di amicizia prima e di conflitto
poi.
Unico e solo, Dexter è senza dubbio uno dei personaggi più
significativi comparsi negli ultimi anni sul piccolo schermo, al pari di Walt (Brian
Cranston) di Breaking Bad e Vic (Michael Chiklis) di The Shield.
Stracult e
fenomenale, la battuta d’arresto, lo show ha iniziato ad avvertirla a partire
dallo scorso anno, con la stagione sei, caratterizzata da una storyline più
debole rispetto a quelle degli anni precedenti e da alcune scelte opinabili a
livello di script.
E il reato più grave, Dex lo ha compiuto proprio quest’anno,
peccando ingenuamente in banalità e soprattutto prevedibilità.
Lenta, prolissa e fin troppo fragile, la settima stagione di
Dexter non
ha convinto sotto alcun punto di vista.
A partire dai sentimenti nutriti da Deb nei confronti del fratello, fino alla totale assenza di un cattivo vero e proprio, per arrivare all’ennesima intricata relazione stretta da Dexter con l’ennesimo, emblematico personaggio femminile.
Lyla, Lumen e ora Hanna (interpretata dalla bella Yvonne Strahovsky, la Sarah di Chuck): tre donne misteriose, fragili, inquietanti per un verso o per l’altro, tre personaggi capaci di condizionare fin troppo le scelte e le azioni compiute da Dexter.
A partire dai sentimenti nutriti da Deb nei confronti del fratello, fino alla totale assenza di un cattivo vero e proprio, per arrivare all’ennesima intricata relazione stretta da Dexter con l’ennesimo, emblematico personaggio femminile.
Lyla, Lumen e ora Hanna (interpretata dalla bella Yvonne Strahovsky, la Sarah di Chuck): tre donne misteriose, fragili, inquietanti per un verso o per l’altro, tre personaggi capaci di condizionare fin troppo le scelte e le azioni compiute da Dexter.
Ed è proprio arrivati a questo punto, proprio di fronte ad
Hanna, che inevitabilmente ci viene voglia di tornare agli antipodi, alla
“normalità”, ed è così che inconsciamente, ci sorprendiamo a provare nostalgia
per Rita, un personaggio forse meno decisivo rispetto ad altri, ma fondamentale
per preservare l’equilibrio non solo nella vita di Dex, ma nell’intera serie.
Una stagione poco incisiva questa settima, per nulla
coinvolgente o emozionate, stracotta e probabilmente, arrivata al capolinea:
non c’è season finale che tenga.
3 commenti:
stracottissimo!
io sono ancora alla prima serie di dexter!la storia mi piace,ma non mi ha preso tantissimo..magari gli dò un'altra possibilità con la seconda serie!
Anche il finale mi ha deluso! Peccato.
Luca
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