Vi avviso subito: oggi non parliamo di tv di qualità.
La tv italiana, e non solo la tv, è arrivata alla frutta
ormai.
E questa non è una novità.
Personaggi da quattro soldi la fan da padrone sul piccolo schermo in prime time, e programmi di dubbio gusto spopolano sulla tv generalista e su quella a pagamento.
Notizie indecenti impazzano sul web, da Fabio Volo che va al Festival della Filosofia, ad Alessia Marcuzzi madrina del Roma Fiction Fest.
E questa non è una novità.
Personaggi da quattro soldi la fan da padrone sul piccolo schermo in prime time, e programmi di dubbio gusto spopolano sulla tv generalista e su quella a pagamento.
Notizie indecenti impazzano sul web, da Fabio Volo che va al Festival della Filosofia, ad Alessia Marcuzzi madrina del Roma Fiction Fest.
Dalle varie Miss Italia che provano a mettere in croce due
verbi, alle veline che s’improvvisano attrici-cantanti-ballerine, quando
probabilmente non sono neanche capaci di cuocere un uovo al tegamino, pensavo
di aver visto il peggio del peggio. Dopo i vari reality di seconda scelta, i
talent show dal dubbio gusto, pensavo non si potesse scendere ancora più in
basso. Pensavo.
Finché, durante lo zapping, non sono incappata in The
Apprentice, il nuovo “talent” di Cielo che ha per protagonista lui, il boss.
No, non Bruce, ma l’iniziale è quella, la B che in questo caso sta per Briatore.
Partiamo dal presupposto che questo “programma”, fotografia trasparente e cristallina della generazione dei “wannabe”, meglio conosciuti come i “vorrei ma non posso” serve quasi esclusivamente a lasciare che il “boss” Flavio si autocelebri, ancora una volta, davanti a migliaia di telespettatori.
Dispensando consigli e frasi retoriche, l’imprenditore insegna a un team (cominciamo a usare queste parole ridondanti che tanto piacciono ai wannabe) di giovani imprenditori/manager/strategist (non chiedetemi di cosa), a diventare come lui. Sì, avete capito bene: lo scopo del programma e smerciare perle di pseudo business a un gruppetto di twenty something per insegnar loro come sfondare nel mondo dell’imprenditoria mondiale e trasformali così, da arrampicatori sociali e arrivisti quali sono, in spietati squali dell’economia italiana e non solo.
Partiamo dal presupposto che questo “programma”, fotografia trasparente e cristallina della generazione dei “wannabe”, meglio conosciuti come i “vorrei ma non posso” serve quasi esclusivamente a lasciare che il “boss” Flavio si autocelebri, ancora una volta, davanti a migliaia di telespettatori.
Dispensando consigli e frasi retoriche, l’imprenditore insegna a un team (cominciamo a usare queste parole ridondanti che tanto piacciono ai wannabe) di giovani imprenditori/manager/strategist (non chiedetemi di cosa), a diventare come lui. Sì, avete capito bene: lo scopo del programma e smerciare perle di pseudo business a un gruppetto di twenty something per insegnar loro come sfondare nel mondo dell’imprenditoria mondiale e trasformali così, da arrampicatori sociali e arrivisti quali sono, in spietati squali dell’economia italiana e non solo.
Il “fortunato vincitore” si aggiudicherà un contratto a “sei
zeri” (il boss ci tiene a sottolinearlo) nella sua holding di lusso, la
Billionaire Life, e avrà la fortuna di ampliare le sue conoscenze nel business,
riempirsi la bocca di parole altisonanti come “team leader”, “team building”, “brand
awareness”.
Caro signor Briatore, continuerò a seguirla, per vedere fino
a che punto arriveremo.
Per riempirmi le orecchie con le sue frasi fatte, per ammirare la sua abbronzatura accecante e i grattacieli di Milano ripresi sullo sfondo, per invidiare tutto quel lusso e quello sfarzo che la circondano.
Per riempirmi le orecchie con le sue frasi fatte, per ammirare la sua abbronzatura accecante e i grattacieli di Milano ripresi sullo sfondo, per invidiare tutto quel lusso e quello sfarzo che la circondano.
Ma nel mio piccolo, vorrei darle un consiglio: dica ai suoi “adepti”,
a tutti quei “ragazzetti” che con un master si sentono arrivati, che non basta farfugliare
qualche parola inglese, o indossare un completo elegante o un tailleur e
improvvisarsi fenomeni per essere veri uomini o vere donne.
Per diventare come lei, basta vendere l’anima al diavolo, basta calpestare il prossimo.
Lo hanno fatto in tanti, mi creda.
Basta poco e lo stipendio a “6 zeri” vien da sé.
Ma si ricordi, “boss”: l’umiltà, il buon senso, l’integrità morale e il rispetto per gli altri, una volta persi, non tornano più.
Per diventare come lei, basta vendere l’anima al diavolo, basta calpestare il prossimo.
Lo hanno fatto in tanti, mi creda.
Basta poco e lo stipendio a “6 zeri” vien da sé.
Ma si ricordi, “boss”: l’umiltà, il buon senso, l’integrità morale e il rispetto per gli altri, una volta persi, non tornano più.
6 commenti:
Purtroppo ci sarebbe un sistema da demolire a cannonate. Da dove possiamo cominciare? Sembra che fare sempre la cosa giusta nel proprio piccolo non basti davvero più.
Io la tele non la guardo proprio più, solo film o DVD.
troppo lento
ci sarà una puntata in cui verranno e lo butteranno in una topaia e butteranno via le chiavi vero?!?! no perchè.. se fare successo equivale a saper rubare come lui... aaaaa povera Italia!
Sempre fantastico leggerti... Però dai, da come si comporta Briatore non mi sembra che premi quelli che vogliono calpestare il prossimo, buttando fuori Chiara che aveva preso posizione contro la sua collega e Alberto che nella prima puntata se fosse stato nominato avrebbero buttato fuori lui, visto le sue pagliacciate...
grande post!
@LaFirma: concordo!
@Matteo: fosse la lentezza il problema
@Sprazzi: speriamo!
@Lisetta: grazie cara!
@pa: thanx a loooot! ;)
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