Schermo luminoso e tasti colorati.
Tic, tic.
Schiaccio due tasti.
“Grazie, arrivederci.”
Guardo fuori: la gente, stretta negli impermeabili, cammina veloce sotto una fastidiosa pioggerellina battente.
Le persone passano veloci davanti alla grande vetrata, e non si accorgono di me.
“Dieci euro, grazie. Ecco lo scontrino.”
Tic, tic.
Altri due tasti.
Alzo lo sguardo distrattamente, e incrocio quello di un estraneo qualunque.
“Buona giornata, grazie.”
E intanto troppo tempo per pensare.
Tic, tic.
Sento il presente sfuggire via, ma inerme non riesco a fermarlo.
Tic, tic.
“Otto euro, grazie.”
Spingete il tasto reset, per favore.
Scivola, scivola, scivola e va via.
Tic, tic.
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