Oliver
Queen è un trentenne ricco, viziato e arrogante.
Figlio di un magnate
miliardario ed erede di un patrimonio illimitato, durante un tragico incidente
in barca, viene dato per disperso e successivamente, per morto.
Dopo cinque,
lunghissimi anni, viene rivenuto, allo stato brado e psicologicamente piuttosto
confuso, su un’isola deserta e riportato alla sua vera vita. Qualcosa però in
lui è cambiata e, nonostante di giorno continui
a vestire i panni del rampollo della famiglia Queen, avido, irriverente e
arrivista, di notte, come ogni super eroe che si rispetti, Oliver si trasforma in Freccia Verde, pronto
a combattere contro il marcio della società moderna.
Cappuccio in testa e arco
tra le mani, nel più classico e banale degli stilemi del genere, il protagonista
ruba, o meglio, punisce i ricchi, per aiutare i poveri.
Questa, in
breve, la trama di Arrow, nuova serie in partenza domani sera, in
esclusiva, su Italia1 con una doppia puntata.
Creata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew
Kreisberg, lo show si ispira a Green Arrow, serie a fumetti della DC
Comics, ed è trasmesso negli Stati Uniti dalla CW, network già teatro delle avventure di
un altro giovane supereroe, il Clark Kent di Smallville.
Nei panni
di Oliver Queen, l’ex fotomodello Stephen Amell, circondato da altri volti più
o meno noti del piccolo schermo, Katie Cassidy, Colin Donnell, David Ramsey.
Definita da
molti come “la serie rivelazione dell’anno”, Arrow si rivela, a mio avviso, debole sotto molteplici punti di vista: dalla sceneggiatura piuttosto
prevedibile e ripetitiva, alla struttura narrativa fiacca e spesso poco
persuasiva.
Confermata per
un’intera stagione (rispetto ai 13 episodi commissionati inizialmente al network),
la serie è l’emblema di come a volte, un prodotto poco convincente ma in grado
di attirare intorno a sé una modesta stregua di fedeli spettatori, riesca ad
affermarsi e guadagnarsi un posto nel palinsesto statunitense, a discapito di altre
serie meritevoli, alle quali invece, la chance di proseguire viene negata dopo
una manciata di episodi appena.