Già lo
scorso anno Make It or Break It rischiò
di venir chiuso: i bassi ascolti dello show della Abc Family, infatti, non convinsero del tutto i produttori.
Affetti come molti dalla febbre da Olimpiadi però, si convinsero a “regalare” alla serie altri otto episodi, lasciandosi purtroppo indietro, loro malgrado, alcuni protagonisti principali e a dir poco fondamentali: dall’allenatore Sasha Beloff (Neil Jackson, apparso in un paio di episodi appena della terza stagione) a una delle “ginnuts” stesse, Emily Kmetko (Chelsea Hobbs), oltre a una manciata di personaggi sì secondari, ma dei quali abbiamo fortemente sentito la mancanza quest’anno, da Chloe Kmetko (Susan Ward) a Damon Young (Johnny Pacar).
Nella terza stagione non cambia solo la location per le ginnuts che si ritrovano così costrette a dire addio alla Rock, ma il turn over tocca anche al coach e alle compagne di squadra e la verve, non è più la stessa: cala la qualità dei dialoghi, la compattezza degli intrecci, e tutto, sfortunatamente, si fa scontato e prevedibile.
Make It or Break It, come spesso accade a molte altre serie, si perde inevitabilmente per strada e inconsciamente smarrisce tutti i punti forti che fino a oggi lo avevano caratterizzato.
E anche se nella series finale ogni storyline trova la sua un’esaustiva e degna conclusione, il plot assume caratteri fin troppo disneyani rispetto quello cui siamo abituati, tanto da spingerci a tirare un sospiro di sollievo.
Miobi è l’esempio lampante di come sia meglio concludere una serie prima che sia troppo tardi, onde evitare di lasciare l’amaro in bocca una volta viste deluse le nostre aspettative.
Goddbye ginnuts e in bocca al lupo per Londra.
Affetti come molti dalla febbre da Olimpiadi però, si convinsero a “regalare” alla serie altri otto episodi, lasciandosi purtroppo indietro, loro malgrado, alcuni protagonisti principali e a dir poco fondamentali: dall’allenatore Sasha Beloff (Neil Jackson, apparso in un paio di episodi appena della terza stagione) a una delle “ginnuts” stesse, Emily Kmetko (Chelsea Hobbs), oltre a una manciata di personaggi sì secondari, ma dei quali abbiamo fortemente sentito la mancanza quest’anno, da Chloe Kmetko (Susan Ward) a Damon Young (Johnny Pacar).
Nella terza stagione non cambia solo la location per le ginnuts che si ritrovano così costrette a dire addio alla Rock, ma il turn over tocca anche al coach e alle compagne di squadra e la verve, non è più la stessa: cala la qualità dei dialoghi, la compattezza degli intrecci, e tutto, sfortunatamente, si fa scontato e prevedibile.
Make It or Break It, come spesso accade a molte altre serie, si perde inevitabilmente per strada e inconsciamente smarrisce tutti i punti forti che fino a oggi lo avevano caratterizzato.
E anche se nella series finale ogni storyline trova la sua un’esaustiva e degna conclusione, il plot assume caratteri fin troppo disneyani rispetto quello cui siamo abituati, tanto da spingerci a tirare un sospiro di sollievo.
Miobi è l’esempio lampante di come sia meglio concludere una serie prima che sia troppo tardi, onde evitare di lasciare l’amaro in bocca una volta viste deluse le nostre aspettative.
Goddbye ginnuts e in bocca al lupo per Londra.
Noi magari,
ci rifaremo con Ginnaste.
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