There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

venerdì 4 febbraio 2011

(500) Days of Summer: quante anime gemelle esistono per ognuno di noi?

Per arrivare dritti al cuore del grande pubblico, a volte non occorre una pellicola d’autore o il capolavoro di un regista rinomato: spesso, film a basso budget, indipendenti e poco pretenziosi, riescono a centrare pienamente l’obiettivo, laddove un maestro del cinema invece fallirebbe.
È questo il caso di (500) Days of Summer (500 giorni insieme), romantic comedy del 2009, opera dell’esordienteMarc Webb, dietro la macchina da presa in passato per numerosi videoclip musicali di artisti del calibro di LennyKravitz, Anastacia, Counting Crows e Greenday, solo per citarne alcuni.
Il film, che non colpisce per la trama (la storia risulta indubbiamente già vista molte altre volte sul grande schermo), spicca invece per altre qualità, su tutte per quel velo di cinismo, ironia e sacrosanta verità, con cui una moderna favola d’amore viene raccontata al pubblico in sala.
(500) Days of Summer è la storia, breve ma intensa, di due persone comuni, in una grande e dispersiva città, cornice del loro casuale ma decisivo incontro. Due anime molto simili, eppure altrettanto diverse, che un giorno per caso, s’imbattono l’una nell’altra, senza capire che un semplice “ciao”, di lì in avanti, cambierà inevitabilmente il loro destino.
La loro è una storia come tante, una storia d’amore simile a molte altre forse, o forse no. Uno di quegli amori disperati e impossibili, destinati a lasciare per sempre una grossa cicatrice in fondo al cuore. Un sentimento esploso inaspettatamente, un giorno all’improvviso.
Uno di quegli amori capaci di togliere il fiato, di far toccare il cielo con un dito e di spezzare il cuore in mille piccolissimi pezzi impossibili da ricongiungere, di regalare emozioni uniche e irripetibili, di far soffrire come non mai.
Protagonisti Tom (Joseph Gordon-Levitt) e Summer (Zooey Deschanel), giocherellone e in cerca del vero amore lui, schiva, controversa e con la testa altrove lei.
Inciampati l’uno nell’altra durante un party aziendale, tra i due sono subito scintille, nonostante le mille remore di lei, terrorizzata all’idea di impegnarsi, e la spiccata insicurezza di lui, fin troppo affascinato dalla bellezza e dalla spigliatezza della collega. In un attimo, sono farfalle nello stomaco.
Webb sceglie di non barricarsi dietro una pellicola convenzionale, e punta più in alto, adottando scelte narrative e registiche originali e dinamiche: la storia va a ritroso, tra flashback e ricordi, per ricostruire il percorso sentimentale di Tom e Summer, dal primo incontro fino ai titoli di coda.
Attraverso sequenze spezzate ma costantemente ritmiche, il regista racconta la relazione tra i due, introducendo ogni scena clou, ogni momento cruciale, con un riferimento temporale (il numero dei giorni trascorsi), che spesso va a ritroso nel tempo, per colmare lacune nella storia e descrivere ad arte il progredire dei sentimenti di ciascun personaggio.
Sulle note di splendidi brani degli Smiths, dei Black Lips, dei Temper Trap e di Simon & Garfunkel, Tom e Summer si innamorano inevitabilmente, nonostante i mille paletti costruiti da lei per evitare che ciò accadesse, e le mille paure di lui; entrambi aprono il proprio cuore al vero amore, timidi e complici, in un andirivieni di dubbi, interrogativi e tante promesse non mantenute.
La storia è raccontata dal punto di vista di Tom e si discosta nettamente dai consueti stereotipi sugli uomini, senza scadere minimamente nel maschilismo spicciolo, ma spingendosi invece verso un romanticismo puro e profondo, forse atipico ma sicuramente genuino.
Webb ci stupisce, e andando controcorrente, sceglie di non concludere il film con il classico “e vissero felici e contenti”: Summer spezza il cuore a Tom, sposa un altro uomo, e quando i due si rincontrano dopo qualche mese, lo rincuora però assicurandogli che non lo dimenticherà mai.
Ma il regista, purtroppo, non è coraggioso fino all’ultimo, e al termine della pellicola decide di lasciarci comunque con il sorriso sulle labbra, e anziché salutarci con l’immagine di un Tom triste, affranto e col cuore in mille pezzi (come accadrebbe nella vita di tutti i giorni), gli mostra subito di fronte la prospettiva di un nuovo amore, Luna.
Ed è proprio questa l’unica pecca del film, il coraggio del regista che proprio alla fine viene meno, privandoci di un’amara ciliegina sulla torta, e dipingendo una visione, forse, troppo ottimistica dell’amore.
Perché l’amore vero, quello con la A maiuscola, si incontra una sola volta nella vita, e chi lo ha sperimentato sulla propria pelle, questo lo sa.
A Webb invece sfugge, forse perché non ha ancora incontrato la sua anima gemella.
Forse perché è ancora in cerca della sua metà della mela.

2 commenti:

MENOLICA ha detto...

Non ho ancora visto il film...
Ma la tua recensione ha avuto un'effetto immediato,stasera lo noleggio.
:-)
M.

Stargirl ha detto...

Grazie!
Fammi sapere se il film ti è piaciuto! ;)
S.