There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

martedì 1 giugno 2010

No matter what: Carrie Bradshaw will be my Constant


Sotto la superficie griffata e patinata, Sex and the City 2, nasconde un bel po’ di sostanza, a dispetto delle aspre critiche ricevute a pochi giorni dall’uscita nelle sale italiane.

Stavolta non scriverò una recensione a tutti gli effetti, stavolta il lavoro non c’entra: devo intervenire in difesa di Carrie, soprattutto per ridimensionare i toni delle pessime recensioni ricevute dalla pellicola, che mi ha inebriato di charme e sana vanità.

SATC2 è un film leggero, e come tale va visto, senza cercare a tutti i costi di scovare il pelo nell’uovo e di avanzare nei suoi riguardi accuse azzardate.

Il primo capitolo cinematografico della saga di Candance Bushnell, aveva coronato perfettamente i sogni di tutti i fan: vedere le proprie eroine, qualche anno dopo la chiusura della serie televisiva, alle prese con le conseguenze delle loro scelte, e con difficili decisioni da prendere. Nonostante il risultato ineccepibile del film, molti erano riusciti a riscontrare difetti (irrisori) anche in quell’occasione, difetti riscontrabili eventualmente anche nella serie tv, e a cui invece probabilmente, all’epoca non era stata data la stessa importanza

Il problema, quando si parla di “cinema”, è che in molti si arrogano il diritto di giudicare senza freni, neanche fossero tutti critici cinematografici, e spesso un prodotto viene soppesato semplicemente sulla base di un’apparenza o di una convenzione, cui bisogna attenersi per ostacolare a tutti i costi un fenomeno di costume il cui successo, agli intellettualoidi, proprio non va giù.

Personalmente sono cresciuta a pane e Neorealismo, a acqua e Nouvelle Vague, ma non per questo disdegno film leggeri e altisonanti come può essere SATC2.

Carrie & Friends sono cresciute, con le rughe, qualche chilo in più e un look probabilmente troppo sbarazzino per l’età che hanno, ma poco importa: il film è uno sguardo sul mondo della moda, sulle griffes, sullo sfarzo e il lusso in generale. È eccesso, è apoteosi della trasgressione, e come ciò va visto e vissuto: senza riflettere troppo, senza voler essere a tutti i costi eticamente e politicamente corretti.

Non ci sono solo Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha in SATC2 però, ma anche, comme d’habitude, Christian Dior, Yves Saint Laurent, Louis Vuitton e molti altri ancora.

C’è la bella New York, che appare meno rispetto al solito, ma è comunque presente nella giusta misura, considerando, soprattutto, che Sarah Jessica Parker non è certo Woody Allen.

C’è una vacanza tra amiche, amiche vere, “anime gemelle” come ribadisce Samantha, e ci sono gli uomini, i nostri cari e amati uomini, e ci sono i figli, gli ex fidanzati, gli amici gay, le tate lesbiche e molto, molto altro: la pellicola, in sincera onestà, ci pone davanti a una lunga serie di stereotipi che sì, sarebbe bello non ci fossero, ma che poi alla fin fine esistono invece in ogni società, ed è quindi giusto che con questi stereotipi, presto o tardi, ci si confronti.

La single incallita Carrie lascia spazio a una volubile donna sposata, con le stesse incoerenze e le stesse fragilità di una volta, con nuovi e vecchi difetti, e come lei, le sue tre compagne di viaggio, che ancora una volta, a distanza di anni, gridano all’emancipazione durante una serata di karaoke ad Abu Dabi, facendo rizzare i capelli alle altre donne nascoste sotto al burka.

Non sono post-femministe, né troppo attempate, come molti le hanno definite: sono le quattro amiche di sempre, quelle che siamo abituate a vedere da anni, e che non necessariamente sono costrette a cambiare con l’aumentare delle rughe.

È finzione, non realtà: poco credibile magari, come l’appartamento ad “affitto bloccato” di Carrie nell’Upper East Side, ma altrettanto irresistibile.

Nonostante le battute un po’ spinte di Samantha, nonostante le scene osé, nonostante l’età che avanza: SATC ci piace proprio per questo.

Per i pregi e i difetti, per il modo scanzonato ma allo stesso tempo profondo con cui analizza i rapporti interpersonali, per l’ironia e il sarcasmo, per la spregiudicatezza e la sagacità, ma anche per la profonda fiducia sull’amore e sull’amicizia che nutre.

È trasgressivo, lussurioso, esagerato. Privarlo di simili attributi significherebbe snaturarlo, equivarrebbe a mettere un burka a Dita Von Teese.

In barba a chi lo critica, da fashion victim quale sono, io lo promuovo a pieni voti, e non solo perché mi ha inebriato di glam, ma perché mi ha spinto a riflettere, ancora una volta e all’alba dei trent’anni, sul matrimonio e la maternità, sull’amicizia e la carriera.

Sulle cose che ho, su quelle che ho perso, e su quelle che forse, non otterrò mai, ma che spingono a guardare positivamente verso il futuro, ogni singolo giorno.

Carrie Bradshaw sarà sempre la mia “costante”, come Desmond Hume lo è stato per Lost, non importa cosa accadrà.

E nel frattempo, prenoto una seconda visione: stavolta devo concentrami sui vestiti, la storia la conosco già.


4 commenti:

Guglielmino ha detto...

Amo mio amor!!

Francesca ha detto...

Ciao complimenti per il blog è bellissimo anche io adoro i telefilm e vedo che guardi molti telefilm che guardo o guardavo anche io.

Stargirl ha detto...

Grazie mille Francesca!
Sono contenta che ti piaccia il mio blog! :)

Francy ha detto...

ciao sono sempre io francesca la rgazza che ha il blog su sarah michelle gellar, mi sono iscritta anche con l'altro mio blog dedicato a Ed westwick ( Chuck bass di gossip girl ) se sei curiosa di sapere qualche anticipazione sulla serie leggi il mio blog è aggiornato.Baci