There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

martedì 26 agosto 2014

Emmys 2014: l'elenco completo dei vincitori


Si è svolta ieri sera al Nokia Theatre di Los Angeles, la 66esima edizione dei Prime Time Emmy Awards, gli Oscar della tv.
A lasciare il segno, il trionfo totale di Breaking Bad che si è aggiudicato i premi per il miglior drama, migliore attore protagonista (Bryan Cranston), miglior attore e attrice non protagonisti (Aaron Paul e Anna Gunn) e miglior sceneggiatura.
A True Detective, antagonista temibile della serie di Vince Gilligan, l’Emmy per la miglior regia (Who Goes There, diretto da Cary Joji Fukunaga) e il miglior casting per una serie drama.
L’ennesima vittoria di Modern Family nella categoria comedy, ha deluso le aspettative dei fan di Orange is the New Black, la splendida serie targata Netflix che porta a casa, alla fine, soltanto il premio come miglior guest star in una serie comedy (Uzo Aduba per il ruolo di Suzanne 'Crazy Eyes' Warren) e quello per il miglior casting in una comedy.
Di seguito, l’elenco completo di tutti i premi:

Miglior drama
Breaking Bad (Amc)

Miglior comedy
Modern Family (Abc)

Miglior miniserie
Fargo (Fx)

Miglior film-tv
The Normal Heart (Hbo)

Miglior attore protagonista di una serie drama
Bryan Cranston per il ruolo di Walter White in Breaking Bad (Amc)

Miglior attrice protagonista  di una serie drama
Julianna Margulies per il ruolo di Alicia Florrick in The Good Wife (Cbs)

Miglior attore protagonista  di una serie comedy
Jim Parsons per il ruolo di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory (Cbs)

Miglior attrice protagonista  di una serie comedy
Julia Louis-Dreyfus er il ruolo di Selina Meyer in Veep (Hbo)

Miglior attore non protagonista di una serie drama
Aaron Paul per il ruolo di Jesse Pinkman in Breaking Bad (Amc)

Miglior attrice non protagonista di una serie drama
Anna Gunn per il ruolo di Skyler White in Breaking Bad (Amc)

Migliore attore non protagonista di una serie comedy
Ty Burrell per il ruolo di Phil Dunphy in Modern Family (Abc)

Miglior attrice non protagonista di una serie comedy
Allison Janney per il ruolo di Bonnie Plunkett in Mom (Cbs)

Miglior guest star femminile di una serie drama
Allison Janney per il ruolo di Margaret Scully in Masters of Sex (Showtime)

Miglior guest star maschile di una serie drama
Joe Morton per il ruolo di Rowan in Scandal (Abc)

Miglior guest star femminile di una serie comedy
Uzo Aduba per il ruolo di Suzanne 'Crazy Eyes' Warren in Orange Is the New Black (Netflix)

Miglior guest star maschile di una serie comedy
Jimmy Fallon come conduttore del Saturday Night Live

Miglior attore protagonista in una miniserie o film-tv
Benedict Cumberbatch per il ruolo di Sherlock Holmes in Sherlock: His Last Vow (Bbc)

Miglior attrice protagonista  in una miniserie o film-tv
Jessica Lange per il ruolo di Fiona Goode in American Horror Story: Coven (Fx)

Miglior attore non protagonista in una miniserie o film-tv
Martin Freeman per il ruolo di John Watson in Sherlock: His Last Vow (Bbc)

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film-tv
Kathy Bates per il ruolo di Delphine LaLaurie in American Horror Story: Coven (Fx)

Miglior sceneggiatura per una serie drama
Ozymandias (Breaking Bad, Amc), scritto da Moira Walley-Beckett

Miglior regia per una serie drama
Who Goes There (True Detective, Hbo), diretto da Cary Joji Fukunaga

Miglior sceneggiatura per una serie comedy
So Did The Fat Lady (Louie, Fx)

sabato 2 agosto 2014

Cineforum estivo: Her, a romantic drama by Spike Jonze



In un futuro non troppo lontano gli uomini e le macchine vivono in perfetta sintonia gli uni con gli altri.
In quello stesso futuro, gli uomini e le macchine si innamorano, si amano, si spezzano il cuore.
Le loro storie d’amore sono passionali, appassionanti, struggenti.
Come quella tra Theodore e Samantha.
Introverso e rassegnato lui, entusiasta ed empatica, lei (Her), “La” macchina.
Samantha infatti, altri non è che un OS, un sistema operativo rivoluzionario e innovativo, destinato a relazionarsi con gli esseri umani, per assisterli e aiutarli nella vita quotidiana, riempire i loro vuoti emotivi, colorare un po' le loro giornate sempre uguali, piatte. Spesso vuote.
Di tutti questi elementi, in effetti, “lui”, ha davvero un gran bisogno.
Divorziato e depresso per la rottura con la sua ex moglie, solitario e pessimista, il buon Theodore nella vita scrive lettere d’amore su richiesta e lo fa con una sensibilità e una profondità fuori dal comune.
In quel mondo, in cui gli esseri umani stringono rapporti intimi con gli OS infatti, è proprio con gli altri esseri umani che non riescono più a comunicare come una volta, e persone come Theodore, lo fanno al loro posto. 
Lettere di addio, dichiarazioni d’amore, promesse solenni: il personaggio interpretato da uno strepitoso Joaquim Phoenix, regala parole d’amore a chi non riesce a metterle nero su bianco, foglio di carta o foglio elettronico, poco importa.
L’amore con Sam, passionale e avventato prima, lacerante e tormentato poi, riesce in qualche modo a far sì che, le meravigliose parole che "confeziona" da sempre per gli altri, comincino a sgorgare direttamente dalla sua mente, dal suo cuore, dalla sua anima.
Un amore "ideale" più che impossibile, quello che li lega l'uno all'altra.
Un amore che vive nello spazio e nel tempo. 
Nelle parole. 
O negli spazi tra le parole stesse.
"It's like I'm reading a book and it's a book I deeply love. But I'm reading it slowly now. So the words are really far apart and the spaces between the words are almost infinite. I can still feel you, and the words of our story...but it's in this endless space between the words that I'm finding myself now"
Nei loro pensieri più reconditi, nelle loro emozioni nascoste. 
Quelle più intime, più profonde.
Quelle più vere.
"Sometimes I think I have felt everything I'm ever gonna feel. And from here on out, I'm not gonna feel anything new. Just lesser versions of what I've already felt"
Ma come in tutte le storie "impossibili", travagliate, quello con Samantha è un rapporto destinato a esaurirsi in poco tempo. 
Theodore questo non lo sa, Theodore questo lo scoprirà soltanto dopo. 
Quando, in un certo senso, forse sarà troppo tardi. 
"Operating System Not Found"
L'amore con Sam, in poco tempo nasce, cresce, finisce e lascia solo una scia.
"I've never loved anyone the way I loved you. Me too. Now we know how"
Ma è proprio quella scia, a indicare la via a Theodore. 
Quella che stava cercando da tanto, troppo tempo: la via della redenzione, necessaria per accantonare un passato doloroso ed estenuante.
Quella breve e intensa relazione, surreale, platonica, ma vera più di molte altre, gli permetterà finalmente di aprire gli occhi, capire i suoi limiti, affrontarli, superarli prima o poi. 
"Your past is just a story you tell yourself"
E chissà, magari un giorno, quando avrà capito se e come superare i suoi limiti, Theodore forse riuscirà finalmente a ritrovare il suo OS. 

O forse no, se non credete nel lieto fine, e allora non gli resterà che vivere con il ricordo di Sam, nella mente e nel cuore.

"Where are you going? It's hard to explain, but if you get there, come find me. 
Nothing will be able to tear us apart then".


Cineforum estivo: The Place Beyond the Pines (Come un tuono)



The Place Beyond the Pines racconta l’America di oggi, con un’intensità incredibile, un’intensità che pochi film possono vantare.
Derek Cianfrance racconta con estremo manierismo una complicata storia generazionale divisa in tre atti: nel primo il protagonista è Ryan Gosling nei panni di Luke, motociclista acrobatico e delinquente improvvisato; nel secondo Avery (Bradley Cooper), il poliziotto che proprio a Luke dà la caccia; nel terzo i loro due figli adolescenti EJ (Emory Cohen) e Jason (Dane De Haan, da tenere d’occhio, ricorda parecchio Di Caprio agli esordi).
Come un tuono, questo il titolo italiano del film, è un dramma familiare ben costruito e ben scritto, che si concentra su due aspetti fondamentali della vita di ogni essere umano: la colpa e il castigo.
Il destino ineluttabile che accomuna i quattro protagonisti, trova il suo centro nevralgico nell’incontro, dopo un’ora e quaranta circa, tra Luke e Avery, incontro che cambierà per sempre le loro vite.
Punto focale della storia infatti, è ciò che accadrà da quel preciso momento in poi e
le conseguenze che avrà nel futuro di ognuno dei protagonisti.
L’America di provincia, grigia, “umida”, faticosa emerge perfettamente grazie a una fotografia strepitosa, che regala all’intera pellicola un’estetica incredibile.
I movimenti di macchina, precisi e perfettamente studiati, sono l’arma vincente di una regia compatta e omogenea nonostante i salti temporali, caratterizzata da numerosi piani sequenza fluidi e soggettive lunghe e profonde.
La camera stringe ripetutamente sui dettagli dei personaggi, sui loro volti, e si sofferma costantemente sulla loro gestualità, e riesce a farci quasi dimenticare il paesaggio circostante, arido, freddo, inospitale.
Cianfrance porta sullo schermo istantanee di vita quotidiana, drammatica, a tratti disperata; proprio come in Blue Valentine, racconta “una famiglia qualunque” e la analizza nei minimi particolari, andando a fondo, sempre più a fondo, senza giudicare vincitori o vinti.
A metà strada tra Martin Scorsese e Clint Eastwood.
Noir, azione, melo: in The Place Beyond the Pines non manca nulla e il risultato finale, è il connubio perfetto della commistione dei generi, arricchito dalla splendida colonna sonora realizzata da Mike Patton.
Un film intenso, coinvolgente, commovente: 140 minuti difficili e impegnativi, che vanno capiti, incamerati, metabolizzati.
Gosling e Cooper, i due divi del momento, in questa pellicola danno il meglio e, soprattutto nel caso del protagonista di Drive, confermano ancora una volta di essere due tra i migliori attori in circolazione oggi a Hollywood.
Sorprendente Eva Mendes, finalmente in un ruolo serio e azzeccatissimo il cameo di Ray Liotta, nei panni del poliziotto corrotto e senza remore, uno dei ruoli che gli riesce meglio.
Una pellicola promossa a pieni voti, destinata a diventare epica, con un cast strepitoso e una regia notevole.

venerdì 1 agosto 2014

Cineforum estivo: Ruby Sparks, un amore tra sogno e realtà



Ruby è “un rubino rosso che brilla” di luce propria.
È triste, allegra, pensierosa, arrabbiata.
È sensibile e delicata, e quasi non riesce a essere realmente aggressiva neanche quando servirebbe.

Ognuno di voi, in un mondo o nell’altro, avrà incontrato la sua Ruby, questo è certo.

E ognuna di noi, in qualche modo, si è sentita Ruby almeno una volta nella vita.

In alcuni momenti Ruby è perfetta ed eterea, in altri è un completo disastro.
Ma chi l’ha incontrata, non potrà mai dimenticarla.

- Were you disappointed when you got to know me?
- How can you ask that?
- I'm such a mess.
- I love your mess.


Per certi versi, Ruby è Clementine (Eternal Sunshine of a Spotless Mind), per altri è Sole (500 Days of Summer): difficile da decifrare, semplice da amare. 
È deliziosamente incasinata, ingenua quanto basta per far sì che il mondo la ferisca in un attimo, altrettanto ingenua da riuscire a sorridere per le piccole cose.

Calvin si innamora di Ruby ancor prima di conoscerla.

Senza perdere tempo, brucia tutte le tappe, le apre il suo cuore senza sapere molto di lei.

Perché Ruby, non possiamo imparare a conoscerla neanche in una vita intera.
Forse solo incontrandola nella vita precedente o in quella successiva, ne saremmo capaci e potremmo amarla in tutta la sua completezza.

Calvin prova a cambiare Ruby per plasmarla a sua immagine e somiglianza senza prima provare lui stesso a cambiare ciò che lo rende “sbagliato” per questo mondo.

Le chiede di amarlo per sempre.
I love you. I'll never leave you.
La implora di non lasciarlo mai, ma Ruby se ne è già andata.
Calvin ha perso Ruby nel momento stesso in cui ha iniziato a mentirle, nell’attimo in cui ha smesso di brillare davanti ai suoi occhi.
She’s out of his mind.
Ma se ne è reso conto troppo tardi, pur avendolo capito subito.
Ruby Sparks va dritto al cuore, e dopo 10 minuti appena, è facile capire che si è di fronte a un film che lascerà il segno.
Come spesso accade, tra un presunto capolavoro e l’altro, “IL” film, arriva a te per caso, in maniera inattesa e inaspettata. 
Un po’ come l’anima gemella.
Un po’ come quella persona così speciale della quale proprio non riesci a fare a meno.
Ruby Sparks è un film apparentemente poco pretenzioso, che racconta l’amore provando a reinventare la romantic comedy americana, e lo fa con una delicatezza tale, da risultare incredibilmente vero e sincero, proprio come Moonrise Kingdom, ma con una maturità che ricorda inevitabilmente pellicole intense come Garden State e 500 Days of Summer.
Musicisti, scrittori, pittori: tutti in un modo o nell’altro, hanno provato nei secoli a raccontare l’amore, ma pochi ci sono davvero riusciti.
L’amore, in qualsiasi forma esso sia, è un gran casino, cari miei. Non è facile né da raccontare, né da decifrare.
Ancor meno da dimenticare, ma questa è un’altra storia.
A volte, forse bisogna solo lasciarsi andare, anche se non è facile.
E anche se la vita ci ha indurito e ispessito, forse ne vale sempre la pena tutto sommato, anche solo per incrociare sul cammino una persona come Ruby.
A chi l’avesse già persa invece, non resta che sperare in un nuovo inizio.
Forse, per tutti noi, prima o poi, ce ne sarà uno.

Could we start again?