There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

venerdì 31 agosto 2012

Prima dell'alba, sempre nei ricordi.


Ricordo come fosse ieri l'emozione che mi piombò addosso quando uscì la notizia di un sequel di Before Sunrise (Prima dell'alba), Before Sunset (Prima del tramonto).
Lo ricordo come fosse ieri.
Un film generazionale che per me, e molti altri, aveva lasciato un segno indelebile nel cuore.
Ricordo il giorno che uscì al cinema, in ogni suo dettaglio, così come ricordo perfettamente la prima volta che guardai in VHS il primo capitolo della storia d'amore tra Jesse (Ethan Hawke) e Céline (Julie Delpy), diretto nel 1995 da Richard Linklater, regista oggi conosciuto più che altro per School of Rock.
Prima dell'alba è una fotografia malinconica e piacevolmente logorroica sui giovani poco più che ventenni degli anni Novanta, gli stessi che in Reality Bites si interrogavano su amore, lavoro, famiglia e mille altri dubbi esistenziali.
La pellicola racconta con estrema delicatezza le fragilità dei due protagonisti, incappati l'un l'altro su un treno per Vienna con lo zaino in spalla nel corso di un viaggio in giro per l'Europa, scesi insieme nella capitale austriaca
(da dove partirà l'indomani il volo di lui) e decisi a consocersi meglio in poco meno di ventiquattro ore.
Tra passeggiate al chiaro di luna, folli momenti trascorsi in un pub tra una birra e una partita a freccette, incontri surreali tra poeti e cartomanti e interminabili discorsi, tra i due scatta il colpo di fulmine, coronato da una notte di passione tra i fili d'erba sotto le stelle

Ed è così, che lunghi dialoghi tra Jesse e Céline, il film racconta e descrive alla perfezione le paure che a quindici anni tu riesci già a far tue, trasformandole a venti in dubbi esistenziali e riguardandole a trenta con la stessa identica fragilità, nonostante ti scocci di più ammetterlo.
Poi succede che ventiquattro ti ritrovi a guradare il sequel, con un occhio più disincantato, e sorridi beffarda perché pensi che quella malinconia no, non ti scalfirà affatto, e psenza accorgertene, esci dal cinema e avverti un piccolo vuoto, mai colmato, in fondo al cuore, e ti chiedi perché.

E alla fine, un venerdì di fine agosto, mentre sei lì che digiti sul tuo computer indaffarata col lavoro, leggi sbadatamente la notizia che forse accadrà di nuovo, forse vedrà la luce  anche il terzo capitolo della storia indimenticabile tra Jesse e Céline, e i ricordi ti assalgono e riaffiorano nella  memoria nonostante fossi sicura di non averli mai dimenticati.
Ti chiedi come sarà stavolta, se vivrai l'evento con la stessa emozione, la stessa disillusione e la stessa ingenuità di tanti anni fa.
Ti chiedi cos'è cambiato, quanto sei cambiato
e ti stupisci di come un film, possa ancora regalarti ricordi così importanti, così contrastanti, così indimenticabili.

giovedì 30 agosto 2012

Jorge Garcia in Once Upon A Time!


Quando un personaggio di Lost torna sul piccolo schermo, a noi Lost-algici, tutto sommato fa sempre piacere, è inutile negarlo.
Così è stato quando Daniel Dae Kim ha annunciato il suo ritorno con Hawaii Five-0 o quando Jorge Garcia ha debuttato con lo sfortunato Alcatraz di J.J. Abrams, giusto per citare due esempi lampanti.
E mentre in questi mesi continua a crescere la trepidante attesa per uno dei ritorni più bramati, quello di Terry "Locke" O'Quinn in 666 Park Avenue, serie horror che debutterà a breve sulla Abc, è fresca di oggi la notizia che l'amatissimo Jorge aka Hurley, tornerà a  farci compagnia anche quest'anno con una comparsata in una delle serie più riuscite del 2011, Once Upon A Time.
Dopo le fugaci apparizioni in How I Met Your Mother e Fringe e smessi i panni di Diego Soto nella serie di Abrams (brutalmente cancellata dopo una sola stagione), il nostro adorato "Hurley" è stato chiamato all'appello dai due showrunner della serie ABC, Edward Kitsis e Adam Horowitz, arrivati anche loro direttamente dall’isola di Lost.
Garcia interpreterà il ruolo del Gigante, probabilmente nell'episodio Jack e la pianta di fagioli, dove è presente un personaggio simile, e andrà a far compagnia all'ex naufraga e compagna di sventure isolane "Claire" Emilie de Ravin, che interpreterà invece Belle.
Molti i nuovi personaggi della seconda stagione di Once Upon A Time, che ripartirà il 30 settembre, tra i più interessanti, Capitan Uncino, Lancillotto e Mulan.



mercoledì 29 agosto 2012

"Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice"

E poi ti ritrovi a respirare l’aria del mare, dopo averlo desiderato per tanto, tantissimo tempo, e pensi che sì, forse in fondo in fondo tutto andrà bene.
Perché se la vita è ancora capace di farti venire la pelle d’oca con certe piccole cose, se la vita riesce nonostante tutto a lasciarti a bocca aperta grazie a un dettaglio apparentemente insignificante, allora forse anche tu sei ancora in grado di sorprendere te stesso.
Il calore della sabbia sotto i piedi fa sì che un briciolo di energia riesca a riaffiorare nel tuo corpo per convincerti che prima o poi, anche tu ritroverai la forza per rialzarti, per vincere le tue paure, e perché no, per ricominciare a credere nei sogni.
Perché nonostante la fatica, la debolezza e lo sconforto, forse è vero ciò che dicono gli altri a volte per provare a tirarti su, forse basta davvero poco per ritrovare un sorriso, seppur fugace, seppur velato.
E finisce che ti ritrovi inaspettatamente a lasciarti andare sommersa dall’acqua del mare, fin sopra i capelli e ti chiedi come sarebbe diventare un pesce e non aver più nulla a cui pensare.
Ma poi ti ricordi che in fondo, anche i pesci i loro problemi li hanno, anche loro devono mettersi in marcia per trovare da mangiare, diventare furbi e scaltri per non farsi abbattere dai pesci più grandi.
E allora basta pensare, basta riflettere e rincorrere disperatamente il bandolo della matassa, lasciamo solo che il mare ci culli un po'.
Allarghi le braccia e le gambe, impaurita lasci che il corpo si inarchi, e ti abbandoni alla forza di gravità, quella del mare, quella che ti tiene a galla, anche se tu, a galla, pensi di non saperci più stare.
E resti lì, a fissare il cielo, coi capelli che fluttuano come fossero alghe, il respiro che lentamente trova riposo, la pancia che va e su giù a un ritmo finalmente lento e costante, e cerchi la sua mano, perché hai paura di affondare, ma lui è lì, a giurarti che ti terrà a galla se da sola non ce la farai.
E in quel momento, in quel fragile momento, pensi che sì, forse in fin dei conti tutto andrà bene.


Joss Whedon torna con sul piccolo schermo con S.H.I.E.L.D., un progetto Marvel


Sulla scia dell’incredibile successo riscosso dai Vendicatori (The Avengers) sul grande schermo, i Marvel Studios e la Disney hanno deciso di stringere un super accordo con Joss Whedon e affidargli anche la regia del sequel della fortunata pellicola.
Tra i numerosi progetti che la Marvel ha in cantiere, uno riguarda anche il piccolo schermo: al creatore di Buffy, Dollhouse e Firefly, sarà affidata infatti la sceneggiatura (e secondo alcuni rumors anche della regia dell’episodio pilota), di S.H.I.E.L.D. (il cui acronimo sta per Strategic Hazard Intervention, Espionage and Logistics Directorate), serie della Abc che si concentrerà sulle vicende dell’ immaginaria organizzazione spionistica e militare internazionale parte dell'universo dei fumetti Marvel Comics (ideata nel 1965 da Stan Lee e Jack Kirby per la versione di celluloide).
Whedon lavorerà allo script insieme al fratello Jed Whedon e a Maurissa Tancharoen ma a oggi, su soggetto, contenuti e cast le info sono davvero poche: lo show abbraccerà probabilmente azioni e missioni contro supereroi e criminali “minori” dell’universo Marvel e di certo non saranno presenti attori del calibro di Samuel Lee Jackson, che sul grande schermo identifichiamo ormai con Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D.



lunedì 27 agosto 2012

Sarah Jessica Parker sul set di Glee: ecco la prima foto!



Twitter colpisce ancora: è proprio attraverso il social network più in voga del momento infatti, che arriva la prima attesissima foto di Sarah Jessica Parker sul set della quarta stagione di Glee.
A “cinguettare” il tanto agognato scatto, Ryan Murphy, il creatore della serie, che ha postato la bellissima immagine della Parker in compagnia di Chris Colfer (Kurt) sul suo profilo personale, introducendola con una frase semplice ma efficace, “Prima scena: Kurt e Isabelle” alla quale è seguita subito la risposta dello stesso Colfer, ancora in estasi per l’emozione: “La amo. La amo! Posso tenermela?
Nella quarta stagione della serie, in onda su Fox a partire dal prossimo 13 settembre, la star di Sex and the City, assente da piccolo schermo ormai da moltissimo tempo, vestirà il ruolo di Isabelle Klempt , giornalista di Vogue alla quale Kurt farà da assistente durante il suo stage presso la prestigiosa redazione.
L’attrice divenuta famosa per il ruolo di Carrie Bradshaw non sarà però l’unica guest star in Glee, lo show partito in sordina ma giunto quasi al capolinea.
Per assicurarsi un buon seguito di pubblico e rialzare le sorti della serie infatti, i produttori, disposti ormai a giocarsi il tutto per tutto, hanno ingaggiato altri due volti del gra
nde schermo: Kate Hudson, nel ruolo di un’insidiosa insegnante di ballo che tenterà in tutti i modi di ostacolare l’ascesa di Rachel (Lea Michele) a Broadway,  e Whoopy Goldberg che tornerà invece nei panni del giudice Carmen Tibideaux.
Il countdown inizia, il 13 settembre è vicino e speriamo che nel frattempo, Ryan Murphy ci regali qualche altro scatto della bella Sarah Jessica!

Bunheads: il ritorno di Amy Sherman Palladino - Approfondimento



La Palladino è tornata, stavolta sulla ABC Family, con una dramedy tutta al femminile che si fa portavoce di un importante messaggio significativo: credere nei propri sogni e non arrendersi mai.

Dopo molti show prettamente legati a un pubblico teen, da Pretty Little Liars a The Lying Game, da La vita segreta di una teenager americana a Switched at Birth, la ABC Family vira finalmente verso un target più adulto con Bunheads, il nuovo dramedy di Amy Sherman, creatrice dell'indimenticabile Una mamma per amica.
Al centro del plot le disavventure di Michelle Simms (Sutton Foster), ballerina di second'ordine di Las Vegas, che si ritrova, in seguito a un hangover al termine di una pessima giornata, a sposare il miliardario Hubbel (Alan Ruck) e a trasferirsi su due piedi con lui a Paradise, cittadina che ricorda per molti versi la Stars Hollow delle Gilmore Girls.
Ad attendere i novelli sposi a Paradise, Fanni (Kelly Bishop, già Emily Gilmore), il classico stereotipo della suocera impresso nell'immaginario collettivo: burbera, arrogante, invadente e soprattutto astiosa nei confronti della nuora appena acquisita.
Un paio di giorni dopo il matrimonio, però, Hubbel muore in un tragico incidente stradale e lascia Michelle da sola con Fanni innescando un prevedibile rapporto burrascoso e conflittuale, ma sotto sotto destinato a rafforzarsi nel tempo, che fa inevitabilmente pensare a quello tra Lorelai e sua madre, caratterizzato da battute al vetriolo e scambi d'opinioni accesi e provocatori.
La morte di Hubbel segna quindi un netto spartiacque nella vita dell'ex ballerina, che si ritrova così, dall'oggi al domani e senza essere per nulla preparata, stretta in una realtà diversa rispetto quella cui è abituata, in un ambiente che non è le è per nulla familiare, costretta a convivere non solo con una donna a lei ostile, ma anche con tutti i pregiudizi e i pettegolezzi del caso.
A far da cornice alle due protagoniste femminili, un esile gruppetto di teenager con la passione per la danza classica, allieve di Fanni nella piccola scuola di ballo di sua proprietà. Le quattro ragazze, Boo (Katlyn Jenkins), Sasha (Julia Goldani Telles), Melanie (Emma Dumont) e Ginny (Bailey Buntain), qualcuna più ostinata e caparbia nel realizzare i propri sogni legati alla danza, qualcuna meno, si fanno portavoce di molti temi cari alla Palladino, a sua volta un'ex ballerina, come non buttare via il proprio talento, cogliere l'attimo e non lasciare che siano gli altri a dettare le regole. Tentare il tutto per tutto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, non smettere di crederci sempre e non arrendersi mai.
Un messaggio alquanto disneyano, non c'è dubbio, ma sempre efficace, soprattutto per conquistare il giovane pubblico.
Dopo i primi episodi, Bunheads si pone a metà strada tra il drama e la commedia, senza però ancora una struttura solida e un plot ben delineato: la danza fa sì da sfondo alla vicenda, ma non è ancora riuscita a imporsi come protagonista assoluta, così come ci si sarebbe potuto aspettare.
Ciò che abbiamo per ora, invece, è solo uno show incentrato sui dialoghi veloci e incisivi, senza dubbio ben scritti, tra le due protagoniste, che però ci ricordano fin troppo l'umorismo cinico e sagace della serie con Lauren Graham.
Il ritmo è buono e l'insieme è dinamico e caratterizzato dal giusto tone of voice, ma l'impressione generale è che non ci sia nulla di concreto da raccontare all'orizzonte. Lo show sembra esaurirsi nei comici siparietti tra Michelle e Fanni e nulla di più: anche se godibile, Bunheads per ora non convince del tutto.
Michelle ricorda Lorelai nel modo di fare scanzonato ed estroverso, nel continuo pensare ad alta voce senza chiudere mai la bocca, nel non tenere a freno commenti taglienti e battute sarcastiche, e la ricorda anche dal punto di vista estetico: alta, snella, cappelli castani lunghi (ma senza lo stesso fascino della Graham).
Musica, sceneggiatura, ambientazione, cast: tutto riporta con la mente a quella Mamma per amica di cui tanto sentiamo la mancanza, ma senza la verve e il brio cui Rory e sua madre negli anni ci avevano abituati: Bunheads è la fotocopia sbiadita della celebre serie della Palladino, velata di una malinconia difficile da sottovalutare.
La maggior parte dei fan è divisa, spaccata a metà: qualcuno ringrazia Amy per aver rievocato una serie mai dimenticata, qualcun altro la condanna amaramente. C'è chi apprezza i continui rimandi alle Gilmore, chi invece avrebbe voluto una ventata di novità per un ritorno in grande stile dell'autrice e, forse, qualcosa di totalmente nuovo e diverso sarebbe stato meglio. Come molti altri personaggi storici del piccolo schermo, anche di Lorelai Gilmore ce n'è una sola.

Per la video recensione e la foto gallery, correte su Movieplayer.it!

giovedì 9 agosto 2012

I consigli per l'estate

Ebbene sì, anche la ragazza delle stelle, ogni tanto va in vacanza. 
Per poco, non preoccupatevi, ma ogni tanto ci vuole.. :)

I telefilm, quelli invece non vanno mai in ferie!
Vi lascio quindi in buona compagnia, con alcune serie estive che non hanno nulla da invidiare a quelle invernali: Breaking Bad, True Blood, Wilfred, Bunheads, White Collar e molte altre ancora.
Potrei andare avanti all'infinito, ma se siete a corto di idee su cosa iniziare in questi caldi giorni estivi, spulciate in lungo e in largo il mio blog e una nuova serie da cominciare la scoverete sicuramente!
E se siete alla ricerca di un bel film "a tema" da guardare in questo periodo, non c'è che l'imbarazzo della scelta: da grandi classici come Quando la moglie è in vacanza, pellicola di Billy Wilder con la strepitosa Marilyn Monroe e Vacanze Romane, diretto da William Wyler e interpretato da Audrey Hepburn, a film italiani godibili e poco pretenziosi come Ferie d'agosto di Paolo Virzì o l'intramontabile Sapore di mare di Carlo Vanzina.

Vi strizzo l'occhio e vi auguro buone vacanze: iniziate a contare le stelle, e vedrete che in un battito di ciglia, sarò di nuovo qui.
xoxo
Stargirl



giovedì 2 agosto 2012

La classifica del Sight and Sound spodesta Citizen Kane dal primo posto


A occhio e croce, credo di aver visto Citizen Kane (1941) almeno 30 volte.
Conosco ogni inquadratura, ogni battuta, quasi ogni singolo fotogramma a memoria.
Un po' per passione, un po' per dovere (è il minimo che tu possa fare se decidi di laurearti in cinema), la pellicola di Orson Welles ha segnato immancabilmente i miei anni universitari e quelli successivi.
Indimenticabili le lunghe nottate sui libri a sottolineare e memorizzare informazioni, ore e ore col telecomando del videoregistratore in mano a bloccare scene e a prendere appunti, le infinite soste in libreria a caccia di quel monografico in inglese sul regista per prepararmi al meglio per sostenere tutti gli esami a riguardo.
Orson Welles, un modello per molti, un regista non per tutti.
Quel suo Citizane Kane così denso di perle registiche e non solo, così prezioso per tutti gli appassionati di cinema.
Oggi la scioccante notizia che, dopo moltissimi anni, in una delle classifiche più prestigiose di tutti i tempi, quella del
Sight and Sound (prestigiosa rivista del British Film Institute), il film di Welles non domina più il primo posto, come era accaduto regolarmente negli ultimi decenni, ma è sceso al secondo.
Dal 1952 infatti, anno in cui
ci fu il primo sondaggio indetto dalla rivista (vinto dal capolavoro italiano Ladri di Biciclette), il capolavoro di Orson trionfò ogni decade (il sondaggio, per chi non lo sapesse, si ripete ogni 10 anni) spodestando tutti gli altri, fino a quest'anno, lasciando il posto a Vertigo (1958) di un altro immenso maestro, Alfred Hitchcock, entrato in classica "in ritardo" nel 1982 al settimo posto, salito al quarto nel 1992 e infine sulla vetta nel 2012.

Ecco quindi i primi 10 classificati di quest'anno, alcuni opinabili, altri no.
E a seguire gli altri 40 classificati, che come i primi dieci, in molti casi meritano di essere dove sono per un parere puramente soggettivo, in altri invece penso siano  oggettivamente sopravvalutati. Lascio a voi i commenti.

1) La donna che visse due volte (191 voti)
2) Quarto potere (157 voti)
3) Viaggio a Tokyo - Ozu Yasujiro, 1953 (107 voti)
4) La regola del gioco - Jean Renoir, 1939 (100 voti)
5) Aurora - FW Murnau, 1927 (93 votes)
6) 2001: odissea nello spazio - Stanley Kubrick, 1968 (90 voti)
7) Sentieri selvaggi - John Ford, 1956 (78 voti)
8) L'uomo con la macchina da presa Dziga Vertov, 1929 (68 voti)
9) La passione di Giovanna d'Arco - Carl Dreyer, 1927 (65 voti)
10) 8 1/2 - Federico Fellini, 1963 (64 voti)

Qui trovate la classifica intera!


Legendary was Xanadu where Kubla Khan decreed his stately pleasure dome. Today, almost as legendary is Florida's Xanadu, world's largest private pleasure ground. Here, on the deserts of the Gulf Coast, a private mountain was commissioned and successfully built. One hundred thousand trees, twenty thousand tons of marble are the ingredients of Xanadu's mountain. Contents of Xanadu's palace: paintings, pictures, statues, the very stones of many another palace - a collection of everything so big it can never be catalogued or appraised, enough for ten museums - the loot of the world. Xanadu's livestock: the fowl of the air, the fish of the sea, the beast of the field and jungle. Two of each, the biggest private zoo since Noah. Like the pharaohs, Xanadu's landlord leaves many stones to mark his grave. Since the pyramids, Xanadu is the costliest monument a man has built to himself. Here in Xanadu last week, Xanadu's landlord was laid to rest, a potent figure of our century, America's Kubla Khan - Charles Foster Kane.