There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

sabato 20 giugno 2009

Moonlight: l'amore impossibile di Mick e Beth

Nel 1952 la vita di Mick St. John (Alex O’Loughlin) venne stravolta all’improvviso: durante la prima notte di nozze infatti, sua moglie Coraline (Shannyn Sossamon) lo trasformò in un vampiro, compromettendo per sempre la sua esistenza e privandolo di una vita normale e senza dargli possibilità di scelta.
Nel 2007 Mick St. John è un detective di Los Angeles che cerca di sconfiggere il crimine e di tenere testa gli altri vampiri che circolano per la città, con l’aiuto del suo migliore amico nonché mentore Josef Konstantin (Jason Dohring), più “vecchio” di lui di 400 anni, ma all’apparenza un trentenne (i vampiri infatti non invecchiano fisicamente).
Beth Turner (Sophia Myles) invece, è una giovane giornalista alle prime armi, caparbia e volenterosa, sempre in prima linea nei casi più scottanti.

Le loro strade s’incrociano la notte di un violento omicidio sul quale si ritrovano ad indagare insieme, e da quel momento in poi non si divideranno più, con Mick che le salverà la vita in più di un’occasione e lei che non esiterà a rendergli il favore quando sarà necessario.
Ciò che Beth non sa però, è che il destino li ha uniti già parecchio tempo prima, quando da bambina venne rapita dalla stessa Coraline e lui intervenne per salvarla: da quel momento il vampiro veglia costantemente su di lei nascosto nell’ombra, assicurandosi che non corra pericoli e viva serenamente.
Il legame che li unisce quindi, è più profondo di quanto lei immagini, e in breve tempo si trasformerà in qualcosa di molto più significativo e importante.
Ma gli ostacoli sono troppi, e insormontabili, e Mick lo sa bene. Proprio per questo motivo tenta di mettere un freno all’amore che prova per lei, cercando disperatamente di reprimere il forte sentimento che nutre nei suoi confronti, ma fallisce miseramente.
Lei un’umana, lui un mostro: il loro è un amore disperato, impossibile e irraggiungibile, che rischia solo di consumarli. Un amore folle e senza futuro, al quale il destino sembra opporsi con tutte le sue forze.
Creato da Ron Koslow e Trevor Munson, e prodotto dalla Warner Bros e dalla Silver Pictures, Moonlight andò in onda nel 2007 sulla CBS e in Italia l’anno successivo sul Digitale Terrestre.
Predecessore del più famoso Twilight, nonostante partisse da un'idea piuttosto interessante e intrigante, Moonlight non ha avuto il grande successo di pubblico e critica sperati, anche se la sua cancellazione non si spiega completamente, sapendo che parecchi telefilm con ascolti anche notevolmente inferiori sono sopravvissuti negli anni ottenendo in seguito una notevole fortuna nelle stagioni successive.
A discapito delle numerose campagne intraprese dai fan per salvaguardare la serie, dopo 16 episodi venne cancellata ufficialmente, seppur in maniera studiata e quindi senza lasciare un finale aperto, rendendo giustizia, almeno in parte, ai sostenitori del telefilm, affezionatisi a esso attraverso pochi episodi allo stesso modo di altre saghe durate anni.


martedì 16 giugno 2009

Telefilm "Sfortunati"

Apro oggi una rubrica dedicata a tutti quei telefilm sorti negli ultimi anni, gli anni del "boom telefilmico" come mi piace chiamare il fenomeno da Lost-ad oggi, nati sulle diverse reti americane e tagliati repentinamente dopo appena una o due stagioni, per problemi legati ad auditel, budget o scioperi vari.
Alcuni di questi TELEFILM SFORTUNATI hanno comunque lasciato un segno, almeno per noi fan, e meritano quindi di essere citati, per non finire tristemente nel dimenticatoio.
E a produttori e registi, mi unisco al coro e dico: No ai finali aperti! Se proprio dovete tagliarli, almeno dateci un happy ending!!!


OCTOBER ROAD



Estate 1997, Knights Ridge, Massachussets.
Nick Garret (Brian Greenberg, Jake Jagelski in One Tree Hill), subito dopo il diploma, decide di partire per un viaggio di sei settimane, con lo zaino in spalla on the road per l’Europa.
A salutarlo, la mattina della partenza, la fidanzata “storica” Hannah (Laura Prepon, recentemente apparsa nella comedy How I Met Your Mother) distrutta al pensiero di separarsi da lui per così tanto tempo dopo otto anni di fidanzamento, e gli amici d’infanzia: Owen (Brad Henke), Ikey (Evan Jones), Phil (Jay Paulson) e il più importante e fedele tra tutti, Eddie (Geof Stults, il Ben Kinkirk di 7th Heaven).
Il loro è un gruppo davvero molto unito e l’addio non è certo semplice, ma tutti sperano con ansia che l’estate passi in fretta, per poter riabbracciare Nick, leader indiscusso della combriccola.
Ciò che Hannah e i ragazzi non sanno però, è che purtroppo dovranno aspettare un po’ di più di sei settimane per riabbracciarlo….

Dieci anni dopo, infatti, Nick non è ancora tornato a casa: ora vive a New York ed è diventato uno scrittore di successo grazie al romanzo “Turtle on a Snare Drum”.
Il libro, vincitore di prestigiosi premi che gli hanno garantito un enorme successo, è un’autobiografia che racconta gli anni della sua adolescenza, con parecchi riferimenti, a volte non troppo lusinghieri, sui suoi amici e sulla sua famiglia.
Una sera di ottobre, mentre è seduto a scrivere nel suo appartamento a Manhattan, Nick riceve una telefonata dal suo agente che gli comunica che ha ricevuto un invito al Doorf College, proprio a Knights Ridge, alla guida di un seminario di letteratura per gli studenti.
All’inizio Nick si ritrova titubante ed ansioso al pensiero di riavvicinarsi alla sua città natale dopo un’assenza così lunga, ma riflettendoci decide di accettare l’offerta e si prepara ad affrontare finalmente i suoi cari, con i pro e i contro che la situazione comporta.
Solo pochi amici purtroppo per lui, si dimostreranno però felici di rivederlo, a differenza soprattutto di Eddie ed Hannah, ostili nei suoi confronti sin dal principio.
Nick ha spezzato il cuore a entrambi, li ha feriti a tal punto che non sarà facile ricominciare: sembra quasi impossibile infatti, colmare l’immenso vuoto che ha lasciato e cancellare una ferita pressoché indelebile.
Esattamente come per suo padre Bob, vedovo e con un figlio minore a cui badare, col quale ha aspettato per anni, invano, una lettera o una telefonata da New York.
Ad accrescere la tensione, oltretutto, la presenza di Sam, il figlio di dieci anni di Hannah, che da subito insinuerà in Nick, che possa essere suo figlio, viste le enormi somiglianze fisiche e caratteriali tra entrambi.
October Road è la storia di un’amicizia profonda e speciale, e racconta il percorso di vita di un gruppo di individui che intrecciano tra loro rapporti travagliati e difficili, ma allo stesso tempo unici e rari.
La serie è ispirata al film del 1996 “Beautiful Girls” di Scott Rosenberg uno dei creatori, ed è suddivisa in due stagioni, la prima di soli 6 episodi, e la seconda di 13, trasmessi negli Usa dalla Abc tra il marzo del 2007 e il marzo del 2008 (in Italia fi trasmessa su Fox nella primavera del 2008).
A causa dello scarso successo ottenuto oltreoceano, la rete americana ha deciso di tagliare la serie per investire in altri progetti, privando in questo modo i fan di un finale vero e proprio, lasciandoli con l’amaro in bocca per i troppi quesiti lasciati aperti.
October Road resta comunque una serie degna di nota, sia per l’ottimo cast che per la storia narrata: il delicato viaggio emotivo e spirituale intrapreso dal protagonista, personaggio affascinante e dalle mille sfaccettature, impegnato a scavare nel suo passato per poter affrontare il presente con le persone a lui care, e costruire così qualcosa di solido per il suo futuro. Uno scrittore alle prime armi, un uomo di successo ma intimamente depresso, a tratti schivo, a tratti coraggioso, ma soprattutto un essere umano che affronta il proprio fallimento personale senza arrendersi, confrontandosi di volta in volta coi suoi errori senza mai mollare, nella continua e disperata ricerca dell’amor perduto.

martedì 9 giugno 2009

Chuck e l'ennesima, divertentissima "rivincita dei Nerd"

Chuck Batowski è un genio informatico di ventisei anni dal comportamento “nerdiano” che conduce una vita tranquilla: vive con la sorella e il cognato, trascorre buona parte del suo tempo libero col migliore amico Morgan e lavora come consulente informatico presso la Buy More, catena che vende apparecchiature elettroniche (nonché parodia della catena di supermercati statunitensi Best Buy). Finché un giorno riceve una e-mail da parte di un suo ex-compagno di college, Bryce (che ora tra le file del Governo) e la sua vita cambia in un batter di ciglia: il messaggio contiene informazioni assolutamente top secret e segreti governativi di cui ora anche lui è a conoscenza.
Da semplice commesso si trasforma così in un agente segreto che dovrà vedersela con pericolosi assassini e terroristi internazionali, in un crescendo di situazioni bizzarre e gag divertenti, al fianco della sua affascinante e atletica collega Sarah Walker.
“Chuck” è una serie tv americana dalle Nbc che sbarca questa sera su Italia1 in seconda serata dalle 23:00 circa, nonostante sia già stata trasemssa nell’estate dello scorso anno da Steel, canale del Digitale Terrestre.
Definita un action-comedy, annovera tra i suoi autori Josh Schwartz meglio conosciuto per “The O.C” e il più recente “Gossip Girl”, e Chris Fedak.
Lo scorso anno, l’attore protagonista, Zachary Levi (in Italia doppiato dall’insuperabile Giovanni “Nanni” Baldini), si è aggiudicato il premio come “miglior attore emergente” ai Family Television Awards.
In questo telefilm, che negli Stati Uniti ha riscosso ottime critiche ed un notevole audience ed è giunto ormai alla terza attesissima stagione, è facile cogliere numerose citazioni relative a film e serie tv famose, sia di oggi che del passato, legate alla fantascienza, al cinema e alla letteratura.

giovedì 4 giugno 2009

Istanti



Aspettava qualcosa, ma non sapeva esattamente che, o chi...
Voleva andarsene chissà dove, ma aveva troppa paura per farlo...

Sentiva il bisogno di capire, e di capirsi, ma quella era la cosa più complicata...

Aveva solo voglia di aggrapparsi di nuovo a qualcuno,
e lasciarsi trascinare via,
come l'ultima volta,
per raggiungere quel punto di non ritorno
dove lasciarsi cullare dall'oblio...

Era sola, ma aveva i ricordi a farle compagnia in quegli istanti,
anche se prima o poi, sarebbero svaniti nella sua memoria...

mercoledì 3 giugno 2009

Sbiadendo..




Laddove tutto inizia e poi finisce,
e dove nel mezzo,
alla fin fine,
lascia solo un indelebile ricordo...

lunedì 1 giugno 2009

Una sera, tanto tempo fa...

Quel venerdì uscimmo tutti un po’ prima dal lavoro per presenziare a un evento esclusivo fuori città, un party organizzato in un vecchio casale soggetto a un prestigioso restyling per l’occasione, che quella sera avrebbe ospitato un Dj di fama mondiale noto per le sue performance di musica elettronica e chill out.
Per partecipare bastava stampare alcuni accrediti dal sito del Dj, che però nel giro di un’ora erano già esauriti. Lui era, ovviamente, riuscito a procurarceli. Io non era entusiasta all’idea, visto che il giorno dopo avrei iniziato a lavorare alle sette e mezzo per l’inventario del negozio, ma Chiara non volle sentire ragioni e mi trascinò con lei. Il problema era la macchina che non avevamo per andar fin lì, quindi ci aggregammo ad un paio di suoi amici (uno dei quali cotto di me ed estremamente carino) e al gruppetto di lui. Giunti a destinazione, lo spettacolo che ci si prospettò davanti contribuì ad aumentare il mio nervosismo: un’ondata di gente sudata e su di giri in coda per entrare, in attesa che i cancelli venissero aperti. L’odore di tabacco e marijuana diventò insostenibile anche per me. Almeno fino al momento in cui non inizia a fumarne. Ci accodammo al gregge ed aspettammo. Tutti e nove lì, senza sapere di cosa parlare. In più avevo completamente sbagliato look. Ero vestita da “figlia dei fiori”, visto il clima mite di quei giorni, con pantaloni larghi verde prato, sandali di pelle aperti con borsetta a tracolla, e una maglietta a fiori scollata e molto aderente. Gli altri erano tutti con jeans strettissimi, converse e
t-shirt comode, in perfetto british style. Compresa quella simpaticona di Chiara, che si era probabilmente dimenticata di spiegarmi esattamente come fosse l’ambiente, troppo presa com’era dal convincermi ad andare.
Un’ora prima dell’inizio la situazione diventò insostenibile, e alcuni fan un po’ ubriachi decisero di farlo presente: non so come ma iniziarono progressivamente a spingere, senza pensare alle conseguenze. Di colpo il cordone di gente si mischiò, alcuni vennero portati molto avanti dalla fiumana di gente, altri spostati verso l’esterno, altri ancora rispediti indietro di quei pochi passi compiuti fino a quel momento. So solo che nel momento in cui mi girai in seguito alla prima strattonata, vidi Chiara molto in là rispetto a dov’eravamo, insieme al resto del gruppo fatta eccezione per me, lui e il tizio carino che mi stava incollato dietro. Chiara mi guardò con gli occhi sbarrati, implorandomi di raggiungerla, senza badare alla mia scomoda posizione. Prima che potessi risponderle con uno sguardo indispettito però, ecco un nuovo spintone a trascinarmi ancora più lontano, alla sinistra dei cancelli, sempre più distante da Chiara e gli altri, stavolta senza il tipo carino. Io e lui da soli, attaccati l’uno all’altra a metri e metri di distanza dal resto del gruppo. Iniziai a guardarmi intorno con fare sconvolto, e lui se ne accorse. “Va tutto bene, con la prossima spinta dovremmo finire direttamente a casa, senza scomodarci troppo!” sorrise, ma a me non fece ridere, anzi, continuai a irritarmi, e a maledire la mia adorata amica per avermi messa in quella situazione. Tutta la situazione mi stava agitando, volevo solo raggiungere Chiara e respirare. Ma la gente continuava a stringersi l’una con l’altra e i cancelli non volevano aprirsi. Ero completamente spiattellata su di lui, senza sapere cosa dire. Mi sentivo solo in tremendo imbarazzo, visto che aveva quasi i miei seni in gola. Lui credo intuì che stavo per esplodere e mi prese le mani. Con un gesto leggero le intrecciò entrambe alle mie e mi disse: “tranquilla, ti tengo io così non cadi”. Incredula lo fissai negli occhi, per la prima volta forse così intensamente e mi ci persi. Erano così profondi e coinvolgenti. Il colore non era particolarmente bello, erano verde scuro, come il colore del mare in inverno quando piove. Lui ricambiò lo sguardo, e fu magico. Ci fissammo per quella che mi sembrò un’eternità, stretti l’un l’altro senza parlare, imbarazzati e impacciati. E poi successe qualcosa di ancora più emozionante: sentii il suo cuore battere all’impazzata e poi il mio seguirlo subito dopo. I nostri cuori battevano insieme, all’unisono, e le nostre mani erano incollate. Lo sguardo fu interrotto dall’ennesimo spintone che si abbatté su di noi come un terremoto, ma lui non mollò la presa. Mi tirò a se e abbracciandomi cercò di farmi girare nella direzione cui verteva la fiumana di gente. Ora era dietro di me, e mi cingeva i fianchi con le sue braccia. Aprirono i cancelli, e come un fiume in piena le persone iniziarono ad entrare. La mia borsa restò impigliata in un energumeno che pare volesse entrare per primo a tutti i costi e mi si tirò dietro nella sua folle corsa all’entrata. Lui provò a tenermi ma la forza dell’altro tizio era troppa: all’improvviso avevo un braccio completamente teso verso di lui ad afferrare la sua mano, e all’altro steso nel disperato tentativo di staccare la borsa. Ad un trattò gridò “stop! Ehi amico fermati dannazione! La stai massacrando!” con una tale potenza nella voce da far girare tutti, compreso il tipo davanti a me, che si scastrò dalla mia borsa e mi aiutò a non cadere, gettandomi tra le sue braccia. Tentai di ringraziarlo, ancora un po’ turbata, e alla fine entrammo trascinati dalla folla. Boom! Di colpo la ressa si era dileguata e tutti si affrettavano ad entrare, nonostante non ci fosse più il caos iniziale. La magia finì, evaporò velocemente. Tornai a respirare mentre raggiungevo l’atrio della cascina, ancora per mano con lui. All’entrata vedemmo Chiara in piedi che cercava di telefonarmi (Dio solo sa come avrei potuto rispondere secondo lei) e le nostre mani, così come si erano unite spontaneamente, si divisero con un silenzioso tacito accordo.
Restammo un’ora a ballare, ma quando gli amici di Chiara, annoiati, proposero di andare via, non potemmo fare altrimenti: l’altra macchina era piena e non saremmo potute tornare in città in nessun altro modo. Salutammo gli altri, e ci dirigemmo all’uscita. Prima di andarmene lo cercai con gli occhi e lo trovai. Chiara era appena fuori, io corsi indietro di pochi passi per dirgli “Grazie per prima, sarei caduta se non ci fossi stato tu!” , “Ci siamo tenuti a vicenda, non preoccuparti!” mi rispose, sfiorandomi la mano appena, e intrecciando timidamente le sue dita alle mie, per un breve attimo, prima di salutarmi.
Quella sera, dopo la festa, finii a letto con Phil, l’amico carino di Chiara, ma non smisi di pensare a lui, alle sue braccia strette intorno a me, al brivido che sentii in tutto il corpo, e ai suoi occhi dentro ai miei...