There's no point to any of this. It's all just a... a random lottery of meaningless tragedy and a series of near escapes. So I take pleasure in the details. You know... a Quarter-Pounder with cheese, those are good, the sky about ten minutes before it starts to rain, the moment where your laughter become a cackle... and I, I sit back and I smoke my Camel Straights and I ride my own melt.

lunedì 2 febbraio 2009

A tu per tu con i VANILLA SKY


Articolo pubblicato su Gals Magazine, luglio 2008


L’estate, da parecchi anni a questa parte, è diventata la stagione dei concerti. Sempre più festival e carrozzoni itineranti infatti si svolgono nei tre mesi più caldi dell’anno. Dai nostrani Heineken Jammin’Festival (Mestre) e Indipendent (Bologna) agli europei Rock Am Ring (Germania) e Monsters of rock (Inghilterra), questi grandi eventi accolgono migliaia di visitatori che possono ascoltare dal vivo i loro beniamini musicali: è sempre più facile vedere insieme tantissimi gruppi nella stessa giornata che si dividono il palco creando una sorta di magia e armonia davvero uniche.
Nel panorama dei festival estivi si sta facendo largo il nome dell’EastPak Music Bomb che sarà nel nostro paese tra luglio e agosto. Si comincia con l’Etnika Rock Festival, giunto quest’anno al suo sesto compleanno, il 5 e 6 luglio in quel di Ceccano (Frosinone), mentre il 23 e 24 agosto sarà la volta dell’Acqua In Testa Festival a Bari (quarta edizione), dove a far saltare il pubblico saranno Hives e Shaggy. Le vere chicche musicali però le ritroveremo nel mese di luglio, infatti per i patiti del pop-punk e dell’hardcore sarà una ghiotta occasione per vedere esibirsi artisti internazionali del calibro dei canadesi Comeback Kid, mattatori dell’hardcore nel mondo insieme ai teutonici Caliban il primo giorno. Gli headliners della seconda giornata di musica saranno i Mad Caddies, affiancati dagli italianissimi Vanilla Sky, protagonisti nell’ultimo anno di una notevole ascesa al successo grazie anche alla prestigiosa collaborazione con Mark Hoppus (ex membro dei Blink 182) e soprattutto alla cover di Rihanna “Umbrella”.

Le strade dei Vanilla Sky e quella dell’Etnika Rock Festival si sono già incrociate nel 2007, mentre il loro ultimo Cd “Changes” cominciava sempre più frequentemente a girare sulle bocche di tutti, in radio come in televisione, trascinato dall’esplosivo singolo “Break it Out”. Da quel giorno i quattro ragazzi di Roma, Daniele, Luketto, Cisco e Vinx, non si sono mai fermati tra tour, promozioni dell’album, e una ripubblicazione dello stesso impreziosita dalla già citata cover di Rihanna. Noi siamo riusciti a “bloccarli” per un pomeriggio proprio durante un evento promozionale del festival nel negozio della Eastpack nel centro di Milano. Qui, tra una battuta e l’altra (hanno infatti un gran senso dell’umorismo ed una grande ironia), li abbiamo “messi a nudo” solo per voi!


I: Non vi chiedo il motivo del nome tanto lo so già… (non ha nulla a che fare con l’omonimo film ma si ispira ai colori tendenti al giallo che il cielo assume al tramonto. NdR)
Coro: (ridono) Oh meno male! Grazie, ce lo chiedono sempre tutti…
I: Innanzi tutto vorrei sapere come, quando e dove vi siete conosciuti ed uniti per dare vita a questo progetto, visto che venivate tutti da formazioni precedenti…
D: Ci siamo riuniti nel 2001. Dico così perché la cosa è nata da me e Luca che suonavamo già insieme in un altro gruppo ai tempi del liceo. Abbiamo cercato subito un bassista tramite conoscenze nella scena punk romana locale e siamo così entrati in contatto con Cisco che a sua volta conosceva Vinx. Nel giro di due mesi quindi siamo diventati questo tipo di formazione ed abbiamo iniziato a suonare prima cover poi pezzi nostri.
I: Dopo un Ep, il primo Cd con la Wynona Records nel 2002, nel 2007 il secondo Cd con la Universal stavolta: una gavetta che definireste fortunata?
L: In confronto ad altri gruppi che escono ora su MTV e TRL e che dopo un anno firmano già un contratto con una Major noi abbiamo fatto 4 anni di gavetta. Finché sei con un indipendente l’unico modo che hai per fatti conoscere è suonare in giro il più possibile finché non ti notano. Il nostro cammino rispetto ad altri è stato comunque alquanto faticoso…
I: Però ci sono band che ancora ci stanno provando a passare ad una Major…
L: Si il passaggio è stato fortunato ma anche una scelta nostra. Tanti gruppi si buttano subito su una Major senza rendersi conto degli obblighi che tutto questo comporta. Mentre come indipendente hai la libertà di suonare di più in giro. E questo è il background che noi abbiamo, ed è importante.

I: Veniamo al vostro rapporto con la tecnologia. Download di musica on-line, peer-to-peer, MySpace, YouTube: come vi ponete di fronte a questi nuovi mezzi di comunicazione?
C: Da sempre facciamo di internet il mezzo principale per farci conoscere. Abbiamo una pagina MySpace da circa 4 anni che è forse tra le cinque di gruppi italiani che ricevono più visite in assoluto. Penso che il fatto di scaricare album da internet abbia dei lati positivi e negativi. Negativi perché le band rischiano di non guadagnare più dalla vendita dei dischi, positivi perché la possibilità di ascoltare un album on-line prima di acquistarlo incrementa una crescita qualitativa generale e quindi l’aumento di buona musica.
I: Rispetto a “Waiting For Something”, con “Changes” avete introdotto brani in italiano: come mai questa scelta e quanto secondo voi può avere influito nell’ampliare il vostro pubblico?
C: E’ una scelta che abbiamo fatto perché siamo italiani e non vogliamo rinnegare le nostre origini nonostante il nostro sound sia di stampo americano visto che ci rifacciamo a band pop rock americane. Ovviamente in italiano ci viene più facile esprimerci a livello di testi e di arrivare a sfumature che in inglese rischiano di sfuggirci un po’. È stato anche un modo per metterci alla prova: siamo molto soddisfatti del risultato, visto che in questo modo siamo arrivati a più persone.
I: Proprio restando nel contesto musicale italiano, c’è qualche artista con il quale vorreste collaborare? Anche un abbinamento un po’ “inusuale”, mi viene in mente il recente duetto tra Linea 77 e Tiziano Ferro.
C: A me personalmente piace molto Max Gazzè ma non so se mai ci sarà spazio per questo tipo di collaborazione.
I: In passato avete diviso il palco con gruppi di gran talento quali Offspring, Good Charlotte, Ataris, Bad Religion. Quale è stato il concerto che vi ha divertito ed emozionato di più?
D: Probabilmente quello con gli Ataris: da lì è iniziato tutto. Da quel mini tour in poi il nostro nome è cominciato a girare. È stata la vera svolta.
I: Ultimamente chi state ascoltando nel tempo libero?
L: Di tutto e di più
V: Di recente Viva la Vida! dei Coldplay.
I: La canzone scritta da voi alla quale siete più legati?
D: Ognuno di noi ovviamente s’identifica di più in un pezzo piuttosto che nell’altro io personalmente sono molto affezionato a “Gotta Believe”.
I: Quali sono secondo voi le principali differenze tra gli adolescenti di oggi e quelli nati negli anni Ottanta?
L: I ragazzi di oggi fanno due step alla volta a differenza nostra che scoprivamo le cose molto più gradualmente. Oggi vedi i ragazze di 16 anni che si vestono come donne di 30 è tutto molto più veloce ed immediato.
C: Ciò che più è cambiato è il rapporto con la tecnologia. Io al liceo non avevo il cellulare oggi qualsiasi bambino ce l’ha.
I: Avete un consiglio o una dritta da dare a chi vorrebbe iniziare a fare musica?
C: (ride) Di lasciar perdere e cambiare strada perchè è un lavoro troppo stressante! Scegliere magari di fare il panettiere, o il dentista. (ride)
D: Sicuramente concentrarsi sulla musica e non sull’immagine. Il pezzo deve essere bello: su quello devi focalizzarti. Come vestirti e tutto il resto viene dopo. Forse questo a lungo andare ti gioverà.
I: Progetti prossimi futuri?
L: (ride) Aprire una panetteria!
L: (ride) O uno studio odontoiatrico!
C: Scherzi a parte, saremo in tour tutta l’estate e da settembre in poi cominceremo a pensare ai pezzi nuovi.
I: Niente vacanza quindi?!
L: (sospira) Purtroppo no…